Destiny: I Signori del Ferro è la nuova grande espansione di Destiny che apre il percorso della nuova stagione del titolo Bungie, dopo l’avventura dello scorso anno dedicata al Re Corrotto Oryx. Allo stesso tempo I Signori del Ferro è anche presumibilmente l’ultimo contenuto di Destiny prima che l’attenzione e l’investimento si spostino definitivamente sul tanto sospirato secondo capitolo. Per questo l’ennesimo add-on vive sotto la cappa di una duplice responsabilità: bissare la mole di contenuto de Il Re dei Corrotti, che aveva per certi versi rivoluzionato il sistema di gioco, e accompagnare l’utenza a una degna conclusione della permanenza sull’Atollo. Con le spalle cariche di questo macigno, I Signori del Ferro propone, sulla carta, del materiale nuovo e interessante come una inedita campagna single player, pronta ad approfondire le questioni legate a uno degli elementi più interessanti della lore, un nuovo assalto, nuovi equipaggiamenti e, ovviamente, un’incursione fresca fresca.
QUANDO C’ERANO I SIGNORI DEL FERRO
L’incipit del racconto che fa da sfondo alle nuove missioni della storia riguarda il virus SIVA e i tecnosimbionti, avversari generati dall’arma biologica in mano agli onnipresenti caduti. Per far fronte alla minaccia, il giocatore è chiamato ad affiancarsi alle ultime vestigia dei Signori del Ferro e combattere assieme a Lord Saladin e a una serie di comprimari come il cacciatore Shiro-4. Il primissimo incarico, infatti, consiste nello sfidare i caduti per riconquistare il Picco di Felwinter dove sorge l’antico tempio dei Signori del Ferro e scoprire la nuova minaccia che incombe sulla galassia.
Resta un po’ d’amaro in bocca per la mancanza di una vera e propria direzione “epica” com’era nelle premesse
RESKIN, AMORE MIO
A dire la verità, l’effetto che sortisce I Signori del Ferro è quello di trovarsi davanti a un tentativo – parzialmente riuscito – di produrre il massimo risultato col minimo sforzo. I nuovi nemici non sono altro che un reskin dei vecchi caduti e, a differenza di quelli corrotti dall’oscurità di Oryx, non differiscono quasi per niente dalle versioni normali. Allo stesso modom i nuovi assalti sono per lo più “riciclati” dai vecchi gloriosi assalti della fase 1 e della fase 2. La scusa ufficiale è che la SIVA ha corrotto e ricostruito gli avversari già sconfitti (come Sepiks), perfezionandoli e rendendoli ancora più pericolosi.
Il pacchetto di Destiny considerato nella sua totalità rappresenta un’offerta ghiottissima
MORE OF THE SAME, FTW
C’è da dire che oggi, dopo più di due anni, il pacchetto di Destiny considerato nella sua totalità rappresenta un’offerta ghiottissima: la varietà delle modalità PvP e PvE a disposizione del titolo di Bungie lo rendono potenzialmente illimitato, a patto di accettare quelle idiosincrasie che si porta dietro da sempre. I “difetti” storici del brand infatti non sono stati corretti: il sistema matchmaking persiste nel tenersi ben lontano da alcuni contenuti e dalle incursioni, compresa quella nuova, e il gioco a un certo punto si trasforma nell’inseguimento folle e ossessivo del punticino luce successivo. I SIgnori del Ferro, da questo punto di vista, è l’ennesima pietra su una struttura già solida che non aveva bisogno di essere rivoluzionata ulteriormente ma che, come in questo caso, necessitava piuttosto di un more of the same che fungesse da antipasto per un futuro ancora più solido.
I Singori del Ferro non fa altro che gettare nuovi contenuti nel piatto, senza rivoluzionare troppo e intrattenendo i vecchi giocatori, in attesa di capire che ne sarà di Destiny 2. Certo, l’arte del riciclo raggiunge vette mai viste, così come la nuova modalità del Crogiolo è una copia sputata di roba già vista altrove; tuttavia, la formula funziona e ci si diverte non poco, e alla fine è questo ciò che conta. O no?