Ci sono tanti giochi che ogni anno, più o meno, tornano a far parlare di sé con una nuova edizione, ma nessuno è come Madden. La longeva serie di football americano, nata nel 1988, ha saltato solo l’anno successivo al suo debutto, e dall’edizione ’92 (quindi pubblicata nel ’91) ha assunto la definitiva formula con l’anno all’interno del titolo. Paradossalmente, se c’è un gioco che ha fatto la storia del medium in maniera cronologica, dunque, è proprio la fortunata IP di EA Sports. D’altronde i giochi sportivi sono una delle cartine di tornasole più efficaci del mondo dei videogiochi, quelle che ti fanno vedere in maniera più evidente e continuativa il progresso dei motori grafici e le possibilità che lo scenario dello sviluppo offre, anche quando, tutto sommato, i meccanismi diventano molto più che collaudati. È il caso di Madden NFL 17 che, pur sfruttando l’impalcatura della scorsa edizione, offre quella giusta dose di novità che rende finalmente il brand digeribile anche per chi, di football, ne capisce pochino.
THIRD AND INCHES
Come l’anno scorso, Madden NFL 17 si presenta sostanzialmente diviso in due grosse anime: da una parte c’è il Franchise Mode, dall’altra Ultimate Team.
Madden NFL 17 è sostanzialmente diviso in due grosse anime: Franchise Mode e Ultimate Team
Ad affiancare le due monolitiche filosofie di approccio al gioco, c’è un’enorme modalità di tutorial e allenamento che serve a insegnare tutti i fondamentali e buona parte delle tecniche avanzate, con tanto di esecuzione degli schemi, senza i quali, nel football americano, non si ottiene nulla. Non dico che diventerete il Tom Brady di quartiere, dedicandovi anima e corpo per qualche ora a questa modalità, ma vi avvicinerete non poco alla comprensione di questo splendido sport.
Ad aiutarvi ancora di più, tra l’altro, da quest’anno debutta una sorta di trainer, ovvero la sovrimpressione dei comandi durante le azioni di gioco: devo dire che funziona in maniera molto più intelligente rispetto a quella di FIFA, e migliora decisamente la qualità delle azioni di corsa, notoriamente le più ostiche della serie, visto che suggerisce con i tempi giusti le schivate e le rotazioni più adeguate all’azione in corso. Riuscire negli intenti è ancora complesso, ma almeno non avremo più la scusa di dire: “Ho sbagliato tasto e volevo fare lo stiff arm e non la rotazione, mondo crudele!”.
PLAY THE MOMENT
Se, finalmente, Madden parla a tutti, e non solo ai puristi del football americano, l’accessibilità della serie fa un salto da gigante anche per chi, invece, vuole vivere immerso nei numeri, per scoprire quel Tight End che può fare la differenza quando si tratta di aggredire, o vuole giocare con una veridicità storica tale che, per non falsare le statistiche, imposta i quarti a lunghezza naturale.
Per loro, ma anche per chi non ha troppo tempo da dedicare a un titolo che per una singola partita fatta bene richiede minimo mezzora, ecco arrivare Play the Moment, ovvero la possibilità di giocare solo le azioni più importanti del match. In questo modo, la stagione in modalità franchigia diventa un ottimo racconto molto coinvolgente in cui, fra le “big decisions” (ovvero le scelte in grado di cambiare il corso dell’annata) e la suddetta possibilità di vivere solo i momenti più importanti dei match, si è sempre focalizzati sugli aspetti fondamentali della gestione e delle partite. Di contro, entrare in campo solo in alcuni istanti e lasciare alla CPU il compito di simulare il resto della partita pone un accento marcato sulla gestione dei roster e di tutto ciò che concerne l’aspetto tattico della squadra, visto che in termini di realismo, per quanto concerne l’andamento dei match, Madden NFL 17 non fa sconti a nessuno.
per chi non ha troppo tempo, ecco arrivare Play the Moment, ovvero la possibilità di giocare solo le azioni più importanti del match
La capacità di simulare in maniera molto più autentica lo svolgimento delle gare è un aspetto che coinvolge anche le azioni giocate in prima persona, in cui la varietà di situazioni tecniche e l’intelligenza delle chiamate arbitrali darà filo da torcere anche ai giocatori più esperti. Ovviamente i neofiti potranno serenamente abbassare il livello di difficoltà, anche se quest’anno la sfida mi è sembrata più omogenea e genuina che in passato, ma anche più divertente. Sul rettangolo di gioco, infatti, non c’è mai la sensazione di predestinazione delle azioni e in generale si nota molto di più l’acume di compagni e avversari nel leggere le situazioni. In questo modo, scavare nei playbook per cercare i giochi più efficaci diventa un’attività interessante e necessaria per sfruttare al massimo le potenzialità del proprio team.
Al di là del generale miglioramento dell’AI e del feeling di gioco, è cambiato profondamente il sistema di calci piazzati, adesso dotati di un mirino inerziale da gestire con lo stick destro e di una barra del gouge che va fermata in due punti: nel primo caso si gestisce la potenza in maniera classica, mentre fermando l’indicatore in discesa in uno spazio evidenziato più o meno stretto, determiniamo la precisione. Il risultato è qualcosa di molto golfistico, ma anche molto comodo. Di contro, per pareggiare la situazione, gli special team difensivi sono molto più efficaci nel contrastare i field goal, quindi occhio a proteggervi bene per evitare di essere neutralizzati.
OLD (NEW) GEN
Madden, invece, rimane parzialmente ancorato alla tradizione per quanto riguarda l’aspetto tecnico. L’Ignite resta il motore fisico utilizzato da EA Tiburon, che non se l’è sentita di passare al Frostbite.
Sul rettangolo di gioco non c’è mai la sensazione di predestinazione delle azioni
Durante la franchigia, soprattutto se scegliamo di essere solo un giocatore, manca un po’ di storytelling, un po’ di quel senso tutto americano di narrazione e glorificazione su cui un gioco come NBA 2K ha costruito un impero e che, finalmente, EA Sports ha deciso di introdurre in FIFA, ma in ogni caso, in termini di puro divertimento non ci può decisamente lamentare. Come da tradizione, inoltre, il netcode si rivela pulitissimo (anche per noi che giochiamo in Europa), gli aggiornamenti non si faranno attendere e la colonna sonora è sempre di altissimo livello. Dunque, il miglior Madden di sempre? Probabile, ma di sicuro quello più universale.
Un gioco di football americano capace di parlare a tutti, piacere a molti ed esaltare i fan più accaniti, ecco cos’è Madden NFL 17. Sebbene non eccezionale dal punto di vista tecnico e abbastanza “normale” in termini di modalità di gioco, il lavoro svolto da EA Tiburon per ottimizzare l’Ignite engine e per imbastire una modalità franchigia che possa essere divertente per tutti è stato eccellente, e i risultati sono evidenti. L’opzione Play the Moment è la base su cui costruire, in futuro, una vera e propria epopea sportiva, nonché un modo davvero intelligente di comunicare la lentezza degli sport americani senza sacrificare realismo e costringere a maratone improbabili i giocatori.