Il rally, quello vero, è finalmente tornato a essere una disciplina protagonista del panorama motoristico videoludico, grazie soprattutto a DiRT Rally, che ha riportato in auge il senso delle corse su sterrato in maniera sorprendente. In scia di Codemasters, Milestone opera una piccola grande rivoluzione al suo modo di concepire lo sport che ha visto l’uomo di copertina, Sebastien Loeb, vincere il mondiale per ben nove anni di seguito. Abbandonata, dunque, la vincolante licenza WRC, la software house milanese si è dedicata a un approccio diverso, che punta a raccontare il rally e la sua storia, e non per niente il gioco si chiama Sebastien Loeb Rally Evo. Per certi versi, la scelta è molto simile a quella dei Codies per DiRT, ma il titolo italiano, sin dall’inizio, si presenta come molto più accessibile e didattico.
A SCUOLA DA LOEB
L’aspetto migliore di Sebastien Loeb Rally Evo è proprio la gradualità con cui il giocatore viene accompagnato nel rally, sia dal punto di vista della possibilità pratica con cui ci si può allenare nel circuito personale della propria squadra, situato in una suggestiva ex cava di pietra, fino alla progressione con cui si avanza nella modalità carriera. In questo senso Milestone è riuscita in maniera più che discreta a regalare una narrazione interessante, permettendo al giocatore di godere dei tanti, tantissimi contenuti che offre il gioco in maniera organica e omogenea.
Come contraltare della carriera, invece, la Sebastien Loeb Experience è una sorta di modalità scenario in cui si ripercorrono i momenti cruciali della carriera del campione francese, con tanto di documentari informativi e dichiarazioni del pilota. Il connubio tra le due modalità di Sebastien Loeb Rally Evo offre davvero un ampio panorama di sfide con cui cimentarsi e la gestione della licenza è stata sufficientemente intelligente da non rendere il gioco Loeb-centrico: il pilota francese è una presenza costante ma discreta, che non impedisce al giocatore di sentirsi protagonista del proprio cammino nella disciplina, nonché libero di sperimentare Rally, Rallycross e Pikes Peak con sommo gaudio.
UN UNIVERSO A PROVA DI FANGO
Ad attendere il giocatore c’è una pletora di contenuti invidiabile, con tappe ricostruite in base alle mappature reali che offrono interessantissime speciali e, in generale, un track design sempre parecchio ispirato. Se a questo aggiungiamo la grande varietà di veicoli disponibili, organizzati in un parco macchine che ripercorre cinquant’anni di storia del rally, è palese che siamo di fronte alla miglior offerta complessiva disponibile sul mercato, limitatamente alla disciplina simulata ovviamente. Solida e varia, l’esperienza ludica offerta da Sebastien Loeb Rally Evo inizia a sbandare un po’ quando si scende effettivamente in pista: il passaggio alla next gen da parte di Milestone si scrolla di dosso la mediocrità estetica di WRC, ma non riesce ancora pienamente a convincere. Pur presentandosi in maniera pulita e offrendo un frame rate finalmente costante e ancorato ai 60 fps su PC discretamente carrozzati (e a 30 fps su console), il look del gioco è un po’ spento, con scenari che solo in poche occasioni riescono a essere suggestivi (in questo brilla Sanremo), mentre il più delle volte sembra di correre davvero in deserti fangosi (il Galles su tutti).
Solida e varia, l’esperienza ludica offerta da Sebastien Loeb Rally Evo inizia a sbandare un po’ quando si scende effettivamente in pista.
I già desolati scenari non sono certo aiutati da un sistema di illuminazione allo stato dell’arte e in generale, i modelli delle auto sono complessivamente buoni, ma a tratti sembrano un po’ finti, così come gli interni delle auto, appena sufficienti. Anche la fisica delle vetture in relazione agli impatti e ai salti, non è mai convincente al 100% e pur attivando il massimo realismo, c’è una discreta sproporzione tra gli impatti e i loro effetti. In sostanza, il rally di nuova generazione di Milestone risolve finalmente gli storici problemi tecnici dei passati WRC, ma non riesce ancora a convincere dal punto di vista stilistico. D’altronde, però, ciò che conta sono le sensazioni di guida.
SBANDATA INCONTROLLATA
Il modello di guida di Sebastien Loeb Rally Evo è tendenzialmente simulativo, ma offre grandi concessione al simcade per quanto riguarda soprattutto la tenuta di strada delle auto. Questo non è un male perché, fondamentalmente, riesce a offrire un’esperienza di guida accessibile a tutti, ma al contempo anche impegnativa. Giocando un po’ con le impostazioni e gli aiuti, infatti, si può tirar su un discreto mix, sia per chi utilizza il pad che il volante, il quale resta ampiamente consigliato. Purtroppo, però, a una generale soddisfazione si contrappongono dei difetti che stonano un bel po’: in assoluto, il force feedback non convince pienamente e, anche con il volante, è difficile sentire completamente l’auto, soprattutto in condizioni di aderenza limitata. Insomma, a volte ci si trova a non riuscire a capire, a sensazione, quando cominciare la manovra in curva e di quanto dover anticipare l’inserimento, perché la vibrazione non ci avvisa. L’unica è imparare a memoria le tappe e prendere dei punti di riferimento, ma per un gioco che millanta il suo “io simulativo” si tratta di un problema non da poco.
Il problema principale di Sébastien Loeb Rally Evo si chiama DiRT.
Sébastien Loeb Rally Evo è un buon titolo di rally, per molti versi superiore ai passati WRC di Milestone e proietta la software house milanese nel presente e nel futuro del motorsport. Il lavoro svolto è in generale buono e l’offerta quantitativa è davvero soverchiante. SLRE manca, però, di carattere e non riesce a concretizzare fino e in fondo il suo potenziale: resta, però, un’ottima scelta per chi non vuole un gioco che pretende una passione sfegatata per la disciplina e un approccio iper realistico.