La nuova indagine si sposta su Detective Pikachu Returns, che arriva su Nintendo Switch dopo il successo riscosso dal primo capitolo 3DS e soprattutto dal film “live action”. Il Pokémon dalla scossa facile e l’intuito fine torna insieme al suo compagno Tim per indagare su altri strani casi che sembrano non avere un filo conduttore… ma sappiamo bene che spesso l’apparenza inganna. Aguzzate l’ingegno, tenete gli occhi aperti e soprattutto non trascurate alcun dettaglio, solo così arriverete alla verità.
Sviluppatore / Publisher: Creatures Inc. / Nintendo Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +7Disponibile su: Nintendo Switch Data di lancio: 6 ottobre 2023
La prima avventura del Pikachu investigatore vedeva il popolare personaggio stringere un’alleanza (trasformatasi poi in profonda amicizia) con Tim Goodman, diciottenne alla ricerca del padre scomparso mentre stava indagando su strani avvenimenti che coinvolgevano altri Pokémon. Il gioco finiva con il più classico dei cliffhanger, ma se non avete mai avuto occasione di giocare l’avventura per Nintendo 3DS, allora non dovete preoccuparvi più di tanto: vi verranno forniti stralci di riepilogo che vi aiuteranno a capire la situazione e farvi un’idea di dove la storia punta la prua.
Ne “Il Ritorno” ritroviamo un Tim più adulto, ancora una volta accompagnato dall’ex-assistente del padre, l’impertinente e curiosissimo Pikachu, ancora una volta provvisto del tradizionale cappello da detective. I due sono in grado di comunicare tra loro mentre gli altri non riescono a sentire la voce del roditore giallo, le cui parole suonano come i classici Pika Pika a cui la serie ci ha abituati. Questo strategemma narrativo, già presente nel primo gioco, dà vita a simpatici siparietti, ed è il mood generale del gioco ad essere estremamente leggero e adatto principalmente ad un pubblico piuttosto giovane, nonostante il tema di fondo alla fine non è che sia il ritratto dell’allegria.
INVESTIGAZIONE… A TAPPETINO
L’azione si svolge a Ryme City, ma non solo, cittadina in cui umani e Pokémon vivono a stretto contatto e in pacifica serenità… beh, quasi pacifica. Durante le celebrazioni per gli ultimi successi di Tim e Pikachu infatti, un Pokémon non proprio amichevole arriva a sparigliare le carte e a ricordare ai due protagonisti che c’è una nuova missione da portare a termine. La dinamica coppia si mette così al lavoro sul primo di una serie di casi che sembrano però avere un filo conduttore a loro conosciuto.
Fin dall’inizio il gioco mette in chiaro che in termini di profondità il gameplay non è paragonabile a quello di altri giochi investigativi, in primis quelli della serie Layton
Una volta raccolti tutti i pezzi dovrete dare prova di saper collegare gli indizi per dare un senso a ciò che è accaduto… e anche qui non vi aspettate una roba tipo Ace Attorney. Non esistono tra l’altro penalità per un’azione o una deduzione sbagliata, perché in caso di “errore” il gioco provvederà comunque ad instradarvi comunque verso la direzione giusta modificando ad hoc i dialoghi. Nei rarissimi casi in cui non saprete dove sbattere la testa, vi verrà in aiuto proprio Pikachu, che vi fornirà vaghi indizi sul da farsi. Purtroppo, tale feature viene resa quasi inutile dalla discreta facilità di quasi tutte le indagini che compongono il gioco, che come detto all’inizio è dichiaratamente indirizzato ad un pubblico giovane o poco esperto in questo genere di titoli.
Il mood leggero del gioco e la sua discreta facilità di fondo lo rendono adatto principalmente ad un pubblico giovane
CHIARO E SEMPLICE DETECTIVE PIKACHU RETURNS, FORSE TROPPO
A brillare più di tutti nel gioco è ovviamente Pikachu, la cui esuberanza viene fuori anche e soprattutto nei dialoghi con il suo amico umano. La sua verve abbinata ad una scrittura leggera ma convincente regalano al giocatore una storia piacevole da seguire nonostante l’eccessiva semplicità della componente ludica. Sotto il profilo tecnico Detective Pikachu Returns non si discosta dalle precedenti produzioni Pokémon, purtroppo. Ciò che vi troverete davanti è una grafica molto semplice e colorata, che ben si adatta alle semplici architetture poligonali e agli scenari non particolarmente complessi in cui vi muoverete. A dire la verità in un gioco del genere non se ne sente più di tanto bisogno, ma di tanto in tanto non ci sarebbe dispiaciuto trovarci di fronte ad un titolo un minimo più complesso tecnicamente, con texture meno piatte e animazioni che non si discostano più di tanto dal capitolo per 3DS.
Il precedente Detective Pikachu era passato un po’ in sordina, soprattutto perché arrivato quasi alla fine della parabola discendente del 3DS. C’è voluto l’omonimo film “a tecnica mista” per attirare il grande pubblico e scoprire che il Pokémon più famoso di tutti i tempi non solo aveva una voce, ma che soprattutto sapeva cavarsela anche come investigatore. Anche questo sequel videoludico arriva alla fine del ciclo vitale di una macchina Nintendo e soprattutto in un periodo estremamente affollato di uscire che include anche il “rivale casalingo” Super Mario Wonder.
Anche questo sequel videoludico arriva alla fine del ciclo vitale di una macchina Nintendo e soprattutto in un periodo estremamente affollato di uscire che include anche il “rivale casalingo” Super Mario Wonder
In Breve: Siamo al solito discorso, su una console ormai al tramonto del suo ciclo vitale i titoli tecnicamente più complessi fanno molta fatica a girare… “fortunatamente” non è questo il caso. Detective Pikachu Returns segue la scia tracciata da altri titoli Pokémon prima di lui, caratterizzati da un comparto grafico di medio/basso livello, comunque sufficiente per un titolo come questo, indirizzato soprattutto a un pubblico di giovanissimi.
Piattaforma di Prova: Nintendo Switch
Com’è, Come gira: Siamo al solito discorso, su una console ormai al tramonto del suo ciclo vitale i titoli tecnicamente più complessi fanno molta fatica a girare… “fortunatamente” non è questo il caso. Detective Pikachu Returns segue la scia tracciata da altri titoli Pokémon prima di lui, caratterizzati da un comparto grafico di medio/basso livello, comunque sufficiente per un titolo come questo, indirizzato soprattutto ad un pubblico di giovanissimi.