L’ultima, ma anche la prima, avventura di Cereza si appresta a debuttare sul piccolo schermo di Nintendo Switch per raccontarci le origini del mito di Bayonetta. Preparatevi a vedere la serie PlatinumGames sotto una luce diversa, per apprezzarne sfumature finora sconosciute.
Sviluppatore / Publisher: PlatinumGames / Nintendo Prezzo: 59,99 € Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: Switch Data di Lancio: 17 Marzo
Due settimane fa avevamo ricavato buone sensazioni dalle prime ore passate in compagnia di Bayonetta Origins. Dopo aver completato l’ultima avventura di Cereza (che in realtà poi è la prima) non possiamo che confermarle anche se, lo diciamo subito, questo non è il gioco che molti fan potrebbero aspettarsi.
Pur rientrando a pieno titolo nei canoni della serie, questo prequel è una bestiolina completamente diversa. Piuttosto che puntare tutto su azione sfrenata condita da generosi ammiccamenti a sfondo erotico, Cereza and the Lost Demon accoglie il giocatore in un’avventura dai ritmi molto più pacati, raccontata con lo stile tipico dei libri di fiabe.
BAYONETTA ORIGINS, UNA STORIA D’AMICIZIA
Cereza è un giovane virgulto, non ancora padrona delle arti occulte ma desiderosa di apprenderle velocemente per poter liberare l’amata madre tenuta prigioniera in una oscura prigione. L’ansia di portare a termine un importante compito può portare ad una scelta avventata, che nel suo caso consiste nell’avventurarsi tutta sola nella tetra foresta di Avalon (uno dei tanti richiami al mito di Re Artù presenti nel gioco) convinta che lì si celi il modo per arrivare al suo obiettivo.
In questo ritorno alle origini la nostra piccola eroina proprio sola non è, al suo fianco ben presto si palesa un demone
IN DUE SI VIAGGIA MEGLIO
Dopo una intro “solitaria” in cui si controlla unicamente Cereza per apprendere i rudimenti basilari del gioco, Bayonetta Origins svela la sua duplice identità. La protagonista femminile è l’anima gentile che mette le sue ancor giovani arti mistiche al servizio del bene, mentre Cheshire è un fuoco ardente, pronto ad azzannare e artigliare qualsiasi cosa gli si pari davanti. Queste due parti complementari si integrano alla perfezione sia nelle fasi di combattimento che in quelle esplorative. Ogni Joycon viene preposto al controllo di uno dei personaggi quando questi saranno separati, divisione che almeno all’inizio richiede un po’ di pratica per allenare la coordinazione occhio/mani.
Tale feature non è nuova nel mondo dei videogiochi, il primo esempio che ci viene in mente è Brothers: A Tale of Two Sons, nel quale due fratelli devono mettersi al reciproco servizio per superare una serie di ostacoli. Nel caso di Bayonetta Origins tali ostacoli sono rappresentati da esseri malvagi ma anche da enigmi ambientali che vanno risolti tenendo ben presenti le peculiarità delle forze in campo: Cereza non è ancora una maga potente tuttavia i pochi incantesimi che conosce le permettono di modificare elementi degli scenari, generare risorse e intrappolare nemici oltre la sua portata. Cheshire invece può distruggere qualsiasi cosa, ma per farlo spesso avrà bisogno della sua amica perché anche lui ha le sue debolezze… una su tutte: non sopporta il rosmarino.
Il giocatore è immerso in un’avventura dai ritmi molto più pacati, non da un’azione sfrenata condita da generosi ammiccamenti erotici
Nei momenti di calma, Cereza può richiamare lo spirito del demone nel suo pupazzo di pezza per muoversi con maggiore scioltezza pur potendo comunque sfruttare un suo prolungamento per afferrare oggetti e cercare segreti. Nel corso dell’avventura entrambi i protagonisti potranno aumentare le loro abilità, sbloccando magie e attacchi più potenti. Specialmente da un certo punto della storia in poi (che eviteremo ovviamente di rivelarvi) le cose si faranno ancora più interessanti perché Cheshire acquisirà dei poteri elementali che potrete utilizzare sia in combattimento, sia per aprire nuove strade. Il gioco in realtà è discretamente lineare, pur lasciando un po’ di spazio all’esplorazione e alla scoperta di segreti.
MISURATO E AFFASCINANTE
Dal punto di vista del gameplay tutto ciò si traduce in un’avventura dai ritmi non altissimi, che di tanto in tanto dispensa qualche momento più intenso tendendo generalmente però a coinvolgere il giocatore con armi differenti da quelle a cui il franchise ci aveva abituati. In sede di anteprima lo avevamo accostato a Zelda e francamente anche dopo aver terminato l’avventura ci sentiamo di avvalorare questa asserzione. Il combat system è anch’esso duplice. Se nei panni di Cheshire l’unica cosa a cui dovrete pensare sarà prendere a unghiate e morsi tutto quello che avrete davanti, quando avrete il controllo di Cereza invece dovrete gestire una sorta di rhythm game; i suoi incantesimi si materializzano con un cerchio magico che circonda l’obiettivo prescelto e che una volta attivato va completato premendo “a tempo” i tasti in base alla posizione di determinate rune.
Come spesso accade spiegarlo è più difficile che usarlo, vi assicuriamo che non impiegherete più di qualche minuto per assimilarlo. La giovane protagonista può anche utilizzare delle pozioni che vanno ad influire sulla potenza degli incantesimi, sulla loro durata, sulla validità delle difese e così via. Tali pozioni vanno “craftate” in un modo molto semplice, ovvero sfruttando i molteplici materiali più o meno nascosti che troverete in giro.
PlatinumGames ha dato prova di saper creare anche giochi che non hanno bisogno di tenere costantemente il piede sull’acceleratore per coinvolgere
In Breve: Un Bayonetta totalmente diverso dal solito, raccontato come un libro di fiabe ma non privo di fasi intense sia sotto il profilo narrativo che ludico. Cereza e il suo demoniaco compagno Cheshire si avventurano in una pericolosa missione, da improvvisati compagni d’avventura scopriranno affinità che vanno ben oltre la loro immaginazione. PlatinumGames dimostra ancora una volta di avere talento nel narrare una storia.
Piattaforma di Prova: Switch
Com’è, Come Gira: Un gioco estremamente affascinante sotto il profilo grafico ma assai semplice dal punto di vista tecnico. Nulla da segnalare su Nintendo Switch, grazie anche ad un ritmo di gioco piuttosto compassato.