L’estate è torrida e sfiancante? Male: bevete molta acqua, non uscite nelle ore più calde e fate di tutto per tenervi in forze. Non vorrete certo rimanere a corto di energia di fronte all’abbacinante magniloquenza di Xenoblade Chronicles 3.
Sviluppatore / Publisher: Monolith Soft / Nintendo Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: Nintendo Switch Data di Lancio: 29 luglio
Se dovessi fare un solo complimento a Xenoblade Chronicles 3, questo riguarderebbe la sua trama ricca di colpi di scena, di cattivi da odiare con tutto il cuore e di protagonisti con cui è facile relazionarsi, imperfetti e dissimili, tuttavia uniti dal desiderio di scardinare le incontestabili regole di un mondo che li vuole nemici a tutti i costi. Provengono da due schieramenti destinati a uccidersi a vicenda in nome delle rispettive regine, arroccate nelle loro intoccabili torri d’avorio mentre i giovani alfieri vivono per spargere sangue in nome di… di cosa, poi? Nessuno lo sa. Quello che sanno è che la loro vita è effimera, destinata a durare dieci miseri anni da trascorrere nel terrore di un destino crudele e immutabile, da accettare ciecamente.
Noah non ci sta: giovane cadetto nell’esercito del Keves assieme agli amici conosciuti nella sua breve vita, svolge il ruolo di tramandante quando il richiamo delle armi gli concede un attimo di tregua, suonando il flauto per accompagnare nell’aldilà le anime dei caduti. Un atto semplice, ma importante e pregno di speranza, il sincero tributo ai compagni che non ci sono più, nato da un’anima gentile che nutre inconfessabili dubbi sul profondo significato di una simile esistenza. Almeno fino al giorno in cui la sua squadra incontra un’unità proveniente dallo schieramento opposto: nel cuore dello scontro, sei nemici giurati ottengono un potere prodigioso con cui entrare in sintonia e dare vita ai potenti Uroboros. Oltre la semplice forza, gli Uroboros rappresentano la speranza, quell’occasione anelata con cui osare l’impensabile: essere finalmente liberi di decidere come vivere, viaggiando nel mondo di Aionios alla ricerca di risposte.
L’ARTE DEL COMBATTIMENTO SECONDO XENOBLADE CHRONICLES 3
Il primo approccio con il sistema di combattimento di Xenoblade Chronicles 3 è stranamente deludente. Non ci sono armature né armi da equipaggiare, in battaglia non si possono usare oggetti curativi e l’unica personalizzazione concessa si limita a un misero accessorio. Le abilità dei personaggi sono mappate sui tasti del JoyCon destro, un indicatore mostra chiaramente la posizione del bersaglio di turno in modo da massimizzare l’effetto di quegli attacchi che prediligono determinati approcci, e le prime ore trascorrono con una cadenza fin troppo sedata. Poi, la deflagrazione. In seguito all’incontro con i nostri riluttanti compagni di viaggio, Xenoblade Chronicles 3 introduce progressivamente nuove meccaniche. E continua, continua, continua. Dopo oltre cinquanta ore di gioco ero lì che ricevevo note riguardo qualcosa di nuovo da fare per affinare la nobile arte del procurare dolore fisico al nemico. C’è così tanto dentro da perdersi, a partire dal sistema di classi: ce ne sono più di venti (per lo meno se riuscite a conquistarle, ma ci torniamo tra un attimo) e conferiscono una flessibilità incredibile, giacché facendole salire di grado si migliorano non solo tecniche e abilità passive, ma queste possono essere equipaggiate assieme a quelle di un’altra vocazione. Avete portato al livello dieci la classe spadaccino? Ottimo, considerate pure quella guaritore, visto che alle tecniche mappate sul JoyCon destro di cui parlavamo prima ne saranno aggiunte altrettante su quello sinistro. Adesso ne avete sei da usare a piacere, e se vi va potete addirittura attivarne due contemporaneamente, combinandone i benefici.
Nel frattempo, alle abilità secondarie del guaritore potete aggiungere anche quelle che avete perfezionato percorrendo la via della spada; poi, visto che stiamo parlando di un gioco di ruolo, salendo di livello aumenta anche il numero degli accessori e delle gemme che potete portarvi dietro. Queste sono pietruzze da creare facendo tappa nei tanti bivacchi sparsi per Aionios, dove potrete anche cucinare per ottenere potenziamenti temporanei e investire i punti esperienza che il gioco accumula al di fuori del classico combattimento (con l’esplorazione e la scoperta di luoghi d’interesse, ad esempio) per guadagnare qualche livello in più.
la trasformazione in Uroboros è l’ennesimo ingranaggio perfettamente posizionato
NON MI VA DI PERDERE TEMPO
Neppure Xenoblade Chronicles 3 ha voglia di mandarvi dall’altro capo del mondo per raccogliere tre Mirabolanti Fragole Cremisi da consegnare a un NPC di cui non può fregarvene di meno in cambio di una manciata di punti esperienza, state tranquilli. Le banali fetch quest sono abolite, o quasi: una volta entrati nelle grazie di una colonia (gli avamposti militari appartenenti ai due schieramenti, che Noah e compagni hanno giurato di liberare), i suoi occupanti vi forniranno automaticamente delle schede, che fungono da liste della spesa. Appena avrete gli oggetti necessari, il gioco vi avverte discretamente con una icona, in modo che possiate fare una capatina nel menu delle missioni, intascare la dovuta ricompensa e riprendere il vostro viaggio senza inutili tappe. Il bello è che, se volete, potete continuare a riscuotere finché avrete materiale di scambio; le ricompense “fisiche” come accessori esclusivi li intascherete la prima volta, ma potrete continuare ad arraffare esperienza e aumentare la reputazione presso quella colonia. Le missioni secondarie sono più articolate, e spesso per avviarle dovrete origliare le altrui dicerie per elucubrare argomenti di discussione durante le soste: qui i sei compagni faranno il punto della situazione definendo il passo successivo della quest.
Gli eroi sono il miglior premio possibile e offrono in dote le loro classi esclusive
ASPETTA UN ATTIMO!
Stilisticamente, Xenoblade Chronicles 3 si attesta sui soliti, alti livelli raggiunti da Monolith Soft, confermando la rimarchevole padronanza delle potenzialità di Switch. Al netto del convincente design di personaggi e robot vari, questi ultimi caratterizzati da un certo barocchismo che li rende a loro volta unici, il discorso si estende agli splendidi paesaggi, con biomi diversi e credibili, ambientati in mappe estese e varie. Il loro layout, reso arzigogolato da dislivelli, grotte e colossali vestigia di un’era passata, donano personalità al mondo di gioco rendendolo avvincente.
Messi da parte gli incontri/scontri con la fauna, le attività collaterali comprendono la ricerca di container, caduti da tramandare (aumentando la reputazione presso le colonie) e giganteschi automi abbandonati da rimettere temporaneamente in sesto per riscattare montagne di ricompense. Potrebbe anche capitarvi di incontrare due fazioni ai ferri corti: qualora decideste di aiutare uno degli schieramenti potrete reclamare un premio che oscilla tra i classici punti esperienza e una manciata di monete nopon. Queste ultime non sono affatto da sottovalutare, perché permettono di scalare i ranghi delle classi più rapidamente, cucinare pasti senza consumare ingredienti ed essere scambiate con oggetti rari presso un misterioso NPC. Le varianti dorate sono assai più rare, e consentono di creare le gemme dal nulla, un’opzione preziosa ma difficile da attuare considerata la loro scarsa reperibilità.
XENOBLADE CHRONICLES 3 È ARTISTICAMENTE OTTIMO, MA SOFFRE UN PO’ PER L’HARDWARE SU CUI SI TROVA A GIRARE
La qualità e la consistenza della trama si è sempre mantenuta egregia, nonostante la ripetizione di un paio di topoi – ricorrenti, peraltro, nella stessa produzione Monolith – verso la fine dell’avventura possa sembrare un mezzo passo falso. L’alto livello della scrittura, supportata da un eccellente doppiaggio (inglese e giapponese, naturalmente) e dal pentagramma di una squadra diretta dal veterano Yasunori Mitsuda, mantiene in ogni caso alto l’interesse fino alla ultime battute. Ho impegnato circa settanta ore per finire il gioco, lasciandomi dietro un eroe che sono comunque determinato a scovare; con una simile premessa, sono abbastanza sicuro che i completisti potranno spremere facilmente un centinaio di ore da Xenoblade Chronicles 3, anche se, personalmente, l’assenza di equipaggiamento leggendario da scovare (le armi degli eroi, o Gladius, si materializzano convenientemente a seconda della vocazione…) limita significativamente la voglia di passare al setaccio l’intera mappa.
In Breve: Xenoblade Chronicles 3 è un capolavoro, e non sono abituato a usare il termine con troppa leggerezza. Ha una trama magnetica, è retto da un cast riuscito e la presentazione audiovisiva fa letteralmente faville, valorizzando Switch come raramente prima d’ora. Se amate i giochi di ruolo giapponesi, dovete avere problemi ben più gravi di quelli che affliggono Aionios per farvelo sfuggire.
Piattaforma di Prova: Nintendo Switch OLED
Com’è, Come Gira: Switch inizia a scricchiolare sotto l’ambizione di Monolith, questo è certo, ma Xenoblade Chronicles 3 non cede comunque di un passo. I 30 fotogrammi al secondo restano comunque intoccabili anche quando scoppia il finimondo, e la riuscita sekaikan fa passare in secondo piano quei 720p.