The House of the Dead: Remake – Recensione

Switch

Una vecchissima gloria di casa SEGA arriva su Switch. The House of the Dead ha spopolato in sala giochi per quasi due decadi e ora arriva in versione riveduta, corretta e tirata a lucido… o meglio, questo è ciò che speravamo perché il viaggio che ha portato alla conversione sulla console Nintendo non è stato dei migliori.

Sviluppatore / Publisher: MegaPixel / Forever Entertainment S.A, Microids Prezzo: 24,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Coop Locale PEGI: 18 Disponibile Su: Nintendo Switch Data di Lancio: Già Disponibile

Era l’ormai lontanissimo 1996 quando il cabinato di The House of the Dead fece il suo debutto in Giappone. Il successo fu immediato e si è protratto fino al gennaio del 2018, data in cui è uscito il semi-sconosciuto quinto capitolo sottotitolato Scarlet Dawn… se siete capitati in Giappone nel periodo pre-pandemia c’è la possibilità che lo abbiate visto e giocato in una delle poche sale arcade rimaste nel paese. Nel tempo il franchise ha dato vita anche a numerosi spin-off, dal sublime Typing of the Dead, nel quale si combattevano zombie e mostri a colpi di tastiera, al bizzarro English of the Dead, capitolo realizzato appositamente per aiutare gli studenti giapponesi ad imparare più velocemente l’inglese. Nessun gioco successivo al 1998 è però riuscito a ricreare la magia in salsa horror dei primi due House of the Dead.




Chi vi scrive è un fan accanito della serie SEGA. Con le monete infilate in queste maledette trappole mangiasoldi con lightgun probabilmente avrei potuto comprarmi un attico in centro, una Lamborghini Aventador e garantirmi una fornitura a vita di cheeseburger. Invece no, mi sono intestardito ad “allenarmi” per riuscire a finire i primi due capitoli con il minor numero possibile di crediti e non contento ho quasi fuso un Dreamcast per giocare al Day One la versione giapponese. Che soddisfazione però, che goduria, che tempi quando un filmetto horror di serie Z recitato peggio che un adattamento della Asylum ti bastava per essere felice. Ma quei tempi sono appena tornati, grazie a Forever Entertainment e Microids che hanno siglato un accordo di distribuzione (una si occuperà delle edizioni digitali, l’altra di quelle fisiche) e ne hanno subito approfittato per portare nelle nostre case un remake del primo capitolo, uscito proprio in questi giorni sul Nintendo eShop. In realtà però non è proprio un remake con la R maiuscola, il risultato finale è più vicino a quello di una versione remastered con un po’ di extra da sbloccare e scoprire… ma andiamo con ordine.

HOUSE OF THE DEAD REMAKE SBAGLIA MIRA

Inutile girarci intorno più di tanto, la versione Switch di The House of the Dead è purtroppo inferiore alle attese, non tanto per la qualità intrinseca del gioco che con tutti gli anni che si porta sulle spalle rimane comunque dannatamente divertente grazie alla sua anima spiccatamente arcade, specialmente in compagnia di qualcuno con una buona mira. Questa riedizione fallisce proprio in un elemento che avrebbe dovuto essere centrale nell’opera di sviluppo: il sistema di controllo. Il cabinato originale era una goduria, ti immergeva nelle atmosfere del gioco fino al midollo e ti metteva in mano una “vera” pistola per darti l’impressione del reale confronto diretto con le mostruosità della Curien Mansion. A pensarci, un porting su Switch poteva essere la ricetta perfetta: due bei JoyCon con sensori di movimento e giroscopi a disposizione, che pur non assomigliando ad armi da fuoco potevano farne egregiamente le veci… e invece.

LA TRASPOSIZIONE DEI CONTROLLI PRESTA IL FIANCO A MOLTE CRITICHE

L’utilizzo del motion control è a dir poco impreciso, la mira si “stara” ogni 4/5 colpi e a poco serve la possibilità di riportarla al centro con una pseudo calibratura legata alla pressione di un tasto perché dopo pochi secondi (vista la mole di proiettili che si utilizzano) si ritorna al problema iniziale. Volendo è possibile giocare anche con controlli più tradizionali, con il mirino spostato manualmente tramite stick analogico, ma perché un gioco di questo genere dovrebbe essere imprigionato in uno schema così restrittivo quando tutto ciò che vogliamo è puntare, mirare, sparare e possibilmente far saltare cervelli mentre roteiamo i JoyCon come una qualsiasi Colt? Non provate neanche a giocare in modalità portatile usando il giroscopio per mirare perché a quel punto il rischio di una crisi nervosa con successivi attacchi di ulcera saranno solo l’inizio di un decadimento psicofisico irreversibile.

Mirare alla testa è sempre la scelta migliore, ma volendo potrete anche far saltare qualche arto. Occhio poi alle asce volanti.

MegaPixel Studio ha aggiunto un paio di opzioni per venire incontro ai giocatori meno esperti che in parte mitigano il fastidio per dei controlli così imprecisi: non è più necessario mirare fuori dallo schermo per ricaricare i colpi, cosa che avrebbe aggravato ulteriormente la situazione, anzi è presente anche una opzione per riempire istantaneamente i caricatori non appena l’ultimo proiettile dei precedenti è stato sparato. Sono palliativi atti a nascondere un lavoro pigro, che si riflette anche nel comparto estetico tutt’altro che esaltante. Non credete ai beauty shot pubblicati negli scorsi mesi, The House of the Dead su Switch è bruttino e “sporco” e l’opera di lifting che ci saremmo aspettati da un vero remake è ben lontana dal risultato finale.

TANTA ROBA, TANTA STRADA

Ci piacerebbe dirvi che con il tempo farete l’abitudine al pessimo sistema di controllo di The House of the Dead Remake ma non è così, potrete conviverci ma arriverà sempre quel momento in cui avrete la tentazione di scagliare i controller contro lo schermo. È un vero peccato perché la pietra miliare SEGA è ancora dannatamente divertente da giocare e offre una quantità di contenuti davvero invidiabile. L’avventura principale può essere giocata più e più volte perché ha una discreta quantità di bivi (spesso ben nascosti) e altrettanti finali alternativi. Riuscire a completarlo nel migliore dei modi, ovvero salvando tutti i superstiti e raggranellando un punteggio record è roba da veri performer, specie tenendo presente i problemi di fruizione fin qui descritti.

The House of the Dead Recensione

Salvare tutti i superstiti alla prima run? Quasi impossibile anche se conoscete il gioco originale a memoria.

In questo remake sono stati inoltre aggiunti anche degli obiettivi da sbloccare portando a termine determinate azioni in-game e come ciliegina troviamo la modalità Orda, che come si dice in alcune zone del centro Italia “butta tutto in caciara” e vi invita a vomitare ancora più proiettili su ondate di nemici sempre più numerose e fameliche. The House of the Dead Remake è attualmente disponibile solo in versione digitale, ma Microids ha già annunciato una “Limidead Edition” che uscirà il prossimo 26 maggio e conterrà oltre al gioco in box lenticolare anche due piccoli cartonati raffiguranti altrettanti zombie e degli adesivi. Nulla per cui strapparsi i capelli, ma un bocconcino sicuramente appetibile per i collezionisti di edizioni fisiche. Negli ultimi giorni sono state adocchiate in giro altre versioni del gioco, che probabilmente quindi arriverà anche su altre piattaforme nel prossimo futuro… speriamo in condizioni un po’ migliori.

In Breve: I gloriosi fasti di The House of the Dead rivivono su Nintendo Switch… almeno in parte. L’atmosfera da film horror di serie Z è ancora divertente, così come la formula di gioco spiccatamente arcade. Nell’opera di conversione non è stato però curato il sistema di controllo, che in un gioco del genere è un elemento fondamentale. Chiudendo un occhio vi divertirete comunque, specialmente in due, anche perché il sistema di punteggio, i bivi narrativi, i finali multipli e gli extra da sbloccare invitato a ritornare più di una volta nella maledetta Curien Mansion.

Piattaforma di Prova: Nintendo Switch
Com’è, Come Gira: Esteticamente la versione Switch di The House of the Dead ha poco del remake e molto della remastered. Non manca qualche piccolo glitch, ma i problemi veri (e seri) risiedono nello sciagurato sistema di controllo.

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Pro

  • Poter rigiocare The House of the Dead è sempre bello e gli extra non mancano / Le atmosfere cringe e la recitazione fuori dalle righe fanno ancora ridere.

Contro

  • Qualcuno denunci subito chi ha messo a punto il sistema di controllo su Nintendo Switch!
6.2

Sufficiente

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