Rune Factory 5 – Recensione

Switch

Questi tremendi tempi vi affliggono? Anelate la vita all’aria aperta semplice e genuina? Siete fortunati, Rune Factory 5 è qui per voi.

Sviluppatore / Publisher: Hakama Inc. / Marvelous AQL, XSEED Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: Nintendo Switch Data di Lancio: Già disponibile

Una cosa è certa: il punto debole di Rune Factory 5 non riguarda la quantità di cose da fare. Questo spin-off fantasy della fortunata serie Harvest Moon è, anzi, letteralmente straripante di attività da svolgere quotidianamente; che si tratti di coltivare verdura o andare a caccia di mostri, il calendario del gioco è fitto di impegni per il suo protagonista, opportunamente dotato di quell’amnesia obbligatoria senza la quale neppure ti guardano in faccia nel paese dei JRPG.




Una volta preso il ritmo il divertimento non mancherà se saprete chiudere un occhio su una certa semplicità di fondo, consci che Rune Factory 5 – così come i suoi predecessori, va detto – si qualifica alla fine della fiera come un’esperienza complessivamente superiore alla somma delle sue parti.

RUNE FACTORY 5 E LA SUA PLACIDA VITA BUCOLICA

Il combattimento in tempo reale, ad esempio, non è mai particolarmente impegnativo, neppure ai livelli di sfida più alti, ma le sortite organizzate dai SEED a difesa del villaggio di Rigbarth sono solo piccoli tasselli che si intersecano nel poliedrico mosaico che dipinge le giornate, tra oggetti da forgiare, festival da vincere a tutti i costi e un orto che sicuramente non si annaffierà da solo.

La varietà e il desiderio di sperimentare vengono controbilanciati da una veste poligonale poco incisiva

La varietà e il desiderio di sperimentare vengono però controbilanciati da una veste poligonale poco incisiva, incapace di far compiere alla serie quel salto qualitativo che la eleverebbe significativamente rispetto alla modesta – tuttavia efficace – cosmesi bidimensionale del capitolo precedente. Non che la direzione artistica sia un fallimento, sia chiaro: il cel shading dona anzi carattere ai vari personaggi, ma è la conta poligonale quasi essenziale a penalizzare il risultato, tratteggiando scenari spogli e privi di particolari con texture che risultano “spalmate” su ampie superfici, specie all’interno dei dungeon.

Rune Factory 5 Recensione

Essere carini e coccolosi non salverà questi scoiattoli da un colpo di claymore in faccia!

Il problema non riguarda il mero lato estetico, ma inficia anche la fluidità, con Switch che fatica inspiegabilmente a reggere un framerate costante, concedendosi veri e propri crolli quando si entra in una nuova area. È come se Hakama Inc. non sapesse cosa farci con questo nuovo motore, visto che anche le operazioni più triviali come posizionare mobili e suppellettili diventano imprecise al limite della frustrazione, facendo rimpiangere quelle pratiche griglie che rendevano facile e intuitivo il lavoro negli episodi precedenti. Il fatto che sia impossibile saltare in un mondo tridimensionale mi fa poi uscire di testa, ma quello probabilmente è un problema personale, che porto dietro da quell’aspra delusione che risponde al nome di Fable. Il sale sulla ferita è però l’antipatico input lag che fa capolino specialmente in modalità docked, un tassello che esacerba ulteriormente i problemi elencati finora; in altre parole, Rune Factory 5 gira decisamente male su Switch, il che è un peccato nell’economia di un gioco che non riesce a lasciarti con le mani in mano grazie a quella varietà a cui accennavamo inizialmente.

L’ORTO VUOLE IL CONTADINO MORTO (CIT.)

I dungeon sono numerosi e sufficientemente vari a livello di bestiario ed estetica, mentre il ritorno a quelli già esplorati apre spesso la strada a percorsi secondari. Apprezzabile anche la caratterizzazione dei dodici personaggi con cui intrecciare potenziali storie amorose: questi offrono interessanti narrazioni personalizzate, rese semplici da seguire grazie all’utile mappa che mostra la posizione dei concittadini e intriganti dal loro interesse verso particolari abilità che il nostro alter ego svilupperà nel corso dell’avventura. Durante le trenta ore circa necessarie per arrivare in fondo, il senso di progressione è fortunatamente sempre presente, offrendo continue ricompense ad ogni oggetto forgiato o colpo portato a segno. Diamine, anche camminare semplicemente per le strade di Rigbarth concede qualche livello in più ogni tanto!

Non mancano alcune sequenze in stile anime, dedicate principalmente alle potenziali conquiste.

SE SAPRETE ABBRACCIARE LA SUA CADENZA OVATTATA, TROVERETE UN OTTIMO PASSATEMPO

È tutto un viaggio di formazione: usare più volte un’arma permette di imparare nuove combo e mosse speciali, e l’esperienza insegnerà i modi migliori per ottimizzare il tempo, permettendo addirittura di relegare ai mostri allevati la lavorazione dei campi. Rune Factory 5 è un gioco fedele alla sua formula, il che può essere un elemento divisivo. Se cercate una storia matura, non è questo il gioco per voi. Al contrario, se saprete abbracciare la sua cadenza ovattata stringendo i denti davanti agli oggettivi problemi tecnici e dedicando le giornate a una serie quasi infinita di compiti, allora troverete un ottimo passatempo che saprà intrattenervi ben oltre i titoli di coda. Io, ad esempio, non vedo l’ora di consegnare questo articolo per tornare ad allevare mostri da portare con me in missione, andare a pesca o coltivare verdure pregiate sul dorso di un bizzarro drago/giardino. È il viaggio che conta in Rune Factory 5, non la destinazione, un vecchio adagio che si trova a casa nella natura portatile di Switch.

In Breve: Rune Factory 5 è un buon gioco, penalizzato da una realizzazione tecnica mediocre, senza mezzi termini. I fan della serie potranno trovare la solita sfilza di attività bucoliche a cui dedicarsi tra un dungeon e l’altro, ma chi vive contando i poligoni difficilmente riuscirà a chiudere un occhio, anche considerando che, sulla stessa macchina, gira una bella versione di Stardew Valley.

Piattaforma di Prova: Nintendo Switch OLED
Com’è, Come Gira: La direzione artistica è convincente con tinte accese che risaltano particolarmente sul modello oled, ma la fluidità e un un uso spartano delle texture sulle aree più estese spezzano la magia. La versione docked mostra il fianco a un avvertibile input lag, correggibile – si spera – con qualche patch.

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Pro

  • Ricco di attività da portare a termine quotidianamente / Buon senso di scoperta e progressione.

Contro

  • Tecnicamente mediocre / Presi singolarmente, i suoi aspetti non sono memorabili / Quell'input lag va corretto...
6.8

Sufficiente

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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