Taiko no Tatsujin: Rhythmic Adventure Pack – Recensione

Switch

Ci sono voluti un paio di giorni in più per vergare la recensione dell’ultimo Taiko no Tatsujin, il tempo di tirare fuori il buon vecchio tamburello USB dall’armadio e rispolverare il talento vero. Perché il taiko, si sa, c’è a chi piace e a chi non dispiace!

Sviluppatore / Publisher: Dokidoki Grooveworks / Bandai Namco Prezzo: 49,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: Nintendo Switch

È possibile che la vostra vita abbia incrociato i piaceri del taiko senza avervelo sussurrato in un orecchio. Anzi, se avete giocato qualche capitolo della serie Ganbare Goemon, sicuramente vi sarete trovati faccia a faccia con questo maestoso e nobile strumento. Avete presente, no? Il classico tamburo tradizionale giapponese a forma di botte, quello che i tizi con la fronte fasciata solitamente suonano durante tutte le feste popolari a cui avete partecipato seguendo questo o quell’anime. Che potenza, che suono, che devozione da parte di Bandai Namco, visto che l’origine della sua serie a base di tamburi da percuotere come un oni sotto anfetamine risale all’inizio del millennio, e si è concessa il lusso di toccare quasi tutte le piattaforme.




Giocare è facile: colpendo il centro del taiko con i bachi (le bacchette, più corte e robuste di quelle delle comuni batterie) otterrete una nota piena chiamata don, mente centrare i bordi dello strumento vi farà avere un suono secco, ka. Da lì in poi è tutta questione di suonare seguendo gli “spartiti” forniti dal gioco, tenendo il ritmo o martellando come ossessi sulle note di un canzoniere virtuale che negli anni non si è fatto mancare nulla, dalle sigle degli ultimi cartoni animati (occidentali o orientali che siano) alla musica classica.

OH, JAPAN…

Taiko no Tatsujin: Rhythmic Adventure Pack è una collezione che raccoglie i due episodi usciti solo in Giappone per 3DS, con una grafica tirata a lucido e – attenzione! – il supporto a quel piccolo, grande taiko USB che vi ritrovate in casa se avete comprato il precedente Drum ‘n’ Fun. Certo, potete anche giocare agitando i Joy-Con o premendo i loro pulsanti seguendo il tempo, ma scatenarsi con una replica della periferica a gettone è tutta un’altra cosa.

Al netto del miglioramento sul versante risoluzione, i due giochi conservano la semplicità stilistica vista su 3DS.

Combinati, i due giochi offrono circa 130 brani: un buon numero, tuttavia inferiore all’offerta di Drum ‘n’ Fun. Come già accennato, la cosa migliore è il supporto per la periferica con cui potrete abbandonarvi a percussioni indiavolate con quattro livelli di difficoltà per arrivare a sputare l’anima al termine dei brani più complessi. Il repertorio come sempre copre una vasta gamma di generi: immancabili le colonne sonore degli anime di maggior successo degli ultimi anni come Kimetsu no Yaiba e Shingeki no Kyojin, assieme a pezzi prelevati da classici del passato come Dragon Saber o Super Hang-on, adatti per far battere al ritmo del taiko i cuori dei vegliardi. Così, parafrasando Rod Stewart senza ritegno.

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Pro

  • Un buon numero di brani, con una scelta eclettica e soddisfacente / Due giochi al prezzo di uno.

Contro

  • Modalità JRPG banale, e senza il supporto del taiko / Meno tracce rispetto al più riuscito Drum 'n' Fun.
7.2

Buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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