Negli ultimi anni sempre più IP hanno prestato particolare attenzione al settore videoludico portatile e ogni singolo tormentone della Terra del Sol Levante è sbarcato, in un modo o nell’altro, su quelle piccole piattaforme. Non sorprende più di tanto il fatto che, visto l’incredibile successo ottenuto, a oltre due anni di distanza dall’uscita ufficiale su PlayStation 4 e PS Vita Sword Art Online: Hollow Realization si sia fatto anche spazio sulla console ibrida Nintendo. Per Switch il titolo di Aquria arriva con una Deluxe Edition, con tutti i fronzoli che hanno arricchito l’esperienza dei giocatori grazie alle espansioni e i DLC rilasciati finora. Sulla carta l’idea di convertire la versione PS4 e nascondere un po’ sotto il tappeto il disastroso port per Vita parrebbe tanto scontata quanto azzeccata… Che sia dunque questo il modo migliore per godersi il gioco, NerveGear a parte?
NO
Visto che alla fin fine non si tratta di una vera e propria novità videoludica, prima di addentrarci in tutto quello che il gioco ha da offrire è bene iniziare parlando un po’ del lato tecnico. Sin dal momento in cui si accede per la prima volta al menù principale ci si accorge di come questa trasposizione di Hollow Realization non abbia davvero ricevuto tutto l’amore del mondo. Per mantenere la distribuzione dei tasti simile a quella di casa Sony (così come è accaduto anche ad altri titoli Bandai Namco di tutto rispetto come Dark Souls) per confermare è necessario premere il tasto B e per annullare quello A. Questa decisione non solo rende inizialmente contro intuitivi i comandi ma va anche a cozzare con alcune specifiche finestre, come quella di selezione del nome durante la creazione del personaggio.
La presentazione si trasforma rapidamente in uno spettacolo quasi imbarazzante
UN LAVORO DIFFICILE
Quando è stato affidato loro il compito di creare un videogioco basato su uno dei più popolari anime del decennio, gli sviluppatori di Yokohama si sono ritrovati in realtà con una bella gatta da pelare. La storia di Sword Art Online ha visto (almeno inizialmente) i propri personaggi rimanere intrappolati in un MMORPG nel quale ogni passo falso poteva significare la morte anche nella vita reale. Alla base di tutto un innovativo sistema di realtà virtuale che trasmette ai giocatori tutti gli input sensoriali direttamente nel cervello, creando un’immersione mai vista prima.
Si tratta del classico Power fantasy in cui si indossano i panni dell’eroe praticamente senza macchia
COLLEZIONANDO CUORICINI
Tra una quest e l’altra avremo la possibilità di conoscere proprio una di queste entità artificiali, apparentemente priva di uno scopo o una missione da raggiungere, che ci verrà chiesto di difendere dalla cancellazione. A tenere in piedi il tutto ci pensano in buona parte gli ottimi disegni e il voice acting, a cui hanno dato vita gli stessi attori che hanno doppiato la serie. In generale però ci troviamo di fronte a una storia davvero poco ispirata, blanda e prevedibile. Su tutto si fa sempre più pesante la scelta di forzare il giocatore in situazioni assurde e dalle non troppo sottili allusioni sessuali con il gruppo di amiche/spasimanti del protagonista. Dopo esser stati catapultati forzatamente nei panni di Kirito (anche potendo cambiare il nostro avatar, quando si interagisce con gli altri personaggi lo si fa sempre nel suo ruolo) ci viene chiesto di “migliorare” il livello delle nostre relazioni ognuna di loro. I pessimi dialoghi, l’interpretazione sopra le righe e l’aspetto “giovanile” di alcune di queste possibili conquiste rendono questa parte del gioco particolarmente sgradevole.
Riuscire a togliersi dalla testa il disagio provato in alcune delle scene non è facile
NÉ ZUPPA NÉ PAN BAGNATO
Purtroppo anche quando si parla di pure meccaniche e progressione non si può che rimanere un po’ delusi. Il combattimento a primo acchito pare abbastanza complicato e attivo. Ad azzopparlo tuttavia sono un sistema di progressione parecchio annacquato – che permettere tra l’altro ai nuovi giocatori di acquistare, per un prezzo irrisorio, armature (arrivate nei DLC) di incredibile fattura anche ai livelli più bassi – e la randomicità con la quale è possibile ottenere armi in grado di portarti facilmente in spalla fino alla fine dell’avventura principale. Dopo aver messo mano per puro caso a una spada dai valori di base piuttosto alti mi sono ritrovato quasi costretto a renderla la mia arma principale (specie dopo averla potenziata con relativa facilità), a prescindere da quanto potessero esser diverse o interessanti le altre opzioni disponibili. Un vero peccato, soprattutto perché le abilità che si possono imparare e mettere in pratica sono direttamente collegate allo strumento con cui si combatte. Molte delle tecniche utilizzabili – introdotte frettolosamente con una caterva di messaggi a inizio gioco – sono comunque tutt’altro che indispensabili per procedere nella storia. Verso la conclusione delle 37 ore che hanno composto la campagna mi sono infatti ritrovato a utilizzare persino la grossolana integrazione del motion control, che permette di utilizzare gli attacchi normali sventolando senza troppa passione il joy-con destro, vincendo gli incontri senza la minima difficoltà.
Molte delle tecniche utilizzabili sono tutt’altro che indispensabili per procedere nella storia
Esattamente come la serie da cui trae spunto, Sword Art Online: Hollow Realization Deluxe Edition ha alla sua base una premessa accattivante. Questo maldestro port di un titolo non proprio eccellente non riesce però a realizzare quel potenziale che tanto ha affascinato il pubblico e, con questo livello di qualità e così tante scene che potremmo definire amichevolmente “nipponiche”, è adatto solo ai più sfegatati dei fan, pronti a tutto pur di impersonare il loro eroe preferito.