Super Dragon Ball Heroes: World Mission - Recensione

PC Switch

Fate un giro in un qualunque Taito Station a Akihabara e lo troverete, probabilmente assieme ad altri ingombranti cabinati simili. Dragon Ball World Heroes è del resto una presenza fissa nei game center, sulla cresta dell’onda da circa dieci anni e perfetto rappresentante di una moda – quella degli arcade a base di carte collezionabili – che ha trasformato in veri e propri oggetti di culto titoli altrimenti sconosciuti in occidente come Kantai Collection. Scordatevi però interruzioni, mana e turni composti da infinite fasi: i mazzi del gioco sono composti da sole sette carte, ognuna dedicata a un guerriero proveniente dall’immaginario che ruota attorno all’opera omnia di Toriyama. C’è praticamente ogni personaggio che può venirvi in mente, assieme a un buon quantitativo di figuri dai capelli a punta di cui probabilmente ignorate l’esistenza anche voi, cinture nere in materia di Dragon Ball.

CALO IL GARRICK CANNON!

Diavolo, c’è addirittura il Generale Blu del Red Ribbon, pronto a prendersi la sua rivincita contro decine di varianti di Goku! Sulla carta le regole sono semplici: la plancia di gioco è suddivisa in quattro settori, con il primo adibito al recupero del vigore dei guerrieri e gli altri predisposti all’attacco. Più ci si allontana dalla zona di riposo più aumenta la forza combattiva, assieme al consumo del vigore; è solitamente bene mantenere un certo equilibrio tra i combattenti disposti alla lotta e quelli nelle retrovie per evitare di sparare tutte le cartucce in un assalto frontale massiccio che verrà sfondato come carta velina dal successivo contrattacco. Qualunque sia la scelta, i due schieramenti arriveranno a menare le mani, non senza un ulteriore aiuto da parte del giocatore visto che, durante le fasi di attacco (la fazione con la maggiore forza combattiva colpisce per prima) e difesa, un indicatore costantemente in movimento attende solo di essere interrotto con il giusto tempismo: premete il pulsante al suo completo riempimento e massimizzerete il danno inflitto o, nel caso vi troviate nella spiacevole condizione di ricevere una kamehameha in faccia, resisterete a buona parte dei danni.

Qualunque sia la scelta, i due schieramenti arriveranno a menare le mani

Questa è ovviamente la punta dell’iceberg di un regolamento decisamente ricco e sfaccettato, che trasforma i duelli in sala giochi in scene di puro delirio con il giocatore che si sbraccia smanettando in ogni modo possibile con quelle benedette carte per attivare mosse speciali, creare assalti combinati e altre squisite amenità orientali. Portato tra le pareti di casa e privo dell’affascinante coin-op dedicato, il sistema perde qualcosa, ma il risultato non è poi così terribile. Tanto per iniziare non dovrete spendere denaro per ampliare la vostra collezione, perché ogni singola carta stampata durante la longeva “carriera” del gioco è qui presente, pronta per essere sbloccata nell’apposito negozio. Una delle cose più belle di Super Dragon Ball Heroes: World Mission è infatti l’abbondanza di attività a cui partecipare, assieme alle ricompense in palio; al contrario, uno degli aspetti meno ispirati è il tutorial, inserito nella scialba modalità storia. Qui non c’è davvero nulla che possa interessare i giocatori con più di nove anni sul groppone che sbadiglieranno non poco al punto di saltare intere righe di dialogo durante la longeva e banale vicenda che interesserà la Città Eroica, un luogo dove tutti adorano Dragon Ball e vanno pazzi per il gioco che stiamo trattando tra queste righe. Evitando inutili spoiler si tratta di un’avventura incolore dalla trama dozzinale e priva di grinta, basata su misteriosi paradossi che stanno alterando la storia dell’anime, facendo materializzare i personaggi del gioco nel mondo reale con il solito contorno di mocciosi starnazzanti predestinati a salvare la situazione mostrando una sorprendente forza nascosta e blah blah blah.

POKER DI DODOMPA!

I rudimenti vengono dunque spiegati frettolosamente durante le prime battute, una situazione raffazzonata e peggiorata dalle molteplici abbreviazioni che trovano posto nelle importantissime descrizioni sul retro delle singole carte, la ricetta ideale per un discreto mal di testa che vi costringerà ad approfondire altrove le basi prima di diventare effettivamente competitivi e mettere assieme un mazzo ben ponderato al contrario di me, che vado in giro con una squadra composta unicamente da varianti di Broly. Il gioco online è quindi un buon maestro, nonché il posto ideale dove prendere ispirazione e rubare qualche idea da chi ha padroneggiato una serie di variabili discretamente sconfinate che non tratteremo in questa sede come oggetti (ogni carta ne può equipaggiare quattro), trasformazioni, tipologie di eroi e tanto, tanto altro. In alternativa il gioco arcade e il suo ampio ventaglio di missioni è un’altra fermata consigliatissima, con una vasta gamma di storyline a cui prendere parte, dall’ascesa del cattivissimo Lord Slag a scenari improbabili dove Goku e compagni sono costretti ad affrontare il mondo del lavoro, contro una serie di capufficio molto particolari.

il gioco arcade e il suo ampio ventaglio di missioni è un’altra fermata consigliatissima

Con oltre mille carte e infinite combinazioni avrete da giocare per mesi qualora rimaneste rapiti dal particolare schema di gioco; potrete addirittura creare carte e missioni personalizzate, così come scaricare le creazioni altrui per espandere a dismisura l’esperienza, nell’improbabile evenienza che una simile abbondanza vi andasse stretta a un certo punto. Graficamente il gioco fa il suo dovere, riciclando molte animazioni ma portando a casa il risultato grazie a una direzione artistica complessivamente azzeccata dovuta all’esperienza della Dimps di Takashi Nishiyama; va comunque detto che, movenze a parte, i modelli poligonali non riescono a raggiungere i picchi toccati da Arc System Works con Dragon Ball FighterZ, mentre il sonoro colpisce positivamente con impressionanti dosi di doppiaggio. Tra le due versioni provate la più “autentica” appare sicuramente quella per Switch grazie alle doti del touch screen che permettono di imitare le azioni viste nei game center, sebbene la mancanza di carte vere e proprie con cui interagire resta un gap ovviamente incolmabile. Su PC dovrete portare pazienza e far buon viso a cattivo gioco, perché simulare il tutto con gli analogici e il mouse non è proprio il massimo della vita.

Super Dragon Ball Heroes: World Mission è un gioco di carte collezionabili atipico, che ha sempre vissuto in simbiosi con il suo ingombrante coin-op. Spogliato del mobile e trapiantato sui sistemi domestici ha perso parte del suo fascino, guadagnando al contempo una buona dose di accessibilità grazie alla possibilità di poter usare più di mille carte senza bisogno di sborsare un centesimo e lontani dallo stress di accumulare doppioni! Ci sono robuste dosi di longevità e divertimento in palio per i gaijin capaci di approfondire un gioco tanto nipponico, quindi fatevi pure avanti se l’idea di pestare Vegeta con carte e QTE vi aggrada.

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Pro

  • Oltre mille carte!
  • Tante modalità per una longevità stellare.

Contro

  • Modalità storia bambinesca e priva di mordente.
  • Regolamento inizialmente schiacciante.
  • Senza le carte e il mobile dedicato perde inevitabilmente un po’ del fascino originale.
7.8

Buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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