Air Conflicts Collection - Recensione

Switch

Vivere nobili avventure su ali d’acciaio come un vero cavaliere dei cieli, immerso in un avvincente ed eroico contesto storico. No, non parlo di Air Conflicts Collections, mi limitavo a ricordare i fasti di Wings, capolavoro pubblicato sulla sola Amiga nel 1990 ed espressamente desiderato da Bob Jacob in seguito all’indigesta lettura dell’enciclopedico manualone di Falcon, simulatore di razza frutto del talento della Spectrum Holobyte che fu. Con il gioiello della Cinemaware, Air Conflicts Collections condivide l’impostazione arcade del sistema di volo assieme all’ambientazione storica, stavolta contestualizzata durante due precisi momenti del Secondo Conflitto Mondiale, mettendo al servizio della console Nintendo una massiccia dose di duelli aerei e bombardamenti assortiti.

MIGHTY WINGS

Air Conflicts Collections si compone di due distinti titoli, usciti parecchi anni fa su diverse piattaforme e qui per la prima volta disponibili in versione portatile. Nel dettaglio, Air Conflict: Secret Wars esce originariamente nel 2011 e narra le vicende di un gruppo di contrabbandieri a cavallo delle due guerre, mentre Pacific Carriers, pubblicato appena un anno dopo, sposta il teatro bellico sugli eventi accaduti nel Pacifico, iniziando con l’immancabile attacco a Pearl Harbour. Al di là di alcune meccaniche proprie, come un indicatore dell’adrenalina con cui rallentare il tempo di Secret Wars, i due giochi sono tecnicamente identici, presentando un sistema di combattimento aereo leggero e immediato, abbinato a sequenze di bombardamento forse un attimo troppo pignole. È presente un metodo di controllo alternativo, teoricamente improntato sulla simulazione, ma che conserva in realtà la medesima anima arcade dei comandi originali, limitandosi a modificare leggermente il sistema di virata del velivolo.

Il dettaglio grafico appare un gradino al di sotto rispetto a quanto apprezzato sulle precedenti console casalinghe

Qualunque sia l’approccio scelto, vi troverete presto dinnanzi alla natura piuttosto low budget della produzione, immediatamente avvertibile nelle deboli sequenze di intermezzo che abbinano a un doppiaggio trascurabili schermate fisse, incapaci di veicolare quel feeling eroico che ambientazioni simili riuscirebbero altrimenti a evocare senza problemi. Tale limite è facilmente avvertibile durante il gioco: gli aerei sono realizzati con sapienza e passione tale da rendere convincente e “da cartolina” ogni singola inquadratura, ma i paesaggi soffrono terribilmente di texture slavate e un fastidioso clipping degli elementi terrestri, coronando il tutto con qualche occasionale singhiozzo quando si attraversano coltri di nubi. È un problema evidente principalmente nelle prime missioni di Secret Wars, dove il brullo paesaggio libico ti fa chiedere cosa sia rimasto della lezione bonariamente impartita dal Flight Unlimited di Looking Glass. Complessivamente il dettaglio grafico appare un gradino (ma anche due, via) al di sotto rispetto a quanto apprezzato sulle precedenti console casalinghe, sia in modalità handheld che sullo schermo della televisione, dove i difetti sopracitati vengono ovviamente esaltati dalla grandezza del pannello: un vero e proprio peccato se si pensa agli anni che sono passati dal debutto dei due titoli qui riuniti.

MAYDAY

Fortunatamente Air Conflicts Collections ha qualche altro asso ben nascosto nella manica grazie a una longevità apprezzabile, incarnata in un discreto numero di campagne e missioni destinate a mostrare il teatro di guerra attraverso gli occhi delle differenti fazioni in gioco. Le quarantanove missioni di Secret Wars vantano un ritmo interessante, scandito da un’apprezzabile varietà che mette sul piatto stealth, bombardamenti e i classici dogfight, mentre le sortite di Pacific Carrier sono decisamente lunghe, inframmezzate da una buona rosa di obiettivi. Entrambi i giochi possono essere completati in una decina di ore, a cui si affianca la componente multigiocatore; purtroppo al momento non è stato possibile provarla causa server deserti come il Gobi, ma è seccante notare come le naturali doti di Switch non siano state considerate sotto questo aspetto, negando dunque a più amici l’intramontabile piacere di duellare in locale dividendo i Joy-Con, magari tramite split screen. Così com’è, Air Conflicts Collections si rivela purtroppo un’opera di adattamento molto pigra. A poco serve una modalità completamente dedicata ai duelli per lasciarsi alle spalle ogni tentativo di narrazione e librarsi immediatamente tra i cieli, scegliendo liberamente velivolo, forze nemiche e scenario, così come un bizzarro sottogioco in Pacific Carrier dove, ai comandi di una torretta antiaerea, ci viene chiesto di difendere la nostra ammiraglia da infiniti squadroni nemici.

Air Conflicts Collections arriva su Switch con tutta la calma del mondo, atterrando pigramente in virtù di una conversione che porta a casa il risultato facendo davvero il minimo sforzo possibile. Si poteva fare di più sotto diversi aspetti, considerando anche che i giochi originali sono usciti da più di un lustro su altre piattaforme. Non aggiungendo nulla se non la portabilità, Air Conflicts Collections è un prodotto difficile da raccomandare a chiunque si sia cimentato con Secret Wars e Pacific Carriers al momento dell’uscita; con simili presupposti, i nuovi aviatori potrebbero comunque divertirsi discretamente con i gustosi combattimenti aerei di cui la raccolta è prodiga, ovviamente a patto di volare basso con le aspettative.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Entusiasmanti combattimenti aerei in salsa arcade, veloci e accessibili.

Contro

  • Conversione svogliata.
  • Tecnicamente inferiore agli originali usciti anni fa.
6.5

Sufficiente

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

Password dimenticata