Monster Hunter Generations Ultimate – Recensione

Switch

Monster Hunter World è stato così influente da aver educato il suo pubblico con precise regole; non parlo solo di chi non ha mai toccato un capitolo della saga prima dello scorso Gennaio, ma anche dei veterani, oramai abituati a una serie di novità davvero difficili da mettere da parte. Ebbene, Monster Hunter Generations Ultimate si presenta come un immenso compendio della quarta generazione del celebre gioco di caccia Capcom, qualificandosi come l’esperienza definitiva per chi ha amato la saga su console Nintendo. E tutti gli altri?

FACCIAMO L’APPELLO

Monster Hunter Generations Ultimate appare subito come un gioco vecchio, e non solo graficamente. Tecnicamente non promette faville, principalmente perché si tratta della conversione del capitolo XX (Double Cross), uscito inizialmente su 3DS e traghettato su Switch durante la scorsa estate in Giappone.Monster Hunter Generations Ultimate Recensione

Monster Hunter Generations Ultimate si presenta come un immenso compendio della quarta generazione della serie

Al di là di una risoluzione a 720p in modalità portatile e1080p accoccolando la console nella docking station (con tutta la pulizia video che ne deriva), è un po’ fastidioso notare come la fluidità si assesti sempre e comunque sui 30 fotogrammi al secondo, un espediente probabilmente necessario per sincronizzare al meglio il cross play con la versione 3DS, pubblicata, però, esclusivamente in patria. Complessivamente non si tratta di un difetto fondamentale, perché la conta poligonale sotto tono viene abilmente mascherata da un’ottima direzione artistica; il problema più grande, tuttavia, deriva dal bagaglio di antiquato game design che la serie si è pigramente portata dietro fino a Monster Hunter World, e che pesa come un macigno dopo aver mosso i primi passi nel Nuovo Mondo. I livelli costruiti “a stanze” sono a dir poco anacronistici, privi della convincente organicità di quelli visti e vissuti nell’ultima generazione, non solo per quanto riguarda i caricamenti tra una zona e l’altra, ma anche per l’assenza degli elementi interattivi quali trappole o animaletti da stuzzicare per avere un vantaggio contro i nemici. La sensazione di vagare in un ecosistema vivo e pulsante non abita più da queste parti, insomma, e questo è un primo, enorme passo indietro davvero duro da digerire; per lo meno la nuova mappa introdotta nel gioco (rovine elevate) è discretamente bella da vedere. Prepararsi a una battuta di caccia torna a essere un’operazione noiosa e testardamente stupida per diversi motivi: non è più concesso cambiare equipaggiamento dopo aver accettato una missione, e il pasto va consumato per forza prima di mettersi in marcia, dato che non esistono mense presso l’accampamento.

Sì, parlo al singolare perché ce n’è uno solo per mappa, quindi non si può più viaggiare velocemente tra più avamposti, né entrare nelle tende per riorganizzare armi e fare incetta di munizioni e oggetti. Una situazione in parte mitigata dal sistema di rifornimento pianificato nel nuovo hub del gioco, il laboratorio del Solcacielo; in cambio di punti si possono richiedere diversi pacchetti (oggetti curativi, estrattivi e così via) che verranno consegnati al campo base a pochi minuti dall’inizio della missione, ma si tratta comunque di un’opzione scomoda, da premeditare prima di entrare in azione e destinata ad allungare ulteriormente i preparativi. Il fabbro torna a diventare una sorta di “azionista di wikipedia”, dato che la mancanza del diagramma ad albero impedisce di avere immediatamente chiara la strada per ottenere una specifica arma, mentre è nuovamente presente l’odiosa distinzione tra le armature, differenti per armi corpo a corpo e a distanza. Per finire, il moveset dei vari strumenti ha perso un sacco di interessanti aggiunte come la Devastazione volante aerea del martello (l’attacco rotante in salto), mentre le balestre sono tornate ad essere lente e macchinose da usare, buttando alle ortiche tutto il dinamismo che le aveva positivamente riqualificate.

TUTTO PERDUTO?

Nossignore, perché, al netto di una vagonata di scomodi anacronismi, Monster Hunter Generations Ultimate è un gioco traboccante di contenuti. Potete trovare buona parte dei suoi punti di forza rispolverando la recensione dell’originale che ho scritto un paio di anni fa, in occasione della sua uscita europea, poiché il gioco trattato tra queste righe ne è la naturale espansione, tanto che è possibile utilizzare il vecchio salvataggio da 3DS a Switch tramite una comoda utility gratuita sul Nintendo Store.Monster Hunter Generations Ultimate Recensione

Al netto di una vagonata di anacronismi, Monster Hunter Generations Ultimate è traboccante di contenuti

Rispetto alla trentina (comunque in espansione tramite DLC gratuiti) di mostri presenti in Monster Hunter World, Monster Hunter Generations Ultimate ne offre oltre novanta per donare una varietà senza eguali alle vostre battute di caccia, al netto di una cospicua presenza di sotto specie e di devianti, differenti per forza e strategie d’attacco, comunque identici a mostri già visti in termini estetici. Le nuove entrate sono in effetti solo due: l’illustre Valstrax (il “flagship monster” del gioco, sostanzialmente) era già presente nella recente demo ed è un velocissimo incrocio tra un drago e un jet a reazione; terrò la bocca cucita riguardo l’altro, invece, essendo il boss finale delle richiestissime – nonché durissime – missioni di grado G-Rank, assenti nel Generations “liscio” e qui presenti in gran spolvero, come la tradizione dei capitoli finali di ogni generazione vuole. Progredire su questa strada sbloccherà anche la possibilità di mutare l’aspetto dell’armatura, cambiando l’estetica ma mantenendo abilità e statistiche di quella attualmente indossata. I giocatori solitari saranno felici di sapere che sono state aggiunte le missioni di alto grado alle loro bacheche, prolungando in questo modo la storia con un nuovo arco narrativo che condurrà alla resa dei conti col Valstrax, aumentando di conseguenza il quantitativo di armi e armature da costruire e migliorare, senza la necessità di giocare con altra gente per procurare i materiali necessari al loro sviluppo.

Per quanto riguarda il gioco online la situazione è decisamente rosea, dato che ho già disputato numerose partite assieme a cacciatori assortiti, fluidamente e senza problemi di sorta; peccato che le missioni multigiocatore (sia in wi-fi che su internet) siano nuovamente racchiuse in una modalità separata dalla storia principale, con tanto di lobby dedicata orfana dell’amatissimo razzo di segnalazione.Monster Hunter Generations Ultimate Recensione

Agli stili di caccia già presenti si aggiungono Valore e Alchimia, il primo dei quali adatto ai veri duri

Agli stili di caccia già presenti (Gilda, Offensivo, Aereo e Ombra) se ne aggiungono due, ovvero Valore e Alchimia. Il primo è per veri duri, e richiede di “parare” gli attacchi rinfoderando l’arma per riempire un’apposita barra e godere, così, di un moveset ampliato e più efficace per un breve periodo. Considerato che l’indicatore di cui sopra si esaurisce velocemente, si tratta di una scelta dedicata a chi ama l’offensiva totale e sa apprezzare un ulteriore livello di complessità. Il secondo, d’altro canto, non mi ha fatto impazzire, con il gimmick che ruota completamente attorno a una botte alchemica da scuotere per ottenere vari oggetti, al prezzo di una dotazione di mosse limitata. Offre il meglio di sé in squadra, così come la nuova meccanica SP (Style Power-Up) con cui designare una delle arti di caccia equipaggiate. Questa richiederà più tempo del dovuto per essere caricata, ma alla sua attivazione genererà utili potenziamenti per tutto il party, differenti a seconda dello stile scelto. Gli adepti dello stile Aereo rigenereranno la resistenza subito dopo aver spiccato un salto, non più in seguito all’atterraggio, mentre chi usa lo stile Gilda potrà utilizzare i consumabili più rapidamente.

Concludo segnalando il ritorno della modalità Cacciamiao, con la possibilità di impersonare i compagni felyne. Anche loro godranno di un numero di esclusive missioni di alto grado, beandosi nel frattempo di nuove abilità senza, purtroppo, essere ancora in grado di classificarsi come un’esaltante alternativa alla caccia tradizionale.

Per molti Monster Hunter Generations Ultimate sarà il gioco giusto al momento sbagliato. Ricco fino a scoppiare di contenuti, tuttavia giunto in Europa dopo che Monster Hunter World ha svecchiato e rinnovato da cima a fondo le regole della caccia. Se siete fan della saga probabilmente potrete chiudere un occhio su un parziale ritorno alle origini, in cambio di una longevità davvero esemplare. Gli altri ci pensino un po’ su, magari facendosi prestare da un amico per un po’ lo stesso Monster Hunter Generations su 3DS, tanto per somatizzare i cambiamenti. A volte è davvero dura tornare indietro.

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Pro

  • Possibilità di importare il vecchio salvataggio da Monster Hunter Generations.
  • Ricchezza di contenuti smodata.
  • Gioco online solido.
  • Su Switch non c'è la concorrenza di Monster Hunter World.

Contro

  • Paragonato a Monster Hunter World, risulta anacronistico sotto tanti, troppi aspetti.
8.2

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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