Outlast: Bundle of Terror - Recensione

Switch

Ho ancora un ricordo vivo delle mie giornate in redazione, mentre lavoravo alla recensione di Outlast in versione PC. Con un paio di cuffie ben salde in testa a isolarmi dal mondo circostante, mi sono tuffato nel mondo tetro e spaventoso dell’ospedale psichiatrico di Mount Massive, saltando dalla sedia a ogni passaggio particolarmente teso e prendendo a male parole quei colleghi che avevano la malaugurata idea di toccarmi sulla spalla nei momenti meno opportuni. Il fatto che un titolo “adulto” come Outlast giunga anche su Nintendo Switch è un bel segnale di come si stia muovendo la casa di Kyoto al fin variegare in modo importante la sua offerta (ne ho discusso recentemente in questo editoriale, nel caso vogliate approfondire il mio pensiero sull’argomento), e la cosa bella è che un horror di questo tipo funziona davvero bene anche in modalità portatile, come andiamo a vedere testé.

FARSELA SOTTO IN AUTOBUS

Tentare la fuga da un manicomio infestato da creature che ci danno la caccia, specie se siamo armati solo di una videocamera a infrarossi, è un grattacapo non da poco. In Outlast i jumpscare sono all’ordine del giorno e al nostro protagonista – il giornalista Miles Upshur, recatosi alla magione per indagare su strane pratiche nei confronti dei pazienti ivi ricoverati – non resta altro da fare che restare nascosto ed evitare il più possibile i pericoli, in una sorta di Alien Isolation senza possibilità di offesa nei confronti di chi vorrebbe trasformarlo in carne da macello.

Outlast Bundle of Terror Recensione Switch

Outlast è un titolo che in mobilità va giocato tenendo saldamente la console tra le mani

Per questo motivo, giocare a Outlast senza un paio di cuffie e su un mezzo di trasporto pubblico potrebbe non essere tra le cinque idee migliori della settimana, più che altro per non trovarsi con vicini di posto “sbircioni” che, all’improvviso, si facciano prendere dal panico e ci versino addosso liquami di vario genere per lo spavento: anche sfruttando i miseri altoparlanti stereo della console (e quindi mantenendo un minimo di contatto diretto con la realtà) le palpitazioni sono garantite, e questo è certamente un primo punto a favore della conversione di Red Barrels. Il talentuoso team canadese ha optato per una sorta di conversione 1:1, evitando di impelagarsi in modifiche al gameplay per sfruttare in qualche modo le proprietà posizionali dei Joy-Con o lo schermo touch. Dopo un primo vagito di rammarico, devo ammettere di aver apprezzato la scelta: Outlast è un titolo che in mobilità va giocato tenendo saldamente la console tra le mani, così che la fermezza dell’impugnatura trasmetta correttamente l’esigenza di rimanere aggrappati alla vita con le unghie e con i denti. Semmai, avrei tentato in qualche forma di accentuare la resa del HD Rumble; inoltre, avrebbe anche giovato un minimo di adattamento nella dimensione dei testi (leggibili comodamente su TV, un po’ meno sullo schermino della console), ma alla fine va bene anche così.

UN PORT PRECISO AL PIXEL

L’esperienza, a livello di contenuti e interfaccia, è quindi praticamente la stessa che abbiamo assaporato sulle piattaforme che hanno ospitato Outlast prima di Nintendo Switch. Anche dal punto di vista tecnico siamo sulla parità assoluta: Red Barrels sa sfruttare l’Unreal Engine 3 con perizia e la versione Switch è estremamente simile alle versioni PS4 e Xbox One a livello visivo, laddove in versione portatile i 720p si adeguano alla risoluzione nativa della console, mentre in versione docked non ci si allontana troppo dal Full HD. Dove la versione Switch di Outlast paga un po’ pegno è in ambito frame rate, che si assesta sui 30 fps (granitici), quando sulle altre piattaforme si viaggia al doppio della frequenza. Poco male, visto che siamo di fronte a un titolo che non richiede chissà quali tempi di reazione: benissimo ha quindi fatto lo sviluppatore a tagliare su questo fronte, pur di mantenere intatta la qualità su altri aspetti più importanti.

Outlast Bundle of Terror Recensione Switch

In Outlast i jumpscare sono all’ordine del giorno

Chiudo segnalandovi che il nome Bundle of Terror dato alla versione Switch di Outlast non è messo lì per caso. Acquistandolo ci si porta a casa sia il gioco base, sia l’ottimo DLC Whistleblower che ci racconta i prodromi della vicenda, mettendoci nei panni di Waylon Park, colui che ha girato la “soffiata” sulle nefandezze del manicomio di Mount Massive al povero Miles Upshur. Peraltro, il 27 marzo prossimo arriverà su eshop anche Outlast 2, di cui ci aveva parlato il buon Mario Baccigalupi in occasione della sua venuta su PC, PS4 e Xbox One giusto un annetto fa: qualora servisse, cliccando qui potete fare un bel ripassino sulla questione.

Outlast in versione Switch “ce la fa” nella misura in cui Red Barrels ha operato il minimo sforzo per ottenere il massimo risultato. Siamo di fronte a una conversione 1:1 delle incarnazioni che già conosciamo a menadito, da esse tecnicamente quasi indistinguibile se si omette un frame rate bloccato a 30 fps, quando altrove è il doppio. Per il resto, il delirio che alberga nei corridoi del manicomio di Mount Massive non ha perso una virgola della sua carica emotiva, e i salti sulla poltrona sono garantiti anche qualora si decida di fruire del gioco in modalità portatile. La presenza del DLC Whistleblower allunga il brodo di quel tanto che serve per arrivare “serenamente” a fine mese, quando su eShop farà la sua comparsa Outlast 2. Evviva.

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Pro

  • Paura e panico, anche in mobilità.
  • Tecnicamente, un porting "facile" ma operato con perizia.
  • Il DLC Whistleblower aggiunge il giusto pepe alla vicenda.

Contro

  • Alcuni testi sono faticosi da leggere se si gioca in modalità portatile.
  • Qualcuno potrebbe storcere il naso per i 30 fps, nonostante siano granitici.
8

Più che buono

Detto, fatto, un po' matto. Il Kikko redazionale passa per vecchio e stanco, ma è quello che porterà un fiore, un mouse e una tastiera sulle tombe di tutti gli altri loschi figuri che gravitano per le nebbiose vie di TGM.

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