Pac-Man Championship Edition 2 Plus - Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

Avete presente la 500 (con te davanti e il cambio dietro – ndEELST)? Lo splendido trattato di ingegneria meccanica che infesta le strade di mezzo mondo ed è diventato caposaldo del design italiano? La 500 è bella dagli anni Cinquanta (fatto salvo per la parentesi a quadrettoni degli anni Novanta… ma del resto nei Novanta potevamo fare tutti meglio), non è invecchiata di una virgola e, anzi, gli stessi produttori hanno cercato più di una volta di riflettere la luce di quella bellezza con un prisma di prodotti più o meno riusciti, che – inutile dirlo – hanno raccolto molto meno seguito rispetto a quell’icona di stile clamorosa. Non è un caso, per dire, che rispetto alla Barchetta o alla Giardiniera (o attuali abomini quali L o X), le versioni memorabili della 500 siano quelle che prendono il materiale d’origine e lo rendono più spinto, prestazionale, smodato.

Giocando a Pac-Man Championship Edition 2 Plus (riedizione speciale per Switch del gioco di cui avevo già chiacchierato su queste pagine), l’analogia mi ha colpito con la stessa forza con cui solitamente la pizza gialla mastica code interminabili di fantasmini blu. Pac-Man, l’originale, come si è detto è un capolavoro la cui bellezza si ribadisce dal 1980, e che si fa giocare con gusto ogni volta che il nostro occhio si posa su uno schermo che lo trasmette. La prima Championship Edition, grazie alla supervisione di Toru Iwatani e a un allineamento di pianeti e stelle benevoli, stava a Pac-Man come le preparazioni Abarth stanno alla 500: un abbraccio di amore che innalza forma e sostanza insieme, verso un equilibrio perfetto che sfiora l’esagerazione ma si mantiene perfettamente in pista. Un risultato che riesce a far accaldare tanto i catechisti quanto le parrocchiane, senza mandare in escandescenze il parroco. E Pac-Man Championship Edition 2 Plus? Eh.

REVISIONISMO STORICO

Non voglio dire necessariamente che l’8.5 in calce alla mia recensione di Pac-Man Championship Edition 2 sia un voto eccessivo, perché a ben pensarci non lo è. Il “problema”, se così vogliamo definirlo, è che – come spiegavo allora – si tratta di un prodotto sulla scia di due cose fuori scala per il mondo dei videogiochi, ovvero un capolavoro immortale e una revisione completa (stilistica, contenutistica e concettuale) che ha del miracoloso e, per i più iconoclasti, è in grado di superare anche l’originale. Come scrivevo anche allora, Pac-Man Championship Edition 2 è un altro, ottimo Pac-Man Championship Edition, ma non di meno è inferiore (così come lo è qualunque cosa sotto con voto inferiore al 9.8, direi), e quindi è inevitabile che la memoria lo metta a referto come uno di quei prodotti collaterali, riusciti ma indubbiamente meno affascinanti e accattivanti della versione originale, o men che meno della versione strappamutande che fa girare tutti quando sfreccia per le strade o sui televisori (ed è subito Pac-Man Giardiniera, signore e signori!).

Pac-Man Championship Edition 2 Plus Recensione Switch

ritroviamo anche su Switch i contenuti che abbiamo visto su PC, PS4 e Xbox One

Riprendere in mano oggi, dopo un anno e mezzo, Pac-Man Championship Edition 2 significa, né più né meno, ritrovare delle meccaniche familiari ma non immediate, come raccogliere i frutti (e quindi tutti i Pac-Dots) prima dello scadere del tempo, smart bomb che teletrasportano al centro del labirinto (invece che spostare i fantasmi) e, soprattutto, fantasmini che possono venire colpiti prima di portarci alla perdita di una vita. O, peggio, fantasmini che si distinguono tra i quattro storici e quelli minori, che si infilano nella scia dei principali e non creano un unico, gigante serpentone di piacere da ingurgitare tutto in un’unica volta, come si faceva dieci anni fa ai tempi della prima CE. A compensare il rientro in carreggiata, ritroviamo anche su Switch i contenuti che abbiamo visto su PC, PS4 e Xbox One, con le modalità Score Attack e Adventure a tenerci incollati all’adorabile console Nintendo. Per altro, entrambe le modalità si sposano molto bene tanto col divano quanto con la fruizione in piena mobilità, visto che Score Attack si compone di tante scalate al punteggio in run da cinque minuti, mentre Adventure è una modalità “a missioni” fatta di livelli brevi, che portano a una sorta di scenografica boss battle.

IN DUE IN UNA CINQUECENTO

Al che voi vi chiederete, “e qual è il Plus di Pac-Man Championship Edition 2 Plus?”. Bravi! Il Plus consiste in una modalità da affrontare in due giocatori, concepita soprattutto per sfruttare i due Joy-Con forniti di base con Switch (ma chiaramente usufruibile anche con gli altri tipi di controlli compatibili), in cui due Pac-Man si muovono senza limiti per il labirinto, entrambi mossi dal solito scopo di mangiare tutto il mangiabile e completare il livello prima della fine dei secondi. Il quid particolare è che, in questa modalità, il serpentone di fantasmi che si viene a creare va mangiato contemporaneamente dalla testa alla coda, con i Pac-Man alle due estremità, chiedendo ai due giocatori una certa dose di complicità e automatismo. In aggiunta, superati i labirinti più tradizionali, la modalità Plus ci mette davanti anche a delle boss battle ancora diverse rispetto a quelle viste nella modalità Adventure, con dei veri e propri fantasmi giganti da abbattere a suon di colpi in testa (a patto di averli tramortiti con l’apposito Pac-Dot), come fossimo al cospetto di un platform tradizionale che, in tutta onestà, non so bene come inquadrare: apprezzata aggiunta o fugace e stonata bizzarria? La verità sta probabilmente nel mezzo… di sicuro, si tratta di un altro cambio di meccaniche buttato lì all’improvviso, per una frazione di gioco tutto sommato breve, che non aggiunge niente se non una sensazione di smarrimento: “perché, esattamente, devo saltare in un gioco di Pac-Man? Non ci eravamo messi alle spalle i giorni di Pac-Man World?”. Al netto di tutto, va segnalato come la modalità Plus sia disponibile anche per i giocatori singoli, con il secondo Pac-Man mosso dall’Intelligenza Artificiale. La cosa si porta dietro tutte le incomprensioni date dal non poter parlare con il secondo giocatore, ma nel complesso non c’è troppo di cui lamentarsi.

Pac-Man Championship Edition 2 Plus Recensione Switch

Pac-Man Championship Edition 2 Plus non è purtroppo un punto di riferimento tecnico della produzione Switch

Piuttosto, mettersi in due davanti a uno schermo di sette pollici traboccante di fantasmi in acido e colori fluo che esplodono significa rendere poco leggibile una situazione che, già di base, richiedeva parecchia coordinazione e velocità occhio-mano, quindi valutate un po’ voi se vale la pena rischiare amori e amicizie per una partita a Pac-Man. Battute (?) a parte, va sicuramente segnalato come Pac-Man Championship Edition 2 Plus, purtroppo, non sia un punto di riferimento tecnico della produzione Switch: tanto in modalità portatile che in dock i rallentamenti non mancano, facendo venir meno quel ritmo e quella sensazione di velocità che ha sempre contraddistinto tutte le Championship Edition. E, sebbene i colori e la musica siano sempre a mille, come ben sapete non basta aggiungere una striscia sul cofano per fare della vostra auto una bestia da pista.

Pac-Man Championship Edition 2 Plus porta su Switch i contenuti di un seguito meno bello dell’originale, aggiungendo però una modalità cooperativa che fa la gioia delle coppie e degli amici… almeno fino all’improvviso arrivo di una meccanica che va via come è arrivata. La realizzazione tecnica purtroppo non brilla e, per quanto sia comunque tutto un tripudio di suoni e colori, forse non è così che avremmo voluto vedere il Pac-Man lisergico sulla console più giovane e cool del momento.

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Pro

  • La modalità per due giocatori è un bel regalo in esclusiva...
  • È comunque Pac-Man CE, su Switch.
  • Lo stile visivo è fantastico.

Contro

  • ...peccato che la conseguenza sia un discreto WTF.
  • La realizzazione tecnica lascia a desiderare.
7.5

Buono

Sempre più incredulo che queste cose si debbano scrivere in terza persona, Stefano Talarico è arrivato fino a qui, a portare i frutti della della sua tastiera con la speranza vana di mettere qualcosa sotto ai denti. Per fortuna, potrà raccontare ai suoi nipoti di essere morto lasciando un corpo in formissima.

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