Per i possessori giapponesi di Nintendo Switch l’esperienza con la saga di Dragon Quest non è stata granché positiva fino a oggi. Tra l’undicesimo episodio ancora orfano di una data di pubblicazione e la raccolta dei due spin-off Dragon Quest Heroes penalizzata da una fluidità decisamente sottotono, il debutto della gallina dalle uova d’oro di Square Enix sulla nuova ammiraglia Nintendo ha lasciato il pubblico nipponico decisamente tiepido. Dragon Quest Builders è una conversione praticamente diretta del bel gioco uscito due anni fa su PS4, con un paio di aggiunte tutto sommato marginali alla formula originale. Vediamo come se l’è cavata.
ACT RAISING
Dragon Quest Builders è un’ucronia nel lore della saga di Yūji Horii: il protagonista del primissimo gioco si è trovato faccia a faccia con la sua nemesi Dragonlord e ha egoisticamente deciso di reclamare per sé il potere oscuro, al posto di riportare la pace nel regno di Alefgard. Nella distruzione che segue saremo chiamati a ricoprire il ruolo del Costruttore, vero e proprio avatar dello Spirito della Terra investito del dono della creazione, capace di riunire un popolo allo sbando e riportare Alefgard ai vecchi fasti.In altre parole, in Dragon Quest Builders vi troverete davanti a una sorta di Minecraft in terza persona dove combattere e costruire sono attività che procedono di pari passo; abbiamo dedicato un’esauriente recensione al momento dell’uscita del titolo sulla piattaforma Sony, che potete leggere per conoscere tutti i particolari di una delle più belle sorprese del 2016. La versione Switch, come già accennato, ne è una copia diretta che conserva tutti i pro e i contro.
La versione Switch è una copia diretta del gioco per PS4 e ne conserva tutti i pro e i contro, quello che cambia sono le performance
Quello che cambia sono le performance: nella sua docking station, Dragon Quest Builders su Switch riesce quasi sempre a raggiungere i 60 fotogrammi al secondo (risultato, a onor del vero, non del tutto stabile, neppure su PS4) con una risoluzione di 720p, un risultato apprezzabile anche grazie alla buona direzione artistica. In modalità portatile, invece, la fluidità viene dimezzata, ma si tratta di un buon compromesso in cambio della portabilità, un fattore che giova enormemente al titolo.
Seguendo le orme del campione d’incassi Mojang, il bello del gioco è insito nel costruire a ruota libera dando sfogo alla creatività, mettendo momentaneamente da parte la narrazione per andare alla ricerca di materiali rari e realizzare veri e propri capolavori d’urbanistica. Farlo ovunque senza limitazioni è un valore aggiunto veramente incontestabile, e devo ammettere che la mia carriera di architetto fantasy sta vivendo una nuova gioventù, soprattutto ora che posso portarla avanti spaparanzato a letto: se Stardew Valley “rischia” di creare una fortissima dipendenza nella sua incarnazione portatile, lo stesso discorso vale per questo adattamento firmato Square Enix.
DRAGONCRAFT
A parte il vantaggio della portabilità, Dragon Quest Builders per Switch permette di cavalcare un cucciolo di Great Sabrecat tra le lande di Terra Incognita, l’area libera dove la creatività vige sovrana, e accessibile una volta finita la prima regione. Il felino non se la cava male in battaglia e permette una navigazione migliorata grazie alle quattro zampe motrici, che abbinano a una velocità di crociera superiore un utilissimo doppio salto: esattamente quello che ci vuole per racimolare velocemente i materiali e mettersi subito al lavoro.
è possibile dare un look rétro alle nostre costruzioni
Dragon Quest Builders rinasce a nuova vita su Nintendo Switch, dove il desiderio di creare in ogni momento e senza limitazioni trova terreno fertile grazie alle capacità uniche della console. Si tratta però dello stesso gioco di due anni fa, con aggiunte tutto sommato puramente marginali; ergo, se ne avete avuto abbastanza (possibilissimo, giacché si tratta di un gioco decisamente longevo), non troverete in questa nuova incarnazione dei contenuti sufficienti a riaccendere la vecchia fiamma. Un ottimo titolo per chi ha perso il primo appuntamento, insomma; tutti gli altri possono serenamente restare in attesa del secondo capitolo.