Tanti anni fa, un uomo più erudito di me asserì che il meglio della vita è schiacciare i nemici, inseguirli mentre fuggono e ascoltare i lamenti delle femmine. Proclami forti, ancora oggi pregni di saggezza, ma devo dire che anche aprire in due un demone dopo avergli spaccato il cranio con una ginocchiata ha la sua porca raison d’être. È solo una delle truculente esecuzioni a cui ci ha abituato l’anno scorso DOOM, il reboot di una saga che non sapeva più da che parte volesse andare. Quel terzo capitolo lì aveva fallito nell’infervorire i fan: ombre, torce elettriche e jumpscare… e chi li vuole? DOOM è sempre stato azione veloce, frenetica e su di giri: un fandango di morte, da ballare con il canne mozze piantato nella gola di un Hell Baron, con il dito sul grilletto.
CRASH DOOM BANG
Il DOOM del 2016 questo lo ha capito eccome, iniettando i geni dell’illustre antenato in una veste grafica al passo con i tempi, appagante e veloce. Il protagonista non si prende neppure la briga di camminare, lui corre di base, perché non ha tempo da perdere e i demoni evocati da quella strega avvizzita di Olivia Pierce non si uccideranno da soli. È un gioco che probabilmente conoscerete anche bene, forte di una realizzazione generalmente di ottimo livello sia su PC che su console; considerando che è più volte finito in sconto negli scorsi mesi, c’è una buona probabilità che abbiate già liberato Marte dalle grinfie dell’inferno. Nella malaugurata eventualità che siate giunti tardi alla festa, potete recuperare la recensione vergata dal nostro poderoso keiser, da sempre una garanzia quando si parla di FPS; in questa sede siamo riuniti per esaminare la cosiddetta “conversione impossibile” del gioco su Switch.
il gioco c’è ed è bellissimo, esattamente come un anno fa
Anche la modalità multigiocatore è inclusa con il suo carico di livelli da scalare, personalizzazioni varie e demoni da impersonare per mettere a ferro e fuoco la squadra avversaria, ma deve essere stranamente scaricata a parte nel caso optaste per la versione fisica del gioco, una clausola un filo spiazzante. Per lo meno, pare essere davvero molto stabile, almeno nelle partite disputate in questi giorni contro i rari avventori, e mi ha garantito scontri senza fastidiosi singhiozzi anche con appena due” tacche” di connessione. Si riconferma anche qui un passatempo piacevole, improntato sullo stile rapido dei buoni vecchi deathmatch di una volta, ma che non riesce a replicare il piacere offerto a profusione dalle altre modalità. Assente l’editor di livelli: quello, purtroppo, non ce l’ha fatta a presentarsi all’appello, quindi non potrete dare sfogo alla vostra creatività o giocare le creazioni degli altri altri utenti; roba che su altre piattafome spazia da anonimi corridoi soffocati di nemici a idee fuori di testa come l’incredibile Harvest DOOM.
L’INFERNO IN TASCA
Infine, eccoci al punto dolente, che ho scansato con una certa grazia per tutta la recensione, ma tocca affrontarlo: DOOM su Switch non è graficamente molto appagante, specialmente se avete lasciato il cuore sulle altre versioni per innumerevoli ore, come il sottoscritto. Sono ovviamente conscio dei limiti della console Nintendo, così come ero a conoscenza del significativo calo di fluidità che avrebbe dimezzato gli ovattati 60 fps sperimentati sulle altre piattaforme, in nome di un frame rate più o meno costante. Però diamine… questo DOOM è davvero sfocato! Il gioco è lì, ma sembra nascosto sotto il filtro blur di Photoshop per tutto il tempo. Non aiutano occasionali texture provenienti dal passato che ogni tanto ci ricordano che i mondi poligonali che animano oggigiorno il nostro hobby non sono stati sempre così definiti: tra le immagini che ho allegato alla recensione ce n’è una di un carrello elevatore (qui sotto) che dovrebbe rendere la vostra giornata un po’ meno solare.
Diamine… questo DOOM è davvero sfocato!
Giuro sulla mia motosega doppia (quella tamarrissima di DOOM 64, rimanendo in casa Nintendo) che avrei voluto dare un voto altissimo a DOOM su Switch. Del resto il titolo è sempre quello, brutale e adrenalinico come amo ricordarlo, ma i compromessi sono notevoli. Fate così: se Switch è la vostra unica piattaforma da gioco, considerate caldamente l’acquisto: non saprà stupirvi sul fronte grafico, ma vi divertirete di sicuro. Se invece possedete una PS4 e/o un PC decente, non c’è neppure da porsi il dilemma: anche i soli 60 fps dovrebbero bastare nell’invitarvi a giocarlo altrove, ma aggiungeteci pure una pulizia drasticamente superiore e l’editor di livelli, oltre al prezzo oramai alla portata di ogni tasca (su Amazon la versione PS4 ve la tirano dietro a meno di venti euro). A questo punto non riesco a trattenere la curiosità per Skyrim.