L’attesa è finalmente terminata: ho resistito un anno al richiamo di Dragon Ball Xenoverse 2, trascurando il lancio iniziale in favore di altri titoli, ripromettendomi che – prima o poi – avrei recuperato il seguito di un gioco che mi aveva decisamente intrigato. Proprio non ce la faccio a dire “no” quando alle redini di un progetto c’è la Dimps di Takashi Nishiyama, il creatore del primissimo Street Fighter (senza contare che lo sviluppatore si è fatto apprezzare dai fan di Dragon Ball grazie anche alla serie Budokai su PS2, ottimi titoli su licenza che hanno riportato il marchio ai fasti storici della serie Butoden su Super Famicom).
Se siete nostri assidui lettori, saprete sicuramente che TGM ha sviscerato con la giusta dovizia Dragon Ball Xenoverse 2 al momento dell’uscita, e potete fare un salto a quella recensione – splendidamente stagionata – per conoscere vita morte e miracoli di un titolo a metà tra combattimenti e gioco di ruolo che tuttora gode di ottima salute in Giappone, come del resto testimonia il recente annuncio del nuovissimo DLC che introdurrà Darbula e Majin-Bu-che-ha-fagocitato-Gohan (Buuhan, per gli amici), presto disponibile.
TIMECOP
Il successo non ha alcuna intenzione di rallentare su Switch, dove il gioco ha debuttato agli inizi di Settembre nel paese delle miko e dei samurai per piazzarsi immediatamente al terzo posto dopo campioni d’incassi quali Monster Hunter Double Cross e Minecraft.Un grande appeal significa grandi guadagni, e per questo Dragon Ball Xenoverse 2, nella sua nintendiana incarnazione, non conterrà i 4 DLC a pagamento pubblicati finora, e dunque ci toccherà comprarli una volta che verranno resi disponibili nello store. Come contentino, Black Goku – che era inizialmente disponibile come promozione lo scorso anno – sarà immediatamente utilizzabile nel cast. Meglio di niente, insomma!
il sistema di combattimento – semplice, ma efficace – è in grado di catturare appieno l’atmosfera dei combattimenti ipercinetici per cui la serie è famosa
Complessivamente, si tratta dello stesso gioco: al posto di riproporre per l’ennesima volta la saga dei Saiyan così come papà Toriyama l’ha fatta, i due Xenoverse affrontano l’opera con un approccio differente, permettendoci di creare un alter ego con cui vigilare sullo scorrere del tempo, nientemeno! Cosa sarebbe successo se Raditz si fosse divincolato dalla stretta di Goku, scansando il Makankosappo di Piccolo? E se Freezer avesse perso le staffe assumendo subito la sua forma definitiva per far piazza pulita, mentre Kakaroth era ancora in viaggio verso Namek? Per evitare simili paradossi, Trunks e il Kaioshin del tempo hanno creato un gruppo di crono-pattugliatori con sede a Conton City.
Nell’hub del gioco è possibile frequentare lezioni tenute da celebri personaggi provenienti dall’immaginario di Dragon Ball, apprendere tecniche segrete e forgiare amicizie per scatenarsi con un sistema di combattimento semplice ma efficace, in grado di catturare appieno l’atmosfera dei combattimenti ipercinetici per cui la serie è famosa. Il tutto grazie alla possibilità di volare liberamente nell’area di gioco, alternando combo, evasioni e guard break a esplosioni energetiche esagerate, all’interno di scontri che contrappongono spesso un numero consistente di alleati e antagonisti. Questo vale sia per le missioni principali che per quelle parallele, vere e proprie quest secondarie da affrontare con una squadra di personaggi liberamente configurabile per sbloccare equipaggiamento, tecniche speciali e guadagnare punti esperienza salendo di livello, in modo da potenziare gli attributi del nostro guerriero e avere qualche speranza nelle sfide avanzate. Purtroppo, su Switch vivrete il tutto in maniera un po’ meno fluida, poiché il gioco gira a “soli” trenta fotogrammi al secondo rispetto ai sessanta visti su PS4 e compagni, fatta eccezione per gli scontri 1 vs. 1 dove la fluidità viene portata al livello degli altri sistemi.
SWITCH ON!
Devo ammettere che non mi è sembrata una penalizzazione eccessiva, e ho fatto buon viso a cattivo gioco, godendomi l’avventura senza troppi patemi anche se nel caso dei duelli la maggiore fluidità appare come il proverbiale passaggio dal giorno alla notte… e lì le Sfere del Drago ti iniziano un po’ a girare!Va detto, poi, che i trenta fps fanno un po’ come gli pare quando si visita Conton City in modalità portatile, dove anche solo guardarsi attorno fa perdere qualche fotogramma di troppo, un problema che non ho riscontrato adagiando la console nella sua docking station. In questa configurazione Dragon Ball Xenoverse 2 gira a una risoluzione di 1600 x 900 contro i 1080p visti sugli altri sistemi, mentre deve accontentarsi di 720p se giocato sul tablet; mettendo da parte gli occasionali singhiozzi nell’hub, il risultato è comunque godibile, nonostante le generose dosi di aliasing che si fanno davvero odiare quando si osserva la grafica senza troppa fretta.
il sistema di controllo alternativo permette di mimare le tecniche più potenti dell’universo
Dragon Ball Xenoverse 2 ripropone il gioco di un anno fa con alcune aggiunte mirate a sfruttare i punti di forza di Switch. Il risultato non è un centro perfetto a causa di alcune carenze sul lato tecnico che, oggigiorno, appaiono un filo fastidiose, specie dopo aver passato il fine settimana con la closed beta di Dragon Ball FighterZ. Resta un gioco davvero accalappiante, a patto che siate fan del marchio e in grado di chiudere un occhio su una realizzazione forse un po’ troppo pigra. Se invece per voi l’aspetto tecnico è tutto e il vostro parco macchine non si ferma a Switch, probabilmente lo troverete molto più appetibile su PS4, nonché – forse – più economico.