Nonostante l’oggettivo successo presso lo zoccolo duro di fan Nintendo e la peculiare estetica, c’è la possibilità che lì fuori sia pieno di videogiocatori che non hanno mai giocato Splatoon. Che destino beffardo per un gioco che reinventava lo sparatutto competitivo sotto lo stendardo della cosiddetta Nintendo Difference! Splatoon era originale, divertente e aveva una forte personalità; tutta colpa della scarsa diffusione di Wii U, una macchina che – nella sua travagliata carriera – ha tirato fuori dal cilindro una ludoteca sbalorditiva che, purtroppo, ci siamo goduti in pochi. Un destino che non pare rientrare nelle preoccupazioni del più fortunato Switch; alla luce di un ben più confortante panorama, potrebbe essere finalmente giunta la definitiva consacrazione per una IP finora criminalmente bistrattata.
DIAMOGLI IL POLPO DI GRAZIA!
Un piccolissimo ripasso per chi finora ha vissuto un’esistenza piatta, orfana del piacere derivato dall’inondare il mondo con generose “secchiate” di coloratissimo inchiostro: gli Inkling sono un popolo a metà tra umani e calamari, e i giovani adorano sfidarsi in competizioni dove squadre da quattro elementi l’una si fronteggiano, pronte a ricoprirsi da cima a fondo di pittura, con lo scopo di colorare la maggior superficie possibile dell’arena di turno.Sissignori, il vincitore non sale sul podio imbrattando senza pietà le vesti degli avversari, bensì inzaccherando la maggiore percentuale del territorio di gioco. Prendere a calci l’avversario è quindi un fattore secondario, tuttavia indispensabile sulla strada verso la vittoria.
gli Inkling adorano sfidarsi in competizioni dove squadre si fronteggiano, pronte a ricoprirsi da cima a fondo di pittura, con lo scopo di colorare la maggior superficie possibile
Per le loro sfide, i terribili ragazzini hanno a disposizione un vasto arsenale carico di ettolitri di pittura, che spazia da comuni spruzzatori a pennelli e rulli da imbianchino king-size. Colorare le superfici delle arene non è solo la ricetta per la vittoria, ma acquisisce un’importante valenza logistica nel momento in cui si passa dalla forma antropomorfa a quella cefalopode (adorabilissima!); in questa foggia sarà possibile sfruttare le superfici impregnate dall’inchiostro della nostra squadra per nuotare rapidamente, fare il pieno di pittura, attraversare passaggi altrimenti preclusi, risalire superfici verticali e, dopo una piccola rincorsa, spiccare lunghi balzi.
La frenesia degli sparatutto in terza persona si sposa quindi con le meccaniche proprie dei giochi di piattaforma in arene formidabili, ciascuna progettata a puntino per offrire svariate possibilità ai giocatori più intraprendenti. Se state facendo fatica a elaborare tutte queste informazioni, tirate pure un sospiro di sollievo: in primis, perché il gioco si prende la briga di tenervi per mano durante i primi passi con un tutorial esauriente, ma – allo stesso tempo – rapido e indolore; poi, perché abbiamo appena iniziato.
I’M A KID, I’M A SQUID!
Gli inkling sono giovani, pieni di vita e alla moda, la tipica gioventù scoppiettante che ti aspetteresti di incontrare nel pomeriggio tra le vetrine del 109 di Shibuya. In mancanza di meglio, il loro punto di ritrovo è Piazza Coloropoli, l’hub del gioco che poco ha da invidiare al centro commerciale sopraccitato.
Raggiunto il livello 10 il gioco consente l’accesso alle partite pro
Raggiunto il livello 10 il gioco si evolve assieme al giocatore, consentendo l’accesso alle partite pro dove è possibile competere in tre diverse modalità che si alternano ogni due ore. Zona Splat richiede la conquista e il controllo di un punto strategico, ma il vero delirio inizia con Torre Mobile, dove tutto gira attorno a un piedistallo su rotaie che si sposta quando viene occupato, e va condotto tra un’imboscata e l’altra nella zona nemica per raggiungere la vittoria. Ottimo anche Bazookarp, in cui un potente artefatto va conquistato e portato alla base nemica, sfruttando il suo fenomenale potere d’attacco durante l’assedio. Si tratta di alternative interessanti che danno modo ai giocatori più esperti di brillare, oltre a concedere la giusta iniezione di varietà tra una mischia mollusca (le classiche amichevoli a base di livelli da colorare) e l’altra.
Se proprio impiegate tempi biblici per racimolare esperienza o soldi, potreste ottenere una spintarella extra facendo uno spuntino al chiosco di Gamberto, un gamberetto fritto antropomorfo che vi aspetta in Piazza Coloropoli con il suo Street Food. Tra un boccone e l’altro sarà quindi possibile guadagnare un maggior quantitativo di denaro o salire di livello più celermente per un certo numero di match, a patto di possedere uno dei rarissimi coupon da barattare in cambio delle sue delizie.
con il servizio Nintendo Switch online ancora non attivo, non ho potuto testare l’applicazione SplatNet 2
Graficamente, Splatoon 2 rappresenta un discreto passo avanti rispetto al passato: non si tratta di una vera e propria rivoluzione, ciononostante il gioco appare innegabilmente migliore se messo fianco a fianco con il primo capitolo. Ho collegato Wii U e Switch alla televisione, alternando l’ingresso HDMI per sincerarmi dei cambiamenti: abbiamo meno aliasing, migliori texture ed effetti di luce, nonché maggiore risoluzione quando Switch riposa nella sua base. Permane un solo rammarico: con il servizio Nintendo Switch online ancora lontano dall’attivazione, non ho potuto testare la chiacchierata applicazione SplatNet 2. Peccato, perché sono davvero curioso.
ANY COLOUR YOU LIKE
Splatoon 2 presenta sin da subito tutto l’armamentario progressivamente reso disponibile da Nintendo durante il ciclo vitale del precedente capitolo attraverso aggiornamenti gratuiti, ovviamente acquistabile a seconda del traguardo conquistato dal giocatore.
Nintendo continuerà a supportare il gioco nei mesi a venire, introducendo nuove armi e arene
Come da programma, Nintendo continuerà a supportare il gioco nei mesi a venire, introducendo nuove armi e arene, così com’è avvenuto con il primo Splatoon. Il cambiamento più grosso riguarda le armi speciali, che sono state completamente rivisitate. Per i non addetti, ogni strumento è equipaggiato con ordigni secondari e particolari: nel primo gruppo possiamo annoverare le granate, attivabili a volontà a patto di possedere il quantitativo richiesto di inchiostro, mentre nel secondo rientrano attacchi più incisivi in grado di fare la differenza nelle situazioni spinose, da usare dopo aver completato un indicatore che cresce imbrattando la mappa con i nostri colori. Nel complesso, li ho trovati più interessanti rispetto a quelli visti nella scorsa “stagione”, equilibrati nel loro uso tra rischio e ricompensa (almeno quelli che ho sbloccato) senza sfociare in poteri un po’ troppo forti come nel caso del vecchio Kraken. Il lanciarazzi, ad esempio, permette di inquadrare nemici multipli distanti e bombardarli con piogge di missili coloratissimi, ma richiede di rimanere immobili mentre il sistema centra la mira sui bersagli. Il Jet-Splat, d’altro canto, ci permette di librarci sull’arena sparando potenti proiettili, rendendoci al contempo il bersaglio prediletto del cecchino di passaggio che saprà apprezzare il lento spostamento imposto dal propulsore ovviamente a vernice.
RAGAZZI STATE IN GAMBERO GLI OCATARIANI SON QUA…
Splatoon 2, come il predecessore, permette di giocare da soli, durante un’avventura non necessariamente più lunga di quella del primo capitolo, tuttavia sicuramente migliore e più divertente (almeno, secondo il sottoscritto). Come in passato, ci si avventurerà in diversi settori alla ricerca di bollitori nascosti da rivelare a suon di vernice, che apriranno varchi verso livelli diversissimi e fuori di testa.
il gioco online si rivela particolarmente solido e privo di incertezze
Ottima la Salmon Run, una modalità cooperativa fino a quattro giocatori, dove speranzosi Inkling partono a caccia di uova di Salmonoid per conto della premiata ditta Ursus & Co. Durante la run ci si copre le spalle attraverso quattro ondate, alternando l’arma in dotazione tra quelle selezionate dall’azienda, mentre si inondano di vernice sgorbi ittici di tutte le taglie, che spaziano dalla semplice carne da cannone a ben sette unità speciali. Queste ultime necessitano di una precisa strategia per essere sconfitte e sfoggiano modalità d’attacco e aspetto ben distinti, come un pescione che spunta da sotto i piedi in stile Tremors o un enorme serpente metallico vulnerabile solo in un punto ben preciso. Presi da soli, i bestioni non rappresentano una grande minaccia, ma quando iniziano ad affollare la mappa assieme ai loro sottoposti la situazione diventa presto esilarante, con gli inkling che cadono come mosche e chiedono di essere rianimati (basta centrarli con un getto d’inchiostro, ovviamente), mentre il dispotico datore di lavoro sbraita in sottofondo!
Le mappe disponibili al momento sono pochine, ma perlomeno vantano un piacevole fattore sorpresa, impreziosite dalla nebbia e dalla variazione delle maree. Vincete e farete carriera, perdete e – ovviamente – verrete declassati; in palio ci sono oggetti rari come vestiti o coupon per lo Street Food. Salmon Run non è disponibile in ogni momento, ma potremo conoscere la fascia oraria in cui Ursus & Co. aprirà le porte nell’apposita voce del menu, che svela anche su quali arene si svolgeranno le altre modalità multigiocatore durante la giornata. In realtà, è possibile organizzare una bella caccia alle uova di Salmonoido, un torneo con gli amici in locale, a patto che i nostri compagni d’avventura posseggano console e copia del gioco. Basta visitare l’apposito Game Center in Piazza Coloropoli, creare una stanza ed ecco servito Splatoon 2 da giocare con gli amici, 4 contro 4 in wi-fi o LAN, con tanto di funzione spettatore per un paio di astanti, nel caso foste una comitiva di amici assai numerosa e votata a Nintendo. Si tratta di un’idea galvanizzante e il solo pensiero di partecipare nuovamente a un LAN Party tra amici mi fa impazzire dalla gioia, ma al momento è stato impossibile provare con mano questa modalità di cui sicuramente torneremo a parlare, a tempo debito.
Nel frattempo, posso solo spendere parole d’elogio per la solidità del gioco online: nei giorni scorsi ho disputato numerosissimi match nelle diverse modalità con una fluidità eccezionale. Ancora meglio, ho giocato spaparanzato in camera da letto, distante alcune stanze rispetto allo studio dove risiede il router e, anche con una sola tacca nell’indicatore di connessione, il gioco non ha mostrato incertezze neppure per un attimo.
Un seguito vero e proprio o un more of the same glorificato? Entrambe le cose, a dire il vero: Nintendo non rivoluziona le idee del primo capitolo, ma le migliora con tanti piccoli tocchi, per presentare a una nuova generazione di potenziali Inkling il miglior Splatoon di sempre. Può sembrare pazzesco, ma in questa lunga recensione ho solo scalfito la superficie di un gioco già da ora ricco di contenuti, destinato a crescere nei prossimi mesi con il continuo supporto di Nintendo. Splatoon 2 sa di già visto, questo è vero, ma non ho mai ricaricato il mio Switch come in questi pochi giorni, neppure davanti a Breath of the Wild o Arms, mia personalissima delusione in un 2017 altrimenti esplosivo. Splatoon 2 è divertimento allo stato puro, confezionato in una presentazione audiovisiva che gronda carisma e stile da ogni goccia di vernice, il tutto incorniciato da un’infrastruttura online che non teme rivali. Il resto è accademia.