Il povero Wii U, sfortunato sul mercato e piuttosto spernacchiato in alcuni ambiti, secondo alcuni è stato ormai ufficiosamente abbandonato da Nintendo con l’uscita di Switch. Se guardiamo bene, però, questa console non ha poi avuto una storia ludica così disastrata: ai suoi possessori ha offerto un ottimo shooter (Splatoon), giochi di corsa (Mario Kart su tutti), di ruolo (Xenoblade), di combattimento (Brawl) e tanti altri di collocazione più difficile (come definire Pikmin 3?). A questi si aggiunge qualche esclusiva, magari misconosciuta ma oltremodo apprezzata da una nicchia di appassionati (state aspettando Persona 5? Provate a cercare qualche video di Tokyo Mirage Master #FE, scommetto che quello che vedrete vi intrigherà moltissimo).
Certo, quello che è mancato alla “console col controller che è un pad ma anche un tablet col touch anche se poi non si usa quasi mai”, oltre a un nome decente, è un titolo killer al lancio. Il predecessore Wii, oltre ai controlli motion e al marketing azzeccatissimo, ha avuto Zelda Twilight Princess (peraltro sviluppato per GameCube e uscito anche per la scatoletta viola in formato pressoché identico). Wii U ha avuto il remake di Wind Waker, fantastico ma sempre 1) un remake 2) uscito un anno dopo il lancio. E Switch? Beh, Switch ha il meraviglioso Breath of the Wild, che però si trova nella stessa situazione di Twilight Princess, e cioè quella di essere stato sviluppato per una data generazione ed essere poi utilizzato per il lancio della successiva (basta pensare che è in sviluppo da 4 anni e il prototipo, annunciato all’E3 del 2014, si chiamava Zelda Wii U).
In modalità TV lo schermo del pad non viene sfruttato in alcun modo
Se questo è quello che volevate sapere quando avete cominciato a leggermi – e sospetto che lo sia – potete saltare al commento e/o chiudere il tab del browser, non mi offendo. Se invece volete far vostro qualcosa di più sugli aspetti tecnici di Breath of the Wild per Wii U, continuate pure a leggere: naturalmente mi concentrerò solo su questi ultimi, rimandandovi per qualsiasi approfondimento sul gioco vero e proprio all’ottima recensione del Kikko, di cui condivido anche il giudizio finale.
SANTUARI OLD-GEN
Prima di parlare delle prestazioni, esaminiamo qualche aspetto dell’hardware del Wii U che può incidere sull’esperienza: in particolare, la presenza del GamePad. Mentre è possibile giocare “localmente” sul pad usando il suo schermo anziché la TV (ne parleremo tra poco), in modalità TV lo schermo del pad non viene sfruttato in alcun modo. Niente mappa sempre visibile e niente inventario accessibile comodamente; solo un pulsantone touch usato per cambiare modalità (da TV a pad e viceversa). Da questo si evince che l’esperienza di gioco, dal punto di vista dell’interfaccia, è identica nelle due modalità (e a quella su Switch, se è per questo). Sulla vera ragione di questa scelta ho qualche dubbio: all’inizio ero quasi certo che Nintendo avesse scelto questa soluzione per evitare che qualcuno potesse pensare che la versione Wii U offrisse qualcosa in più di quella Switch, per quanto si tratti di un aspetto secondario. Personalmente posso dire che in certi giochi il pad usato come schermo secondario è molto utile, e visto che c’è, tanto vale offrire almeno l’opzione di sfruttarlo agli utenti Wii U, dico bene? Ho letto anche che l’esperienza di gioco è stata giudicata più coinvolgente eliminando il costante riferimento al mini-schermo, un ragionamento che può anche essere condivisibile (soprattutto se consideriamo che la stessa interfaccia on-screen si può eliminare, e che secondo molti questo è il modo ideale di godersi Breath of the Wild). Inoltre, il mancato supporto al mini-schermo rende possibile usare il Pro Controller, sicuramente molto più comodo e maneggevole del GamePad.
Breath of the Wild su Wii U è fantastico, graficamente quasi indistinguibile dalla versione Switch, ha gli stessi contenuti e, tutto considerato, gira anche piuttosto bene
Prima di concludere, parliamo delle prestazioni. Kikko mi aveva chiesto di scrivere “non troppe” parole (un concetto elastico, purtroppo per lui…), e dopo averlo ampiamente rassicurato mi sono lasciato prendere la mano, quindi non sprecherò troppo tempo su quest’aspetto, che a mio parere dev’essere considerato soggettivamente, senza avvoltolarsi in troppi benchmark, analisi comparate e menate paranoiche. L’unica domanda sensata è: Breath of the Wild gira bene su Wii U? La risposta è sì, e questo dovrebbe bastare. Se volete qualche dettaglio, aggiungo che in genere si viaggia a 30 fps fissi, anche se la ricchezza del mondo e la complessità del gioco porta fatalmente a qualche rallentamento. Questo potrebbe sembrare pochino, ma la natura di quest’ultimo Zelda (che non è WipEout) e il movimento della telecamera non sono certo tali da richiedere 60 fotogrammi al secondo. Ricordiamo che, del resto, questo titolo è stato sviluppato per Wii U, quindi sarebbe sbagliato pensare a un “downgrade” di qualsivoglia tipo rispetto alla versione Switch (che semmai è quella che è stata un po’ “tirata” con l’upscale a 900p su schermo televisivo). Insomma, diciamolo un’ultima volta: utilizzare un Wii U non inficia minimamente il godimento di questo super-giocone.
Che fine farà il Wii U? È vero che la sua sorte è già segnata, o piuttosto il “mobilissimo” Switch eroderà una parte di utenza al 3DS? Oppure le tre console potranno spartirsi il mercato Nintendo? In ogni caso, se mi state leggendo è quasi certo che non stiate considerando l’acquisto di un Wii U ma lo possediate già, e il vostro dubbio sia semmai se è il caso di investire nell’acquisto di Breath of the Wild per una piattaforma che sembra destinata a spegnersi lentamente. Ebbene, se questo è il vostro dubbio, vi posso assicurare che l’esperienza di gioco è ottima, la fluidità più che accettabile e la grafica quasi identica alla controparte Switch. In definitiva, se non siete proprio divorati dalla necessità di portarvi Zelda al parco, in autobus o sul posto di lavoro (ehm), con la versione Wii U di Breath of the Wild potete godervi appieno e senza nessuna rinuncia quello che, come Kikko ha ampiamente evidenziato (e dalla cui recensione “assorbo” anche il voto), si presenta come uno dei più grandi capolavori di sempre.