Baldur's Gate 3 uscita PS5

Baldur's Gate 3

PC

Baldur's Gate 3: oltre il confine del fantasy – Speciale

“In un buco nella terra viveva uno hobbit. Non era un buco brutto, sudicio e umido, pieno di vermi e intriso di puzza, e nemmeno un buco spoglio, arido e secco, senza niente su cui sedersi né da mangiare: era un buco-hobbit, vale a dire comodo”.

John Ronald Reuel Tolkien, Lo Hobbit.

Immagino sempre così l’inizio di una storia. Talvolta mi è capitato con Eragon, il Ciclo di Shannara, le opere di Brandon Sanderson e le avventure de La Spada della Verità di Terry Goodkind, immaginando quelle terre lontane più vicine di quanto potessi immaginare. Con Baldur’s Gate 3, in tal senso, parte di quelle emozioni sono venute fuori attraverso un grande insieme d’ingredienti miscelati sapientemente fra loro, con lo scopo complesso ma nobile di creare qualcosa di mai visto prima, vicino tematicamente alle opere che hanno fatto grande il fantasy non solo letterario, ma anche videoludico.




Al netto di un legame alla serie di Forgotten Realms, alle opere di R.A Salvatore e a tanti altri scrittori del genere fantasy, l’iconica opera di Larian Studios rappresenta un’opera fuori scala sotto ogni punto di luce. E nel contesto che ricrea, dai legami letterari a quelli ludici, riesce a rispecchiare esattamente il collante necessario fra più media, con questi ultimi che si uniscono fino a creare un’operazione che arriva al suo scopo e va ben oltre, riproponendo gli stilemi classici della serie ma, al contempo, ricollegando i pezzi con intelligenza e passione, dando spessore e immediatezza. Ne ha parlato il nostro Dan Hero nella sua recensione, mentre della storia di Larian, dagli albori a oggi, ci ha pensato Alteridan.

Baldur's Gate 3 ps5

La letteratura fantastica, da sempre affascinante per temi e racconti, si rivolge a un pubblico che intende interfacciarsi con realtà distanti e narrazioni capaci di evolvere e maturare le visioni dei suoi lettori. Mentre Neil Gaiman tesseva le meraviglie di Stardust, George Raymond Richard Martin scriveva delle Nozze Rosse, un evento orribile e ispirato, in realtà, all’uccisione di un clan scozzese ospite di un re di Scozia, che aveva rinunciato al diritto dell’ospitalità per il suo tornaconto e, soprattutto, per umiliare l’avversario.

La potenza del fantasy deriva alle volte dai suoi autori più abili, alcuni dei quali hanno confezionato mondi così vivi da essere divenuti rilevanti per tutti

Baldur’s Gate 3, tuttavia, è tanto altro: è una produzione che esorta a mettere mano a un dado, e comunica attraverso quelle classiche e mai irrinunciabili schede da compilare per creare il proprio personaggio. Un gioco di ruolo che dalle pagine e dalle lotte fra amici attorno a una pizza, si tramuta in una visione estesa, incantata e innamorata di un perfezionismo narrativo e ludico che arriva sorprendentemente all’obiettivo, scalfendo addirittura cos’è stato fatto in passato con altre opere di questo calibro, che riprendevano il medesimo spessore, diventando paragone.

TRA NARRAZIONE, ISPIRAZIONE E LETTERATURA: LA GRANDE EPOPEA DI LARIAN STUDIOS

Ecco, lo dico: Baldur’s Gate 3 lo è diventato dalla sua uscita su PC e, successivamente, su PlayStation 5. Perché tutti – me compreso – sono attirati spasmodicamente dal genere fantasy? La risposta è semplice: ancora oggi, in un modo o nell’altro, inseguiamo quelle briciole nella foresta, perdendoci in un sentiero e giungendo, improvvisamente, davanti a un antro di una strega. E Baldur’s Gate 3, pensate un po’, riprende esattamente questo genere d’ispirazione, raggiunto solo da The Witcher con le Megere e le missioni a esse dedicate, in quel Velen tenebroso tanto caratteristico quanto brutale e selvaggio, ben lontano dalla calma onirica delle Isole Skellige e dai suoi terreni uggiosi, bagnati dal sangue quanto dalle lacrime di chi si è spento a causa delle decisioni del Barone Sanguinario.

Perdersi nel fantasy significa andare oltre la propria zona di conforto. Accade soprattutto con Baldur’s Gate 3, che è un’evoluzione di tutti questi stilemi

Tornando a Baldur’s Gate, però, la potenza narrativa parte sin dal primo momento: dalla creazione del personaggio. Si sceglie la razza, il nome, la classe e poi via, a fare baldoria. Potrebbe essere una cosa già vista in tante altre opere, specie in quelle di BioWare e a Dragon Age, ma la produzione di Larian Studios esagera, vuole portare il giocatore in un’altra dimensione, e si serve della sua trama per farlo, perché crea, oltre a un velo che divide gli uomini dalla morte e dall’oscurità, un altro personaggio, l’unico che assiste e protegge il protagonista.

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È una visione romantica, già vista in tante opere letterarie, ed è proprio questa la potenza del preludio di Baldur’s Gate 3: il collegamento romantico, etereo e appassionante con il resto della letteratura fantastica che non si collega semplicemente ai Forgotten Realms e, in generale, a Dungeons & Dragons. Come accennavo prima, qui c’è molto altro: in questo caso, il primo titolo di una saga famosissima che mi viene in mente è quella dedicata a Richard Cipher, protagonista de La Spada della Verità, scritta da Terry Goodkind, scomparso recentemente. Questo incontro, brillante quanto emozionante, definisce il rapporto tra il protagonista e Kahlan Amnell, intensificandolo pagina dopo pagina. Non facendo spoiler che potrebbero rovinarvi l’esperienza qualora abbiate deciso di andare nel Faerûn, sappiate soltanto che questo rapporto, costruito sapientemente, è la ricchezza di cui Baldur’s Gate III dispone sotto ogni punto di luce.

Non si potrà fare mai a meno della fantasia; neanche quando un amore impossibile diventa perduto, come quello di Aragorn e Arwen

Nella sua superficie, infatti, si nasconde una produzione che deve tantissimo alle grandi opere letterarie del genere fantastico. E non scomodando sempre i soliti noti, c’è una maturità e una decisione nelle scelte che si compiono al suo interno; onnipresenti, mai noiose e brillanti, ad avere l’ultima parola è il giocatore, che attraverso la connessione che crea con il suo protagonista, diventa parte integrante di quel mondo. Se Larian aveva sorpreso con Divinity – Original Sin, dipingendo un’opera che sfidava l’ottimo Pillars of Eternity, con Baldur’s Gate 3 l’effetto è inedito, come se quel collegamento con il passato, le tante produzioni pubblicate del medesimo genere e una conservazione intelligente del materiale che è stato trasposto nei vari media, sia arrivato al suo massimo, intoccabile e perfetto, come se fosse una Lothlòrien ludica da visitare a piacimento, ricca di torrenti e fiumiciattoli, i filamenti stessi della vita.

baldur's gate 3 anteprima

Al riguardo, Baldur’s Gate III è come una grande foresta che si esplora con pazienza, sbattendo spesso il muso ripetutamente, interfacciandosi con un dolore senza fine, e che può essere solo curato dalla ricerca della verità. Si può dire, quasi, che l’intera produzione si basi esattamente su questo punto, ma sarebbe come minimizzare l’effetto di un’iterazione che, invece, ha tutte le intenzioni di divenire quel metro di paragone. D’altronde, com’è accaduto in passato per opere del genere sparatutto, come Quake e Doom, l’effetto è il medesimo; eppure, con l’opera di Larian Studios l’effetto è intensificato all’ennesima potenza, con i collegamenti fra letteratura e cinema che sorprendono e intaccano le anime dei giocatori.

Parte del successo, come già accennavo, è dovuto interamente ai personaggi e alla cura maniacale di un mondo di gioco vivo e pulsante

Parte del successo, come già accennavo, è dovuto interamente ai personaggi e alla cura maniacale di un mondo di gioco vivo e pulsante. Se la mappa può sembrare piccola, è perché non si è ancora esplorato alcunché. Perdersi nei dungeon, a volte di una scelta sbagliata contro nemici di varia natura, è l’imprevedibilità che la produzione di Larian Studios garantisce con estrema lucidità, dando al giocatore l’intera scoperta di cosa si cela realmente all’interno di un baule, una porta o qualunque altro oggetto potrebbe venire in mente a qualcuno. Ciò s’intensifica, però, quando il protagonista, dopo una caduta nel vuoto, vede realmente il mondo in cui si trova per cos’è realisticamente.

Baldur's Gate 3 xboxTalvolta è una sorpresa meravigliosa, qualcosa di impossibile da accettare e contemplare; in altre occasioni, invece, una magia così bella e pulita da essere complessa da vivere e lasciare andare, quando arriva il momento di farlo. Baldur’s Gate 3 non smarrisce mai il suo obiettivo, e tanto meno il suo messaggio finale. Prosegue, invece, nel complesso compito di raccontare una storia che è un libro a cielo aperto.

TUTTE LE SFUMATURE DI BALDUR’S GATE 3

Come accennavo prima, il grande merito di Baldur’s Gate 3 è la sua scrittura in tutta la sua potenza espositiva. Larian Studios, oltre a riprendere a piene mani dall’immaginario di Dungeons & Dragons, ha proposto dei personaggi capaci di divenire ben più di una classica spalla per il protagonista. Intanto, l’evoluzione di un genere e delle sue idee deriva da tanto tempo passato su produzioni analoghe e passato, che in qualche modo hanno sorretto e costruito le meraviglie odierne.

Baldur’s Gate 3 è la perfezione di tante ispirazioni e adattamenti per raccontare non solo una storia grande storia, ma una grandissima epopea

Nel caso di Larian Studios, quel genere d’ispirazione, che qualcuno potrebbe trovare molto familiare, deriva dal prossimo Dragon Age Origins: parlo dell’attesa all’accampamento, dei momenti passati a discutere su una missione e quanto sta capitando nel mondo, in ogni scelta, anche la più complessa, determina il destino stesso del gruppo e non solo. Il protagonista non s’interfaccia solamente con un mondo ostile e spaventato, che deve per forza districarsi e trovare un modo per sopravvivere. A dire il vero, è costretto a decidere in fretta cosa essere e perché, in che modo affrontare l’oscurità e i suoi dettami, provenienti dalle viscere della Terra. La corruzione regna sovrana, il tempo per chi è povero e solo ha una data di scadenza e nessuno, NESSUNO, è realmente importante. Interfacciarsi con loro, però, lo diventa eccome: dopo ogni missione, primaria o secondaria, ci sono le riflessioni, i chiarimenti e le necessità da esporre.

Talvolta sono raccontate con una voce flebile e la paura di essere giudicati, dall’altra con la sicurezza di aver davanti qualcuno che prova empatia. E lo ammetto, in quanto protagonista mi è accaduto proprio questo, sentendo le parole dei compagni che poi, oltre a essere solamente questo, sono diventati amici virtuali – e non solo. Il mio protagonista è un elfo, un Alto Elfo, dai capelli corvini e dagli occhi verdi, dal corpo muscoloso e ben piazzato, da un’altezza tipica della sua razza. Non è il tipico uomo che giudica, osserva con astio o provoca disguidi, ma che tratta la natura come sua uguale. Il nome, in tal senso, non è stato affibbiato casualmente: è Fëanor. Già, per chi se lo stesse chiedendo, è proprio QUEL Fëanor, il protagonista de Il Silmarillion che in tanti abbiamo apprezzato e amato, e che non poteva affatto mancare nella biblioteca ludica di qualcuno. Mi sono detto: “Perché no?”, e l’ho fatta diventare una parte integrale della mia avventura nel nuovo capitolo del franchise, dando origine a un racconto brillante e intelligente, capace sia di fornire tanti elementi caratterizzanti, quanto di fornire un’idea chiara che mi consentiva realisticamente di giocare di ruolo.

Già, per chi se lo stesse chiedendo, è proprio QUEL Fëanor, il protagonista de Il Silmarillion che in tanti abbiamo apprezzato e amato

Proprio come il personaggio de Il Silmarillion, ho delineato un personaggio con più ombre che luci, incastrato da scelte che propendevano verso l’oscurità e la sua bramosia, mentre tralasciavo allo stesso tempo cosa volesse realmente, perché doveva trovare la sua luce a ogni costo. Al riguardo, ho fatto sì che la trovasse fra le braccia di una giovane maledetta dal mondo, da un cuore ottenebrato, eppure così vivo da essere immacolato e intenso, da non poter sfuggire affatto alla bramosia del mondo e alle sue innumerevoli e incantevoli derivazioni sotto ogni luce e ombra. All’accampamento, ho ascoltato i patemi dell’animo umano di Cuorescuro, la paura di Gale e la sacralità di Halsin, mentre comprendevo l’ironia e la volontà di Astarion, scoprendo ben altro oltre quella superficie fatta di menzogne, che più per proteggere gli altri, pronunciava per sé stesso, a profusione e senza fine, con i rivoletti di sangue che scendevano copiosi dal suo volto, delineandone le labbra.

baldur's gate 3 anteprima

Gale è decisamente uno dei personaggi meglio riusciti.

Chissà quante vita ha spento, ben prima che comprendesse che le scelte compiute, da qualunque parte arrivassero, avevano delle conseguenze per il mondo che aveva attorno. Chissà quante vite ha spessato, per il proprio tornaconto personale, accettando di essere un male necessario, invece chi era realmente. La caratterizzazione dei personaggi di Baldur’s Gate 3, rafforzata dai temi classici delle produzioni che tanto piacciono a chi cerca in un’avventura le regole e gli stilemi classici dell’high e del dark fantasy, è presente nella sua anima più intima e calzante, rafforzata da una cura appassionata e coinvolgente, utile per chiunque cerchi da un’esperienza qualcosa che vada ben oltre ciò si aspetti.

Poetica, meraviglia e fascino: costruire una storia è la parte più bella dell’avventura

È la poetica stessa che lega profondamente questo mondo a un sistema di genialità e follia, supportata dalla passione e da una scrittura che, oltre a esplorare completamente cosa mostra da ogni sua parte, sottolinea l’importanza delle persone, delle loro visione e delle loro passione in un tessuto narrativo che si fa scoprire man mano, tramutandosi in un’opera sacrale, intoccabile e particolareggiata, profonda e coraggiosa, densa e carica di punti di contatto, nonché funzionale al nobile scopo di espandere ulteriormente le visioni e le meraviglie che solo il fantasy, sia come genere letterario che come opera artistica, propone ai suoi lettori e giocatori.

LA MASSIMA EVOLUZIONE DI UN GENERE

Lo ammetto: il genere fantasy, da sempre, è il mio preferito. Direi che dopo quasi sei pagine, tra i classici punti di contatto fra letteratura e ispirazioni, non possa esserci nulla di più curato ed evidente, in un genere così colmo di differenze e particolarità, destinato ad ammaliare e affascinare, a colpire nel segno e a trasportare chi lo utilizza in un mondo composto da meraviglie e situazioni imperdibili, fatte di passione e amore, di cura e intelligenza, di spessore, fascino e umanità.

baldur's gate 3 xbox uscitaLa letteratura fantastica, il cinema, e i vari media da cui Baldur’s Gate ha preso ispirazioni, sono tutti racchiusi in un videogioco commovente, dal game design brillante e stratificato, in grado di colpire nel segno e trasportare il giocatore in una terra lontana com’era accaduto in passato con Dragon Age, The Witcher, Il Signore degli Anelli e sì, anche Stardust, che è sempre bene citare quando si parla di fantasia. Talvolta, non resta che l’immaginazione. E a volte, come nel caso di Baldur’s Gate 3, anche qualcosa in più.

“E tu, figlia di Eva, da dove provieni? Dai boschi selvaggi che si trovano a occidente?”
“Io… sono venuta da un armadio guardaroba”, balbettò Lucy.

C. S Lewis, Le Cronache di Narnia.

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