Abbiamo tutti le nostre debolezze giusto? Partendo da quel bastoncino di nicotina che qualcuno come me si dedica la sera, fuori da ogni impegno quotidiano, mentre vediamo il fumo che passa dalle persiane della finestra e la luce della luna ne evidenzia la consistenza. Un momento tutto per noi.
In queste ultime settimane, complice un’operazione – la seconda – per la liberazione del tunnel carpale, in piena ripresa ho dedicato tantissime ore a rigiocare Homeworld, i primi due capitoli, e divoro di invidia il buon Marco che recentemente è riuscito a giocare a una prima build dell’atteso terzo capitolo.Nel pieno dell’ennesima battaglia sono pienamente reso conto che, tolto il caldo infernale, in quei momenti ero davvero in uno stato di grazia assoluto, qualcosa che supera il semplicistico concetto di comfort zone per abbracciare l’estasi pura, paragonabile allo stato dell’arte. In quei pomeriggi ci sarebbe stata bene anche una nuova run a Gothic (sono un caso disperato, lo so), una bella pizza e una bibita gasata. Situazione videoludicamente paradisiaca. E sapete quale altro momento bramo? Il prossimo futuro, con l’industria che sembra aver puntato le orecchie tutte sulla community, nel dettaglio dei desideri per i titoli live service… e ritorno al punto principale: sì, ognuno ha una sua debolezza e la mia sono proprio i live service.
pur criticando questa malsana direzione da parte dei dev di concentrarsi sui Live Service, non posso nascondere la voglia e il piacere di giocarli tutti
Non è questione di parlare nuovamente di questo o quell’altro titolo, bensì sottolineare una curva crescente nella fruizione dei titoli di questo tipo, che se una parte di me urla di gioia, l’altra parte è terribilmente allarmata per la direzione che l’industria sta prendendo, anche perché allo stato attuale sono più i live service chiusi rapidamente che quelli pienamente attivi.
Su le maniche e via con il listone: The Division 2 è stato tacitamente abbandonato da Ubisoft, o almeno le potenzialità e la solidità del progetto sono tali che non si spiega il perché di questo suicidio. Destiny 2 vive, sopravvive e si evolve – bene, sono contento – ma oltre a questi esempi cosa abbiamo? Marathon? Dunque Bungie nel prossimo futuro non farà altro che progetti simili? Anthem è morto e sepolto, gran bel potenziale alla mercé di una gestione/visione aziendale totalmente folle (o almeno, come si può definire la scelta di un publisher di mettere sul mercato un gioco incompleto?). Outriders sembrava aver preso una direzione interessante, ma i risultati riguardo le vendite, nonostante il DLC Worldslayer, non sono mai stati incoraggianti, segnando un silenzioso flop a cui ha fatto seguito un totale silenzio da parte di People Can Fly, che di fatto ha lasciato il prodotto in stand by. Marvel’s Avengers neanche lo prendiamo in considerazione… Quanto impegno ci vuole per far fallire un progetto che ha “Avengers” nel titolo?
nonostante la lista infinita di live service che hanno fallito e sono stati chiusi, si continua a puntare fortemente su questo genere
Nonostante questa distesa di croci e cadaveri, che costellano un terreno teoricamente fecondo di tante altre produzioni, la direzione di alcuni sviluppatori sembra invece diversa da una risposta logica, insistendo sempre di più sul genere, puntando alla community, agli appassionati, al chiacchiericcio nel web sperando che qualche content creator possa venire incontro ai loro sogni, alimentando la discussione attorno al titolo. Poi ci sono i casi eccezionali – il successo di Remnant 2, di chi lavora duramente a capo chino senza distrarsi dalle mode – che tendono a durare nel tempo, toccando però nuclei di appassionati sempre modesti.
Con un occhio attento ai titoli che vengono lanciati, con passione e critica severa che attraversano i miei giudizi, al netto di una realtà futura che in parte condanno, non riesco però a rassegnarmi all’idea che comunque sarò subito lì pronto a provarli tutti, a dare a ognuno di questi titoli, dal già citato Marathon al Suicide Squad di Rocksteady una possibilità. È pur sempre una tazza di tè che apprezzo senza mezzi termini, che si accompagna assieme perfettamente al junk food o zuccheri diluiti in bevande colorate.
una tazza di tè che si accompagna assieme perfettamente al junk food o zuccheri diluiti in bevande colorate