Novità film e serie tv | THE GAMES MACHINE https://www.thegamesmachine.it/category/cinema-e-serie-tv/ Il riferimento per i giochi PC, Playstation, Switch, Xbox e le migliori piattaforme con anteprime, notizie e recensioni Thu, 18 Jan 2024 09:39:10 +0000 it-IT hourly 1 https://www.thegamesmachine.it/wp-content/uploads/2016/01/cropped-TGM_logo_tapa512512-32x32.png Novità film e serie tv | THE GAMES MACHINE https://www.thegamesmachine.it/category/cinema-e-serie-tv/ 32 32 Until Dawn diventerà un film prodotto da Sony https://www.thegamesmachine.it/news-videogiochi-pc-ps4-xbox-wii-u-app/268856/until-dawn-diventera-un-film-prodotto-da-sony/ Thu, 18 Jan 2024 09:39:10 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=268856 PlayStation Productions, la divisione cinematografica di Sony che si occupa degli adattamenti dei videogiochi, sta lavorando a un film ispirato ad Until Dawn.

Secondo quanto segnalato dall’Hollywood Reporter, infatti, l’avventura horror per PS4 sviluppata da Supermassive Games farà il salto sul grande schermo grazie a David F. Sandberg, già regista di Shazam! e Lights Out, e allo sceneggiatore Gary Dauberman, autore dei due It e di The Nun.

Il film di Until Dawn viene descritto dagli addetti ai lavori come una lettera d’amore al genere horror, ma per ora non si hanno ulteriori dettagli.

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Chi segna vince - Recensione https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/268558/chi-segna-vince-recensione/ Fri, 12 Jan 2024 10:44:55 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=268558 Da quando il Rocky di Sylvester Stallone si sdraia accanto ad Adriana alla vigila del match con Apollo Creed, confessando la sua paura per il giorno successivo, una cosa l’abbiamo capita: non vale tanto la vittoria, bensì il messaggio intrinseco dell’evento sportivo. Per Rocky era sapere di essere qualcuno, al netto della vittoria o la sconfitta, lui voleva resistere tutti e i quindici i round. Se fosse rimasto in piedi, allora lui era qualcuno e non solo un bulletto di periferia.




Chi segna vince si aggrappa dunque alla più semplice delle metafore sportive in campo cinematografico: corpi piegati dalla volontà di cambiare, il campo di calcio come un vero e proprio ring, dove rappresentare e sconfiggere i propri demoni, fantasmi, traumi, dare un ultimo sguardo alla tribuna per poi fissare l’orizzonte delimitato dal campo di calcio.

Chi segna vince è un film leggero, gentile, di buon cuore, che racconta l’incredibile storia vera della nazionale di calcio delle Samoa Americane, nazionale senza arte ne parte, entrata nella Storia del Calcio per aver perso nel 2001 una partita contro l’Australia per 31-0. Una storia di perdenti dove di calcio si vuole narrare poco – e la regia confusionaria di Waititi durante le partita è una dichiarazione d’intenti – per concentrarsi sulla classica parabola sportiva dell’allenatore venuto da lontano, anch’esso fallimentare nella carriera, che compie il mezzo miracolo sportivo, mettendo in pratica una piccola rinascita intima, rivoluzionando l’aspetto e la visione agonistica del gioco del calcio.

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Queste dunque sono storie facili, che si vendono in un battito di ciglia, dove nella rabbia, dolore e delusione del biondo platino di Michael Fassbender ognuno di noi riesce a trovarne un riflesso o sfumatura. Non è solo il classico uomo bianco che rivoluziona il suo status ordinario, ma è la storia universale di chi dal baratro ha bisogno di rialzarsi e nel farlo indossa occhiali nuovi: l’orizzonte degli eventi cambia, muta, l’età cambia le esigenze e all’agonismo fa strada il sentimento principe di ognuno di noi, la felicità.

Felicità è giocare palla al piede, passare dall’individualismo al valore del collettivo, che sia di quello più infimo, ma è la classica pagina che viene girata. Una nuova storia per uomini e donne nuovi, forgiati nel dolore e proiettati verso un futuro che chiede solo la serenità di chi vuole vivere il calcio come un piacere.

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In Chi segna vince l’obiettivo è citato spesso e volentieri dal Presidente della Federazione della nazionale, che non chiede la vittoria, ma una rete, un solo gol, chiedere il minimo ad un uomo che vuole tutto, solo per ripartire dalle basi: divertirsi, correre, magari segnare, ma condividere un campo.

VOTO 7.5

chi segna vince recensioneGenere: commedia, sportivo
Publisher: Disney
Regia: Taika Waititi
Colonna Sonora: Michael Giacchino
Interpreti: Michael Fassbender, Elisabeth Moss, Oscar Kightley, Kaimana, Will Arnett
Durata: 104 minuti

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Wonka – Recensione https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/268098/wonka-recensione/ Tue, 19 Dec 2023 11:00:05 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=268098 L’approccio di Paul King a questo Wonka è lo stesso con cui ci si avvicinò Tim Burton nel 2004: riutilizzare e reinventare un personaggio per renderlo estremamente diverso da quello portato al cinema da Gene Wilder, questo perché nello spettro di ilarità del personaggio partorito da Roald Dahl, Willy Wonka può essere un cinico imprenditore, una mente fantasiosa, folle e un po’ freak, ma anche un giovane dai grandi sogni e speranze che coniuga la magia al cioccolato.




Dei tanti ingredienti che cuociono cioccolato dolce e fondente, tutti si amalgamano per regalare un dolce dalle innumerevoli potenzialità, che si accontenta di accarezzare il palato di un pubblico generalista, proponendo la terza iterazione di Willy Wonka, rileggendola totalmente, renderla ancora una volta inedita, un terzo cioccolatino, tra i tanti i nostri possesso, con un gusto estremamente diverso.

Così Wonka deve ancora affermarsi per ciò che è, un mastro cioccolataio, per rinascere come un ragazzo povero e senza soldi, che ha speso tutto quello che aveva nello studio della cioccolata e della magia, coniugando queste due arti per partorire e creare prelibatezze per grandi e piccini.

Wonka

Wonka è un film di costumi e coprimari brillanti e al netto della libera ispirazione e modellazione della storia dai personaggi di Dahl, le radici sono forti, con una marcata inclinazione a mostrare una narrativa sempre sopra le righe, con personaggi miserabili quanto spietati, stretti in una burocrazia fatta di contratti con piccole clausole o peggio di una sinistra organizzazione criminale che vede riuniti i maggiori produttori di cioccolato che si uniscono per sconfiggere il nemico comune, Wonka.

Wonka è dunque l’arrivo del nuovo, è un taglio arcobaleno su una tela grigia fatta di miseria, visi tristi e sedentarietà, il tutto condito con delle metafore estremamente gustose, in particolare come il cioccolato non venga usato come cibo bensì come moneta di scambio, vera rappresentazione del potere, della politica, interessi personali e dentro c’è anche la chiesa.

Il Wonka di Paul King è dunque un inguaribile sognatore, che si ritrova dentro una sorta di film un po’ musical, un po’ commedia che si inclina ad alcune soluzioni vicini al thriller quando deve risolvere nodi attorno il passato di alcuni personaggi.

Wonka

L’opera appare dunque molto più studiata come un abito fatto su misura attorno a Timothée Chalamet che prende in ostaggio questo personaggio per uscire fuori da alcuni canoni e confermarsi come attore e talento estremamente versatile, con docili venature da personaggio svampito, ma dal cuore d’oro, uno stilema narrativo già visto nei due Paddington, firmati sempre da Paul King, che si diverte dunque a riproporre queste storie che sembrano sospese nel tempo, nella credibilità e razionalità.

Wonka in questo tessuto particolare di spazio sembra muoversi perfettamente lasciando i difetti a chiunque si sarebbe aspettato una fedeltà a due versioni cinematografiche assolutamente diverse tra di loro. A queste si aggiunge una terza che farà piacere come no, ma nel grande parco di gusti – cinematografici e di palato – di un Willy Wonka sembra essercene uno per ogni esigenza, con questo che si aggiunge al pantheon, in attesa di ulteriori sviluppo o retrogusti.

VOTO 7

WonkaGenere: commedia, musical
Publisher: Warner Bros
Regia: Paul King
Colonna Sonora: Joby Talbot
Interpreti: Timothée Chalamet, Olivia Colman, Calah Lane, Keegan-Michael Key, Hugh Grant
Durata: 116 minuti

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Halo: vediamo il trailer in italiano della Stagione 2 https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/267430/halo-vediamo-il-trailer-in-italiano-della-stagione-2/ Mon, 04 Dec 2023 10:19:36 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=267430 Durante il weekend è stato pubblicato il primo trailer in italiano della Stagione 2 di Halo, la serie TV ispirata al celebre franchise videoludico di Microsoft.




Il trailer è il solito concentrato di sequenze d’azione e scene drammatiche, come ci aspetteremmo da un primo filmato di questo tipo, ma lascia intendere che la seconda stagione avrà a che fare con la caduta di Reach. L’attacco dei Covenant al pianeta Reach è uno degli eventi principali della saga, tuttavia vi ricordiamo che la serie TV non è canonica e non segue gli eventi raccontati nei videogiochi.

Per finire, il trailer ci informa che la seconda stagione di Halo verrà trasmessa in streaming su Paramount Plus a partire dall’8 febbraio.

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Arcane: la seconda stagione debutterà l'anno prossimo su Netflix https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/266389/arcane-la-seconda-stagione-debuttera-anno-prossimo-su-netflix/ Fri, 10 Nov 2023 10:56:10 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=266389 Netflix ha annunciato la finestra di lancio della seconda stagione di Arcane, la serie animata di League of Legends dedicata alle avventure di Jinx e Vi, due personaggi del celebre MOBA.

Tramite un messaggio diffuso sui social, il colosso dello streaming ha fatto sapere che la Stagione 2 di Arcane verrà pubblicata tra un anno esatto, dunque nel mese di novembre 2024. Bisognerà quindi armarsi di pazienza dal momento che l’uscita della serie non è proprio dietro l’angolo.

Arcane netflix League of Legends

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The Legend of Zelda: Nintendo lavora a un film in live action https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/266282/the-legend-of-zelda-nintendo-lavora-a-un-film-in-live-action/ Wed, 08 Nov 2023 09:40:24 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=266282 Dopo i film di Detective Pikachu e di Super Mario Bros., ecco che Nintendo è pronta a portare sul grande schermo anche un’altra delle sue serie più celebri: quella di The Legend of Zelda.

La Casa di Kyoto ha difatti annunciato di aver raggiunto un accordo con Sony Pictures Entertainment e Arad Productions per la realizzazione di un film in live action basato proprio su The Legend of Zelda. La pellicola sarà prodotta da Shigeru Miyamoto per Nintendo e da Avi Arad, il presidente di Arad Productions che in passato ha contribuito a creare il Marvel Cinematic Universe.

Nella nota stampa è già stato fatto il nome del regista che dirigerà il film: si tratta di Wes Ball, noto principalmente per la serie di Maze Runner.

the legend of zelda film

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Bloodborne: spunta un rumor su un possibile film https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/266183/bloodborne-spunta-un-rumor-su-un-possibile-film/ Mon, 06 Nov 2023 11:15:58 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=266183 Nel corso del weekend che ci siamo appena lasciati alle spalle è saltato fuori un rumor su un possibile film di Bloodborne in lavorazione presso Sony Pictures.

La fonte di questa indiscrezione è l’insider cinematografico Daniel Richtman (via ResetEra), il quale ha dichiarato che l’adattamento sul grande schermo dovrebbe essere scritto da Darren Lemke, accreditato in Lost, Shazam! e The Wheel of Time, e prodotto da Lorenzo di Bonaventura (G.I. Joe e Transformers).

Il rumor è da prendere con le dovute cautele, tuttavia va detto che negli ultimi anni Sony sta puntando molto sulle trasposizioni dei franchise PlayStation su piccolo e grande schermo, dai film di Uncharted e Gran Turismo alle serie di The Last of Us e Twisted Metal. Alla luce di ciò, dunque, un film di Bloodborne appare piuttosto plausibile.

bloodborne film

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La serie TV di Fallout debutterà ad aprile 2024 https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/265482/la-serie-tv-di-fallout-debuttera-ad-aprile-2024/ Tue, 24 Oct 2023 09:32:26 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=265482 Amazon e Bethesda hanno annunciato la data di messa in onda della serie TV di Fallout, che verrà distribuita tramite il servizio in abbonamento Prime Video.

Attraverso un messaggio diffuso nelle scorse ore sui social, le compagnie hanno fatto sapere che la serie in live action debutterà il prossimo 14 aprile 2024. Amazon ha poi diffuso un primo dettaglio sullo show: sarà ambientato a Los Angeles e si concentrerà sulla storia del Vault 33.

Ricordiamo che la serie TV di Fallout è co-prodotta da Lisa Joy e Jonathan Nolan, già autori di Westworld, assieme a Athena Wickham di Kilter Films, Todd Howard di Bethesda, e James Altman. Nel cast troveremo Walton Goggins, Kyle MacLachlan, Ella Purnell, Michael Emerson, Leslie Uggams e Zach Cherry.

Fallout Serie TV Los Angeles Vault 33

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Silent Hill: Ascension, la serie interattiva partirà ad Halloween https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/264412/silent-hill-ascension-la-serie-interattiva-partira-ad-halloween/ Fri, 06 Oct 2023 09:54:02 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=264412 Konami e Genvid Entertainment hanno annunciato che la serie interattiva Silent Hill: Ascension debutterà il prossimo 31 ottobre, giusto in tempo per Halloween.

La serie seguirà le vicende di diversi personaggi principali sparsi in tutto il mondo, tormentati da nuovi e terrificanti mostri indissolubilmente legati all’immaginario Silent Hill. In agguato nell’ombra, questi mostri minacciano di consumare le persone, le loro famiglie, i loro figli e intere città attirate nell’oscurità da recenti omicidi, da sensi di colpa e da paure a lungo represse.

Gli interessati possono già effettuare la pre-registrazione su App Store e Google Play, ma sarà anche possibile fruirne tramite il sito ufficiale. Le applicazioni potranno essere installate dalle 9:01 del 31 ottobre, garantendo così l’accesso ad alcuni contenuti prima dell’anteprima mondiale prevista per le 3:00 del successivo 1° novembre.

Silent Hill Ascension

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Cyberpunk 2077: annunciato un progetto live-action https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/264403/cyberpunk-2077-annunciato-un-progetto-live-action/ Fri, 06 Oct 2023 09:25:09 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=264403 CD Projekt RED ha annunciato di aver stretto una collaborazione con la compagnia di produzione televisiva e cinematografica Anonymous Content: la partnership porterà alla realizzazione di una trasposizione live-action di Cyberpunk 2077. Anonymous Content è la compagnia responsabile della produzione di serie TV acclamate, tra cui True Detective e Mr. Robot, ma anche di film pluripremiati, come The Revenant e Spotlight.

Viene fatto sapere che lo studio polacco sta lavorando direttamente con il direttore dello sviluppo Ryan Schwartz, il direttore creativo David Levine, e il responsabile per la televisione Garret Kemble, lasciando intendere che il progetto in questione possa essere una serie TV. Tuttavia non ci sono ancora conferme in tal senso.

CD Projekt RED spiega che il progetto è ancora nelle fasi embrionali dello sviluppo, tant’è che le due compagnie sono alla ricerca di uno sceneggiatore che sia in grado di raccontare una storia inedita ambientata nell’universo di Cyberpunk 2077. Viene precisato che il progetto verrà realizzato da Anonymous Content in stretta collaborazione con gli sviluppatori del videogioco, come già avvenuto in passato nel caso dell’anime Cyberpunk: Edgerunners.

Ricordiamo che pochi giorni fa è stata pubblicata l’espansione Phantom Libery di Cyberpunk 2077. Qui trovate la nostra recensione.

cyberpunk 2077 live action

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Netflix presenta l'anime di Devil May Cry https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/263893/netflix-presenta-lanime-di-devil-may-cry/ Thu, 28 Sep 2023 10:27:52 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=263893 Netflix ha presentato l’anime di Devil May Cry creato in collaborazione con Capcom. L’annuncio è stato accompagnato da un primo teaser trailer che mostra il protagonista Dante in azione.




Prodotta da Adi Shankar, già autore dell’anime di Castlevania, la serie animata di Devil May Cry è realizzata dal sudcoreano Studio MIR e consisterà di otto episodi.

Non si conoscono ulteriori dettagli, tuttavia dato lo stile dell’animazione è molto probabile che la serie trarrà ispirazione dal terzo capitolo della saga videoludica.

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Gran Turismo - Recensione https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/263544/gran-turismo-recensione/ Fri, 22 Sep 2023 14:17:51 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=263544 Quella di Gran Turismo è un’operazione estremamente furba: coniugare marchio PlayStation, marketing diretto del videogioco e plasmare tutto attorno la forma di film sportivo, pieno dei classici stilemi del genere. Esordio, successo, caduta, risalita.

Va anche detto che, come seconda operazione in campo cinematografico, dei PlayStation Productions, la cura nel progetto e nella cornice cinematografica è sicuramente più efficace. Nulla da dire sul precedente Uncharted (già recensito e salutato con una buona sufficienza) ma Gran Turismo ha dietro struttura e forza maggiore nella messa in scena della storia, così come dell’immersione narrativa.




Dal sempre bravo Neill Blomkamp che si è fatto conoscere con District 9 – film assolutamente pazzesco – a un cast di attori dediti alla storia, basta così poco arendere Gran Turismo non solo un buon prodotto tratto da un franchise videoludico, ma anche un vero ed efficace film sportivo che taglia tutti i migliori traguardi, risultando adrenalinico e incalzante nel ritmo.

La storia, assolutamente vera, è quella di Jann Mardenborough, proplayer di Gran Turismo che grazie alla GT Academy istituita nel 2011 è riuscito a passare dalla propria stanza in Inghilterra a un abitacolo vero e proprio, divenendo un pilota a tutti gli effetti, lungo una carriera che lo vede impegnato ancora oggi. La produzione trasporta la vicenda ai nostri giorni e aggiunge meticolosi ingredienti per romanzarla al punto giusto, dal manager della Nissan tra il cinico e l’esuberante che ha l’idea di creare la GT Academy assieme a Kazunori Yamauchi, storico creatore del franchise videoludico, fino al capo officina, classico ex pilota che ha fallito e che vede ora nel giovane Jann la possibilità di riprendersi la sua “rivincita” tanto professionale quanto personale verso la FIA.

Gran turismo il film recensione

Nelle sue due ore piene di film, Gran Turismo preme sull’acceleratore senza freni, cercando una propria scia da percorrere, senza mai divincolarsi da produzioni mediamente simili, differenziandosi proprio quando tira in ballo il videogioco. A tutti gli effetti questo non è un film che vuole raccontare una storia dentro il videogioco, bensì relegare il videogioco a uno status quasi da allenamento, background misero, giacché appena arrivati in pista, se ci si schianta contro un muro, non c’è il bonus vita o il rewind a salvare e far ricominciare tutto dall’inizio.

Gran Turismo centra l’obiettivo, carico di adrenalina e di forti sentimenti

Dal videogiocare come hobby non più malsano, bensì dedito anche alla possibilità di crescita agonistica, fino ai genitori che tampinano i figli chiedendogli di uscire fuori casa e staccare gli occhi dalla PlayStation. Allora meglio in pista, meglio queste storie di rivalsa, di famiglie, di sogni e di sentimenti, che siano verso il proprio futuro o quello del cuore di una ragazza.

Gran turismo il film recensione

In pista il film cambia faccia, con sudore sul mento, il casco troppo stretto e dalla radio il team manager urla a più non posso perché la 24 ore di Le Mans non si porta a termine con un DualSense, bensì seguendo la traiettoria e cercare anche di tagliare le curve al punto giusto.

In tal senso, Gran Turismo cerca la sua strada, esce dalla scia per provare qualcosa di nuovo, si adagia su cosa sa fare meglio e porta comunque a casa il risultato. Quello che emerge di più è però la passione, l’amore per i motori, per le corse e, anche se sempre in silenzio e interpretato da un attore, Yamauchi è lì, fiero della creatura che ha partorito.

VOTO 7

Gran turismo il film recensioneGenere: sportivo
Publisher: Sony
Regia: Neil Blomkamp
Colonna Sonora: Lorne Balfe
Interpreti: Archie Madekwe, Orlando Bloom, David Harbour, Djimon Hounson
Durata: 134 minuti

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Sex Education - Quarta Stagione - Recensione https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/263486/sex-education-quarta-stagione-recensione/ Fri, 22 Sep 2023 13:56:55 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=263486 C’è qualcosa di magico nel raccontare l’adolescenza e relativi tumulti emotivi. Quando la respiriamo a pieni polmoni, difficilmente la ricordiamo così (o almeno, la mia è stata un crescendo di rabbia verso il mondo intero, ma tant’è, gli ormoni vanno in ogni direzione) o almeno non ne riusciamo a cogliere le sfumature.

Da osservatori siamo infallibili: vediamo quello o l’altro atteggiamento, ne cogliamo il sentimento, la malinconia, le azioni intrinseche. Ecco, non so proprio quanti anni siano passati dall’ultima serie a cui mi sono appassionato così tanto alle vicende dei loro giovani protagonisti, un arco di storia ben distinto, evoluto nel corso delle puntate come delle stagioni, non senza sbavature narrative, ma comunque vivo, capace di arrivare dritto al sentimento più puro, sopito in ogni spettatore che cova il bisogno, il sogno di affezionarsi a quella o l’altra coppia.




Sex Education chiude il cerchio e la sua storia con questa quarta e ultima stagione. Tutto è iniziato con Otis e Maeve per poi espandersi a tanti altri protagonisti, regalando al progetto ampio respiro e, proprio nella scorsa stagione, si sottolineava quanto gestire tanti personaggi non sia assolutamente facile.

La quarta stagione è quella della chiusura definitiva e ancor prima di mettere la parola fine. Sono molti i personaggi che, con un espediente narrativo ben definito, non torneranno in questi ultimi otto episodi. Peraltro, la sensazione di avere troppa carne al fuoco e troppe parentesi da chiudere si risolve spostando le ultime settimane sui personaggi maggiormente bisognosi di definire il percorso narrativo.

Sex Education 4 recensione

Tutto è iniziato con Otis e Maeve e finirà con loro, unica certezza per la quale abbiamo atteso tanto, troppo, quasi penato assieme ai personaggi per capire quanto del loro sentimento era vero, dolce e appassionato, nonostante fuori ci fosse il team che tifava per Otis con Ruby. Le scuole finiscono e la maggiore età si avvicina, ed ecco che quel sapore salmastro nei vestiti, l’odore acre da adolescente che si impregna nella pelle sudata comincia a svanire.

Con Maeve che si divide tra Stati Uniti e Inghilterra (qui per questi familiari estremamente intime) il raccordo tra i due ragazzi mette in luce quanto tutti siano estremamente cambiati dalla prima puntata della prima stagione. In un istante si torna proprio a quel dolce momento di Otis che attende Meave fuori da un edificio, mentre la ragazza prende la prima di una serie di difficili decisioni.

questa quarta stagione di sex education è un inno alla crescita

Ecco, la quarta stagione di Sex Education è un inno alla crescita, all’evoluzione, che chiude la serie nel miglior modo possibile, specie se rapportato agli istinti puerili e viscerali messi inizialmente in atto da ogni personaggio. La clinica è sempre un perno centrale del racconto e rimane la grande metafora di un aiuto concreto che stia nella sfera sessuale come di coppia.

Sex Education 4 recensione

La nuova scuola, estremamente “fluida” immerge protagonisti vecchi e nuovi in un mondo che devono condividere e anche salvare, perché no. Ma se è vero che nessuno si salva da solo, allora anche Otis e Maeve hanno bisogno di un aiuto per crescere, superarsi, abbandonare l’adolescenza, superare i traumi che richiedono l’uso e la frequentazione di una clinica, che sia del sesso come dell’amore.

Sex Education è la parentesi più sporca dell’adolescenza, pregna di orgasmi, di cuore in gola, sex toys e sperimentazioni varie. Un caos tanto fisico quanto mentale che ci lascia in bocca il miglior sapore possibile, quello che solo una buona serie può lasciare; nonostante gli alti e bassi in termini di qualità, è sempre stata capace di parlare in modo sincero e di far sciogliere il nostro cuore di Tuscaloosa al primo, attesissimo, bacio tra Otis e Maeve.

VOTO 7.5

Genere: commedia, drama
Publisher: Netflix
Regia: vari
Colonna Sonora: vari
Interpreti: Asa Butterfield, Gillian Anderson, Ncuti Gatwa, Emma Mackey
Durata: 8 episodi

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Stray: Annapurna al lavoro su un film di animazione https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/262716/stray-annapurna-al-lavoro-su-un-film-di-animazione/ Wed, 06 Sep 2023 09:45:15 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=262716 Annapurna e BlueTwelve Studios hanno fatto sapere di essere al lavoro su un film di animazione basato su Stray, l’avventura cyberpunk con protagonista un gatto randagio uscita l’anno scorso su PC e console.

Stando a quanto riportato sulle colonne di Entertainment Weekly, la pellicola sarà prodotta direttamente da Annapurna Animation e potrà contare sulla direzione di Chris Wedge, già regista de L’Era Glaciale. Robert Baird, il boss di Annapurna Animation, ha dichiarato che uno dei motivi per cui si è deciso di dare il via al progetto è l’incredibile popolarità di Stray.

Si tratta del primo adattamento cinematografico di un videogioco targato Annapurna, ma difficilmente sarà l’ultimo.

Stray film uscita xbox

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One Piece – Prima Stagione – Recensione https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/262440/one-piece-prima-stagione-recensione/ Thu, 31 Aug 2023 13:19:49 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=262440 Quanto poteva essere difficile e delicata un’operazione del genere? Tantissimo, eppure questa volta dalle parti di Netflix si sono salvati con un paio di scelte furbe, abbastanza furbe da portare allo spettatore un prodotto convincente per gli obiettivi prefissati.




Come approcciare un’opera voluminosa, narrativamente intricata, con decadi di vita sulle spalle nel suo formato live action, viste le recenti cancellazioni di prodotti simili? Se la strada perseguita da Cowboy Bebop ha destato più di qualche grattacapo a produzione e fan là fuori, con One Piece l’operazione è drasticamente più delicata, giacché mettere in scena il mondo così ricco, variegato, sopra le righe di Oda non era missione facile e il rischio di trovarsi davanti la fiera del cosplay era alto. Al netto delle comprensibili difficoltà, bisogna dire che la soluzione finale di queste otto puntate ha lasciato un sapore sufficientemente piacevole al palato.

Metto le mani avanti: non sono un fan di One Piece e quel che succede capitolo dopo capitolo lo respiro per osmosi, dunque l’approccio alle puntate che Netflix  mi ha gentilmente concesso di vedere in anteprima è stato dei più neutrali: una serie, una sequenza interminabile di personaggi e stilemi unici presi dal manga e una realizzazione tecnica/narrativa da tenere attentamente in conto.

One Piece

Già attorno la terza puntata, i connotati riguardo gli obiettivi di pubblico sono abbastanza palesi. In gran parte, la serie vuole catturare l’attenzione di chi già conosce l’opera, di chi ama seguire le vicende di questa sgangherata ciurma di pirati lungo manga, anime o anche altre forme, videogiochi compresi, e questa è versione live action si aggiunge a un lungo portfolio di variazioni intorno a One Piece.

come si può realizzare una serie live action convincente di One Piece senza fallire? Semplice, andando sul sicuro e muovendosi nella stessa comfort zone dei fan che sono là fuori

Approcciarsi con una produzione occidentale ad un prodotto orientale è sempre dannatamente difficile, perché le strade da percorrere sono essenzialmente due: o cerchi la rilettura completa, pur sapendo di attivare le ire funeste dei fan più puri, oppure cerchi la trasposizione fedele in cui, però, ci si confronta inevitabilmente e più direttamente con il manga o l’anime, quest’ultimo pur sempre un’esposizione fedele fin nel minimo disegno.

One Piece

La serie Netflix di One Piece sceglie la strada facile, cercando di trovare un’armonia tanto tecnica quanto narrativa tra gli stilemi principali della serie, a loro volta contraddistinti da una costante sensazione di leggerezza trascinante e viscerale, il più delle volte portata avanti da Cappello di Paglia. È lui che, col suo fare un po’ bambinesco e puerile, si contrappone sempre di più ai sogni e le motivazioni del resto della ciurma, da Zoro a Sanji. Tutti personaggi che nella serie appaiono sempre un pelo più interessanti di Monkey D. Rufy, eppure la forza trascinante delle puntate ci investe e incasella bene nell’universo di riferimento, non pretendendo mai serietà, mentre ci coccola con questo o l’altro pirata da sconfiggere dalla nostra amata combriccola.

Purtroppo, proprio le fasi di combattimenti mostrano il fianco alle critiche in modo fin troppo palese: la necessità di concatenare una coreografia scenica che possa amalgamare un combattimento alla spada con i poteri elastici di Monkey D. Rufy rende necessario un uso costante di tagli al montaggio che rendono estremamente difficile seguire anche il più semplice dei passaggi. Una limitazione tipica di quando ci si approccia a opere così libere su carta e pennarelli, compito ostico anche negli anime che, tuttavia, sul fronte live action diventa un difetto di grande conto.

One Piece

Il resto di questo mondo pieno di pirati si compone di personaggi estremamente ricchi di dettagli e caratterizzazioni uniche, con qualche libertà narrativa rispetto all’opera originale, senza mai stravolgere niente o nessuno di già conosciuto. Una soluzione comoda e troppo vicina alla comfort zone, questa di Netflix? Probabile, eppure unica soluzione concreta per attirare l’attenzione – senza pregiudizi – dei milioni e milioni di fan lì fuori, che non vedono l’ora di gustarsi queste puntate senza troppi problemi.

VOTO 7

One PieceGenere: azione, fantastico
Publisher: Netflix
Regia: Vari
Colonna Sonora: Giona Ostinelli
Interpreti: Inaki Godoy, Emily Rudd, Mackenyu, Jacob Romero, Taz Skylar,
Durata: 8 episodi

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Oppenheimer – Recensione https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/261787/oppenheimer-recensione/ Wed, 23 Aug 2023 13:33:03 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=261787 Prometheus stole fire from the gods and gave it to man. For this he was chained to a rock and tortured for eternity.




Qual è il dovere di un uomo brillante nei confronti dei suoi simili? Robert Oppenheimer è un giovane fisico, uno di quelli pigri, svogliati, ma pieni di talento, perché per accendere la scintilla serve premere un tasto particolare, per uscire dalla mediocrità del nostro essere uomini, formiche al servizio di leggi della fisica che ci pongono dei limiti.

Robert Oppenheimer di tasti ideali da premere ne ha tre.
Il primo è quello della meccanica quantistica, l’arrivo di un nuovo ramo di scienza che si pone come una piccola rivoluzione interna della fisica classica, per abbracciare la fisica moderna. Il secondo tasto è quello dell’ingaggio per il progetto Manhattan, la missione di creare un ordigno atomico unico nel suo genere come deterrente per future guerre mondiali – per poi dare il via alla corsa agli armamenti nucleari. Il terzo tasto è quello del rimpianto: costruita la bomba, Oppenheimer si pente; solo in un secondo momento si renderà conto di essere non solo il “distruttore di mondi”, bensì il genitore di un terrore atomico che ha visto nella crisi di Cuba o nella Guerra Fredda temibili e sinistri figli, tutti non voluti. Oppenheimer ci ripensa, volta le spalle agli Stati Uniti che, forti delle loro contraddizioni, prima elogiano il fisico, poi lo accusano di spionaggio comunista, annientandolo sul piano etico, per poi riabilitarlo solo decenni dopo.

Oppenheimer la recensione

Oppenheimer è un film, come facilmente suggerisce il titolo, non sugli Stati Uniti, non sulla Seconda Guerra Mondiale, ma sull’uomo. La narrazione che si spalma sulle tre ore non prende mai le distanze da Robert Oppenheimer, senza mai condannarlo né elogiarlo. Non è un’agiografia come erroneamente dipinta da parte di alcuni – sempre senza aver visto il film – giacché della Seconda Guerra Mondiale non vi è l’ombra.

Una scelta tanto stilistica quanto narrativa, che può farsi apprezzare o meno, ma che non toglie come a Nolan non interessi raccontare di battaglie, scontri, nemici o amici; l’autore, al contrario, trova letteralmente forte un altro tipo di scontro, quello dentro la testa del giovane fisico.

Oppenheimer è uno dei migliori film in assoluto di Christopher Nolan, pregno di una maturazione artistica e narrativa senza pari

Lo stesso regista inglese mette tecnica e narrazione al servizio di Cillian Murphy, glaciale nello sguardo di chi, consapevolmente, sta donando al mondo non solo un’arma, ma l’inizio di un’epoca costruita sulla paura della guerra, l’incipit di parole spesso minacciose come “atomico” e “nucleare”, che cominceranno ad essere usate sempre di più nel vocabolario comune. Il retaggio di Oppenheimer è di quelli criptici, difficili da decifrare, come si evince dai colloqui con Albert Einsten in cui sottolinea quanto sia giusto o meno donare tali scoperte o conoscenza al genere umano, ridotto a una massa di formiche incapaci di pensare o ragionare.

Oppenheimer la recensione

Ecco, dunque, lo scontro tra miti e déi. Prometeo rubò il fuoco per donarlo agli uomini, che lo usarono per combattersi a vicenda, mentre lui subì una pena eterna; la storia torna con Oppenheimer che volta le spalle agli Stati Uniti, massacrato perché non ha intenzione di costruire più alcuna bomba, etichettando come moralmente errato ciò che ha fatto.

Oppenheimer è un film costruito con la stessa materia con cui si costruiscono gli horror

Un racconto non nuovo, che si ripete e si specchia nei personaggi di Oppenheimer e Lewis Strauss (uno straordinario Robert Downey Jr.), uomini perfetti per gli ideali degli Stati Uniti, self-made-man che piacciono così tanto, laddove questa fedeltà deve essere totale, pena la distruzione dell’immagine.

Oppenheimer è un’opera assai verbosa, ma i 180 minuti pieni di proiezione non stancano mai occhi e orecchie. Tolta la prima mezz’ora, che serve per portare il racconto su binari prestabiliti, il resto fila via che è un piacere e si arriva alla fine del film terrorizzati, attoniti, perché Oppenheimer è un film costruito con la stessa materia con cui si costruiscono gli horror. Un vero incubo a cielo aperto, dalla voglia incalzante della creazione, fino al ripensamento con le mani sporche di sangue. Un futuro incerto, genitori incapaci di accudire la propria prole (profetica l’azione di Oppenheimer a inizio film di “abbandonare” il proprio figlio ad alcuni amici giacché lui e la moglie si considerano cattivi genitori).

Oppenheimer la recensione

Chi ha un dono così grande dovrebbe elargirlo al resto del mondo? Usarlo egoisticamente o per la progressione della scienza e del genere umano? E se la potenza della scoperta può essere così forte da esplodere nelle proprie mani, basterà solo chiudere il pugno per fare da cuscinetto al dolore? Il periodo atomico è iniziato, rispetto alla Storia è iniziato ieri e il film ci pone davanti questa realtà che molte volte dimentichiamo. Dopo la costruzione di ordigni atomici, dopo Hiroshima e Nagasaki, qualcosa è cambiato davvero e non si parla degli esiti di una guerra, ma del destino del genere umano.

Ad oggi, senza ombra di dubbio, uno dei migliori film in assoluto di Christopher Nolan, pregno di una maturazione artistica e narrativa senza pari.

VOTO 9

Oppenheimer la recensioneGenere: storico, biografico, drammatico
Publisher: Universal
Regia: Christopher Nolan
Colonna Sonora: Ludwig Goransson
Interpreti: Cillian Murphy, Emily Blunt, Matt Damon, Robert Downey Jr., Florence Pugh, Josh Hartnett
Durata: 180 minuti

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Blue Beetle - Recensione https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/261694/blue-beetle-recensione/ Fri, 18 Aug 2023 11:01:49 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=261694 C’è una consapevolezza estremamente importante in Blue Beetle che rende – in parte – il successo della pellicola totalmente inaspettato, non potendo avere un The Batman al mese (magari): per un contesto estremamente più leggero, lineare e adolescenziale, non vale prendersi troppo sul serio, dunque meglio tenere in bell’evidenza altri elementi, quali la famiglia, la responsabilità stessa dell’essere supereroi e il contrasto politico-sociale di situazioni purtroppo sempre drammaticamente attuali.




Blue Beetle costruisce il suo canovaccio narrativo attorno il classico espediente di un potere enorme, ultraterreno, alieno, che viene donato a un ragazzo cresciuto nelle favelas, che va a Gotham per studiare legge e sperare di diventare qualcuno, per poi ritrovarsi a pulire la piscina degli industriali, i signori del mercato, quelli che ti fanno vedere sempre e solo il bastone e mai la carota.

A differenza delle vicende di tanti altri eroi, questa è la storia di un ragazzo che si ritrova a gestire un retaggio molto più grande: lui non è il primo Blue Beetle, ce n’è già stato uno precedente e la leggenda delle gesta di chi ha provato a diventare una bandiera supereroistica del popolo latino è diventata nulla nel momento in cui il paladino è scomparso nel nulla.

blue beetle sceglie la strada della leggerezza, del divertimento e dei buoni sentimenti per ragionare sulla figura dell’eroe adolescenziale

Contenutisticamente molto più basilare di altri film dei fratelli di casa DC, o dei cugini Marvel, Blue Beetle trae la sua forza e la sua ispirazione proprio dalla semplicità: è un film secco, diretto, che non si perde in parentesi narrative difficili, bensì preferisce la strada liscia e libera verso l’obiettivo prefissato. L’approccio leggero è comunque accompagnato da una narrazione piacevole da seguire, in qualche modo indirizzata a tutta la famiglia (si evince la natura idealmente più piccola del progetto, considerata l’originale release solo in streaming, per poi cambiare idea e portarlo al cinema per volere di James Gunn) ed è proprio la famiglia uno degli stilemi classici della cultura latinoamericana, di fatto fulcro dell’esperienza del film.

blue beetle

Per quanto la correlazione famiglia = punto di forza sia un concetto ormai abusato, Blue Beetle la rende parte attiva del film. La trasformazione di Jaime Reyes avviene davanti gli occhi di tutti. Non ci sono trucchi, misteri, segreti, niente nel nucleo familiare deve rimanere al buio, perché l’unione fa la forza.

Anche la decisione di avviluppare attorno la trama usi e stilemi delle comunità latinoamericane aiuta la pellicola a trovare la forza di costruirsi una spina dorsale forte e resistente, al netto di problemi piuttosto ricorrenti in produzioni di questo calibro, con un villain abbastanza sprecato, realizzato in modo alquanto dozzinale, e qualche momento narrativo fuori posto. L’azione, il divertimento e le coreografie sono però più che accettabili per un film che, almeno in parte, non dimentica le proprie origini (e qui il Watchmen di Zack Snyder entra a gamba testa per diversi motivi).

Blue Beetle non alza ma nemmeno abbassa l’asticella del genere, rivelandosi comunque un’incursione valida. Alla faccia di chi sul web aveva già annunciato un risultato disastroso, ci siamo invece trovati davanti a un film che, per quanto intenzionato a volare basso, porta a casa quel poco che crea in maniera eccellente.

VOTO 7

blue beetleGenere: azione, avventura
Publisher: Warner Bros
Regia: Angel Manuel Soto
Colonna Sonora: Bobby Krlic
Interpreti: Xolo Mariduena, Susan Sarandon, Bruna Marquezine, Damian Alcazar, Raoul Trujillo
Durata: 127 minuti

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Castlevania: Nocturne debutterà su Netflix a settembre https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/260691/castlevania-nocturne-debuttera-su-netflix-a-settembre/ Fri, 28 Jul 2023 09:30:52 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=260691 Netflix ha pubblicato il primo trailer di Castlevania: Nocturne, la nuova serie animata in arrivo sul servizio di streaming a settembre.




Castlevania: Nocturne sarà incentrato su Richter Belmont e sulle sue avventure durante la Rivoluzione Francese. Si tratta di una origin story inedita che racconterà la genesi di questo personaggio dei videogiochi. Scritta da Clive Bradley e diretta dallo showrunner Kevin Kolde, la serie è prodotta da Project 51 Productions con il supporto di Powerhouse Animations.

La serie animata sarà disponibile sul catalogo di Netflix a partire dal 28 settembre.

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Barbie – Recensione https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/260398/barbie-recensione/ Sat, 22 Jul 2023 10:07:55 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=260398 Barbie è un film che aveva già vinto la sua sfida personale in precedenza, dunque non meraviglia il successo globale a cui sta andando incontro tra incassi al botteghino e lodi dalla critica. Dimenticate contesti narrativi simili a una storia di giocattoli e relativi proprietari (Toy Story, per dire), o discorsi più ampi e precisi sull’importanza del gioco e della sfera ludica tra grandi e piccini (The LEGO Movie): Barbie costruisce ed ottiene un linguaggio tutto suo, arricchendolo con una carrellata di idee tutte vincenti.




Nella magica Barbie Land qualcosa non funziona più. L’idea morale dietro le bambole inizia a vacillare proprio da Barbie Prototipo, fulgido esempio estetico a cui rimandiamo subito l’idea di Barbie. Forse il rapporto tra le bambine e le iconiche bambole si è rotto. La missione per Barbie e Ken è quindi di andare nel Mondo Reale e ricucire lo strappo.

La paura di un film debole, costruito su archetipi già visti circa l’incontro/scontro di due mondi diversi, viene subito meno: sarebbe stato facilissimo creare gag forti e irriverenti su delle bambole che si mescolano col genere umano, ma tutta la narrazione si mantiene sempre sopra le righe. La stessa possibilità che delle bambole possano provenire da Barbie Land diventa talmente concreta che la risposta del Mondo Reale è di una ferrea presa di coscienza, per poi rispondere a tono. Dunque Barbie è davvero tra di noi? Bene, è l’occasione per ricordare alla diretta interessata come lei sia un oggetto in mano a cravattoni maschilisti che, pur di rispondere a un’esigenza di mercato nel rappresentare minoranze o simili, sono pronti a intascare milioni di dollari.

Barbie è un film che costruisce ed ottiene un linguaggio tutto suo, arricchendolo con una carrellata di idee tutte vincenti

Quanto è contraddittorio lo stesso ruolo della Mattel in tutto questo? Tantissimo, gli stessi dirigenti dell’azienda hanno un ruolo cruciale nel film e risultano ridicolizzati, inchinati al Dio denaro, eppure bisognosi che questa rottura tra bambole e pubblico trovi fine, così da continuare a guadagnare. Insomma, la vera e nemmeno troppo tacita realtà su cui la stessa Mattel ha fondato il proprio impero.

barbie recensione

A tale compiaciuta contraddizione si mescola la diretta influenza: cosa accadrebbe se due bambole, provenienti da un mondo patinato e costruito su ideali, riportassero a casa valori come la democrazia, il femminismo, il patriarcato e il capitalismo dopo una visita nel Mondo Reale? Quale archetipo o prototipo di persona – o di bambola – avrebbe la giusta bussola etica per capire dove puntare la propria attenzione?

Barbie, come già sottolineato in apertura, non è solo uno dei film dell’anno, giacché la freschezza nella sceneggiatura – assieme a trovate assolutamente geniale – è capace di farlo diventare un vero e proprio instant cult. Si utilizza un nome di fama mondiale, che si porta dietro innumerevoli, spesso antitetiche lodi e critiche – dalla strumentalizzazione del corpo femminile all’apertura a tutte le minoranze – per costruirci intorno una propria e indipendente morale. Barbie, se vogliamo, pecca solo nel suo amalgamante composto finale, che non trova una risposta chiara a limpida a tutte le parentesi aperte.

barbie recensione

Questo è veramente un male? Assolutamente no, perché alle battute, alle gag, le situazioni e le interpretazioni assolutamente superlative, va a braccetto la chirurgica tecnica di regia espressa da Greta Gerwig, a cui si affiancano un gusto nella messa in scena croccantissimo (recuperate il suo ultimo Piccole Donne, una delizia assoluta) e una realtà che difficilmente ricordiamo: siamo esseri umani, in un mondo vario, pieno di persone, idee, colori. Il processo produttivo di un prodotto d’intrattenimento è un ordine di cose complesso che appartiene al pubblico solo nel risultato finale, ma se volessimo entrare davvero nella creazione di qualcosa di bello, questo potrebbe davvero concretizzarsi ogni giorno, da ogni azione intrapresa, di qualunque natura essa sia.

Con Barbie l’obiettivo è semplice: uscire dall’essenza di un “prototipo” che segue regole prestabilite – o dettate da persone dalla dubbia morale – per lasciar vincere la libertà dell’essere umano in quanto tale, accanto a tutte le idee che si riescono a partorire da qui fino alla fine dell’universo.

VOTO 8.5

barbie recensioneGenere: commedia
Publisher: Warner Bros
Regia: Greta Gerwig
Colonna Sonora: Alexandre Desplat
Interpreti: Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Kate McKinnon, Issa Rae, Will Ferrell
Durata: 114 minuti

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Gran Turismo: vediamo il secondo trailer ufficiale del film https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/260382/gran-turismo-vediamo-il-secondo-trailer-ufficiale-del-film/ Fri, 21 Jul 2023 10:03:10 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=260382 Sony Pictures ha confezionato il secondo trailer ufficiale del film di Gran Turismo diretto da Neill Blomkamp. Il primo trailer venne pubblicato lo scorso maggio.




Ispirato da una storia vera, la pellicola racconta il coronamento del sogno di Jann Mardenborough, un giocatore adolescente di Gran Turismo, che grazie alle sua abilità di gioco vince una serie di competizioni della Nissan per diventare un pilota professionista. Il film può contare sulla presenza di Archie Madekwe nel ruolo del protagonista, David Harbour e Orlando Bloom.

Il film di Gran Turismo verrà proiettato nelle sale cinematografiche italiane dal 20 settembre, mentre il pubblico statunitense potrà andare a vederlo già dall’11 agosto.

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Among Us: in lavorazione una serie TV animata https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/259116/among-us-in-lavorazione-una-serie-tv-animata/ Wed, 28 Jun 2023 09:23:17 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=259116 Una serie TV animata di Among Us è in lavorazione presso CBS Eye Animation Productions. Il network statunitense ha difatti siglato una partnership con Innersloth, lo studio di sviluppo autore del videogioco multiplayer, per portare l’IP sul piccolo schermo.

La notizia rimbalza sulle colonne di Variety, dove leggiamo che Owen Dennis sarà sia il creatore che il produttore esecutivo del progetto. La serie TV animata di Among Us verrà realizzata da Titmouse, lo studio di Star Trek: Lower Decks, mentre Forest Willard, Marcus Bromander, e Carl Neisser di Innersloth si uniranno al team nelle vesti di produttori esecutivi.

Non è stata fornita una data di messa in onda dello show.

Among Us serie tv

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Death Stranding: Hideo Kojima fortemente coinvolto nel film https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/258481/death-stranding-hideo-kojima-fortemente-coinvolto-nel-film/ Mon, 19 Jun 2023 09:36:18 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=258481 Pochi mesi fa abbiamo riportato la notizia della messa in cantiere di un film di Death Stranding. Ora Hideo Kojima, l’autore del videogioco, ha ribadito di essere fortemente coinvolto nella lavorazione della pellicola, sebbene non sarà il game designer giapponese a dirigere i lavori.

Per essere chiari, sono coinvolto nella produzione, supervisione, nell’adattamento della sceneggiatura, nell’estetica e nel design del film di Death Stranding,” ha dichiarato Kojima tramite Twitter. “Ma non sarò io il regista.

Non sappiamo ancora chi dirigerà la pellicola, sappiamo però che il film verrà co-prodotto da Alex Lebovici, già executive producer di Barbarian e Bill & Ted: Face the Music.

death stranding film

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The Flash - Recensione https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/258335/the-flash-recensione/ Thu, 15 Jun 2023 09:54:47 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=258335 The Flash porta sulle spalle la missione difficilissima di essere un film “ponte”, qualcosa di inedito in questo panorama cinematografico dove veniamo cibati a suon di sequel, prequel, reboot o remake.




Con il già annunciato reset di questo universo cinematografico e l’arrivo di uno “nuovo”, più libero, fresco e coeso per mano di James Gunn, è proprio The Flash ad ereditare l’arduo compito di premere il tasto e cancellare tutto.  Nel corso degli anni, che hanno visto prima diversi problemi di pre-produzione e dopo i già noti guai con la giustizia del protagonista Ezrea Miller, il film si è tramutato da opera standalone in qualcosa di più grande, la scintilla cinematografica che avrebbe dovuto giustificare i prossimi dieci anni di progetti elaborati da Gunn.

Oltretutto è stato pensato più di cinque anni fa, quando al cinema non c’era ancora nulla riguardo Multiversi supereroistici o affini, laddove il beffardo destino attribuisce ora questa particolare etichetta “dimensionale” al velocista scarlatto di casa DC. Il primo ad aver approcciato il tema, insomma, e l’ultimo ad averlo realizzato.

ezra miller è il vero cuore pulsante di questo film

Al netto di ciò, la materia di cui si compone questo film è di primissima scelta. Prestate poca attenzione alle prime fasi, estremamente vacue e caotiche, perché tutto assume forme più sinuose nel momento in cui il nostro Barry Allen, alias Flash, mette piede nel Multiverso. Qui cominciano i guai, le domande, le dinamiche inedite di un mondo che sembra identico a quello appena lasciato e, invece, vede Eric Stoltz come protagonista ufficiale di Ritorno al Futuro: è proprio dalla trilogia di Zemeckis che Andy Muschietti pare attingere per plasmare parte della vena comica del film, a fronte di in un prodotto che ha come linea guida un disagio portante, quello della morte della madre di Barry Allen.

the flash

Passano gli anni, ma le regole attorno i film sui viaggi nel tempo rimangono le stesse: cambiare il passato mette a repentaglio le certezze del presente, per non parlare dei problemi sul futuro. Stavolta questi problemi si chiamano Generale Zod, e a rispondergli deve essere l’inedita Justice League formata da due Flash – il nostro viaggiatore del tempo e quello che abita la nuova linea temporale – il Batman di Michael Keaton, ovviamente invecchiato rispetto alle avventure firmate da Tim Burton, e Supergirl, giacché Superman per qualche motivo non è mai arrivato sulla Terra.

Con l’abbandono di Snyder lo stile narrativo ed estetico è drasticamente cambiato nelle ultime produzioni DC, quasi ad abbracciare la strada tacitamente imposta dalla Marvel, con scoperta dei poteri, il divertimento di usarli, tanta leggerezza, enfasi sulle parti emozionali, il classico divertimento fortunatamente mai forzato e tanta, tanta azione condita da schemi estetici che puntano ad anestetizzare i sensi degli spettatori, in positivo.

the flash

Dunque, girata la pagina della prima parte non proprio riuscita, il film cresce progressivamente regalando uno spettacolo pirotecnico entusiasmante. L’emozione è componente centrale dello spettacolo: The Flash è un film estremamente viscerale che cerca un rapporto diretto con lo spettatore parlando in modo secco, diretto, quasi per istinti, perché se di viscere parliamo, allora l’idea del cibo come intera metafora per giustificare il Multiverso è sicuramente tra le migliori che ci siano in giro, un po’ come quello che Flash deve trangugiare per non lasciare l’accelerato metabolismo senza energie, visti gli altri consumi e sforzi fisici.

Al netto dei tantissimi cameo – ovvi, visto il discorso dei Multiversi – della sequenza finale e scena post credit, The Flash è un film che si regge interamente sulle gambe di un appassionato Ezra Miller. Un altro caso dove scindere la persona dall’artista è necessario per assaporare una performance emotivamente superba, capace di tirare fuori momenti sentimentali di grande spessore e intensità. La Supergirl di Shasa Calle rimane chiusa nel minutaggio stretto, mentre Keaton nonostante gli anni ha ancora tantissimo carisma da vendere, ma l’attenzione è tutta sull’affamato Barry Allen, affamato di amore, di cibo, di sentimenti, di voglia di crescere e prendersi le sue responsabilità, il tutto mentre il collasso del Multiverso è adun passo e prendere le giuste decisioni, anche quelle più sofferte, fa la differenza tra l’essere un vigilante o un vero eroe.

VOTO 7.5

the flashGenere: avventura, fantascienza
Publisher: Warner Bros
Regia: Andy Muschietti
Colonna Sonora: Benjamin Wallfisch
Interpreti: Ezra Miller, Michael Keaton, Sasha Calle, Michael Shannon, Ron Livingstone
Durata: 144 minuti

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Questo mondo non mi renderà cattivo – Anteprima https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/257715/questo-mondo-non-mi-rendera-cattivo-anteprima/ Thu, 08 Jun 2023 14:01:04 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=257715 Appare un po’ emblematica la scelta di Zerocalcare di aprire questa nuova serie animata per Netflix raccogliendo le critiche di chi – molto probabilmente – si è riempito la bocca di vocaboli, senza aver neanche visto il racconto: “Zerocalcare non dice nulla di nuovo, è il solito sinistro represso, è tutto parlato in romano, non si capisce nulla, Roma Ladrona” e altro ancora, con un netto distacco di pubblico tra chi ha amato l’opera, traendone il messaggio e chi, invece, è stato troppo pigro per guardarla con attenzione. Qualcuno che magari è attivo sui social e ha tenuto a farci sapere che Strappare lungo i bordi era una stupidaggine e non valeva il tempo della visione, che dietro c’era il solito complotto di inculcarci a forza il politicamente corretto. Da qui arriviamo al titolo di questa seconda opera, Questo mondo non mi renderà cattivo, che prende spunto proprio dai polpastrelli, quelli ingialliti da innumerevoli bastoncini di nicotina e odio viscerale verso tutto: non rendeteci cattivi, più di quanto, forse, non siamo già.




La nuova serie di Zerocalcare – della quale, grazie a Netflix, ho potuto visionare buona parte degli episodi in anteprima – è una diretta evoluzione di Strappare lungo i bordi, un Super Saiyan di secondo livello che esplode, surclassando il primo, perché i fuoriclasse, se hanno verbo e matita buoni, emergono subito e chiaramente, il resto è fuffa. Un campione può anche battere un calcio di rigore e sbagliare, mandarla in alto, ed è proprio in quel momento che lo spettatore ha voglia di tendere le braccia a quel codino, stare vicino a Baggio, affranto davanti alla porta immacolata e la palla altrove.

questo mondo non mi renderà cattivo

Zerocalcare è Baggio, che si ritrova a vivere un momento di forte disagio nel suo quartiere, uno di quei momenti in cui la nostra etica dice di essere nel giusto e le nostre azioni sono legittime. Fuori c’è il nemico, eppure il mondo sembra indicarci il contrario, ovvero che per quanto – ipoteticamente – i nostri atti siano giusti o sbagliati, il più delle volte quello che siamo, quello che diciamo, chi attacchiamo o amiamo, scaturisce da un disagio che ci mangia da dentro e che se non viene urlato o vomitato contro qualcuno, resterà pesante come un macigno nascosto nella cassa toracica.

Estetica e lavoro di animazione hanno beneficiato di cura maggiore come anche la narrazione, sempre ricca, inedita, mai ripetitiva, pur con qualche volo pindarico che arriva comunque all’obiettivo. D’altra parte, lo scotto emotivo da pagare è assai maggiore.

Un po’ come la crosticina di una ferita che non si è rimarginata del tutto, questa storia di quartieri, di amici che hanno enormi pesi sul petto, di altri che tornano dopo lunghi periodi di assenza, fanno i conti con chi ce l’ha fatta, con Zero che tra tutti ha avuto successo, ma ha perso quel senso disperato a cui tutti si aggrappano per andare avanti giorno dopo giorno.

questo mondo non mi renderà cattivo

Chi guarda avanti cerca di sopravvivere ma rischia di perdere qualcosa di importante lungo la strada, di non scorgere chi è in difficoltà e capire quelle difficoltà. L’aspetto più importante di questo assaggio di episodi è che essere Superman in un mondo pieno di criminali è estremamente difficile, ma potremmo provare una strada inedita: capire.

Capire cosa rende il mondo cattivo, e come questa cattiveria si rispecchia negli spazi web e social, nelle risse per strada, nella considerazione che abbiamo verso l’altro.

Non vedo l’ora di guardare il resto delle puntate di Questo mondo non mi renderà cattivo, perché torna prepotente quella crosticina che nasconde una ferita ancora aperta: per ora ho grattato la superficie, qualcosa si è rotto e sta uscendo sangue, l’emozione provata alla fine di ogni episodio è stata quella della delusione, perché sentivo che questa serie stava parlando a me e al mio “nemico”, rendendoci uguali e immaturi al tempo stesso, con lo stesso sangue che sgorga dalla medesima ferita.

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Syberia: Microids e What the Prod annunciano la serie animata https://www.thegamesmachine.it/cinema-e-serie-tv/257764/syberia-microids-e-what-the-prod-annunciano-la-serie-animata/ Thu, 08 Jun 2023 10:13:53 +0000 https://www.thegamesmachine.it/?p=257764 Microids ha annunciato di aver stretto un accordo con What the Prod per la realizzazione di una serie animata ambientata nell’universo narrativo di Syberia.

L’iconico universo di Syberia ha ottenuto lo status di leggenda sin dal primo episodio pubblicato oltre due decenni fa,” si legge nel comunicato ufficiale. “Grazie a una storia appassionante, a dei personaggi emblematici e a un’atmosfera unica, Syberia è stato in grado di sedurre tutti gli amanti delle avventure. Con l’arrivo della nuova serie animata, i fan saranno in grado di immergersi ancora più in profondita in questo universo. Si ricongiungeranno con Kate Walker, Oscar, gli Youkol e molti altri personaggi affascinanti che condividono le loro avventure tra il mondo reale e le fantasie di Benoit Sokal.

L’accordo siglato tra Microids e What the Prod ha inoltre ricevuto il benestare di Martine Sokal, vedova del compianto Benoit: “Mio marito sarebbe stato entusiasta di vedere la sua opera adattata come serie animata,” ha dichiarato Martine Sokal. “Con Syberia ha creato un mondo magico e fuori dal tempo. Sono felice che grazie a questo adattamento riuscirà a raggiungere un nuovo pubblico.

I dettagli per ora terminano qui, ma Microids assicura che lavorerà a stretto contatto con What the Prod affinché la serie animata di Syberia renda giustizia al materiale originale.

syberia serie animata

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