Blue Beetle - Recensione

C’è una consapevolezza estremamente importante in Blue Beetle che rende – in parte – il successo della pellicola totalmente inaspettato, non potendo avere un The Batman al mese (magari): per un contesto estremamente più leggero, lineare e adolescenziale, non vale prendersi troppo sul serio, dunque meglio tenere in bell’evidenza altri elementi, quali la famiglia, la responsabilità stessa dell’essere supereroi e il contrasto politico-sociale di situazioni purtroppo sempre drammaticamente attuali.




Blue Beetle costruisce il suo canovaccio narrativo attorno il classico espediente di un potere enorme, ultraterreno, alieno, che viene donato a un ragazzo cresciuto nelle favelas, che va a Gotham per studiare legge e sperare di diventare qualcuno, per poi ritrovarsi a pulire la piscina degli industriali, i signori del mercato, quelli che ti fanno vedere sempre e solo il bastone e mai la carota.

A differenza delle vicende di tanti altri eroi, questa è la storia di un ragazzo che si ritrova a gestire un retaggio molto più grande: lui non è il primo Blue Beetle, ce n’è già stato uno precedente e la leggenda delle gesta di chi ha provato a diventare una bandiera supereroistica del popolo latino è diventata nulla nel momento in cui il paladino è scomparso nel nulla.

blue beetle sceglie la strada della leggerezza, del divertimento e dei buoni sentimenti per ragionare sulla figura dell’eroe adolescenziale

Contenutisticamente molto più basilare di altri film dei fratelli di casa DC, o dei cugini Marvel, Blue Beetle trae la sua forza e la sua ispirazione proprio dalla semplicità: è un film secco, diretto, che non si perde in parentesi narrative difficili, bensì preferisce la strada liscia e libera verso l’obiettivo prefissato. L’approccio leggero è comunque accompagnato da una narrazione piacevole da seguire, in qualche modo indirizzata a tutta la famiglia (si evince la natura idealmente più piccola del progetto, considerata l’originale release solo in streaming, per poi cambiare idea e portarlo al cinema per volere di James Gunn) ed è proprio la famiglia uno degli stilemi classici della cultura latinoamericana, di fatto fulcro dell’esperienza del film.

blue beetle

Per quanto la correlazione famiglia = punto di forza sia un concetto ormai abusato, Blue Beetle la rende parte attiva del film. La trasformazione di Jaime Reyes avviene davanti gli occhi di tutti. Non ci sono trucchi, misteri, segreti, niente nel nucleo familiare deve rimanere al buio, perché l’unione fa la forza.

Anche la decisione di avviluppare attorno la trama usi e stilemi delle comunità latinoamericane aiuta la pellicola a trovare la forza di costruirsi una spina dorsale forte e resistente, al netto di problemi piuttosto ricorrenti in produzioni di questo calibro, con un villain abbastanza sprecato, realizzato in modo alquanto dozzinale, e qualche momento narrativo fuori posto. L’azione, il divertimento e le coreografie sono però più che accettabili per un film che, almeno in parte, non dimentica le proprie origini (e qui il Watchmen di Zack Snyder entra a gamba testa per diversi motivi).

Blue Beetle non alza ma nemmeno abbassa l’asticella del genere, rivelandosi comunque un’incursione valida. Alla faccia di chi sul web aveva già annunciato un risultato disastroso, ci siamo invece trovati davanti a un film che, per quanto intenzionato a volare basso, porta a casa quel poco che crea in maniera eccellente.

VOTO 7

blue beetleGenere: azione, avventura
Publisher: Warner Bros
Regia: Angel Manuel Soto
Colonna Sonora: Bobby Krlic
Interpreti: Xolo Mariduena, Susan Sarandon, Bruna Marquezine, Damian Alcazar, Raoul Trujillo
Durata: 127 minuti

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