A Capcom questa storia del meteorite proprio non va giù, e dopo Cadillacs and Dinosaurs arriva con Exoprimal a spiegarci come i dinosauri non si siano mai estinti. Peggio per loro.
Sviluppatore / Publisher: Capcom / Capcom Prezzo: N.D Localizzazione: Assente Multiplayer: PvE + PvP PEGI: 16 Disponibile Su: PC, Xbox One, Xbox Series X/S, PlayStation4, PlayStation5, Nintendo Switch, PS Vita, iOS, Android Data di Lancio: 2023
Ho capito di essere diventato vecchio quando sono stato invitato da Capcom a provare l’adrenalinico sparatutto competitivo in terza persona Exoprimal in una finestra temporale che andava dalle 2 di notte alle 8 del mattino. A 20 anni, mi sarei sparato l’intera maratona videoludica. A 30 anni, probabilmente avrei giocato fino alle 4 o le 5 del mattino. Alla mia veneranda età, mi sono limitato a mettere la sveglia presto, altrimenti non avrei retto, ma mi sono fatto valere ugualmente sui server e allo scadere del tempo mi sono sentito come Cenerentola quando la carrozza è tornata zucca: quanto avrei desiderato dei minuti extra per umiliare una volta ancora redattori da chissà quale parte del globo, ma sarà per la prossima.
EXOPRIMAL: DINOSAURNADO
Vi ruberò pochissimo tempo parlandovi della trama, che in questo tipo di produzioni è ininfluente.
Ad un certo punto iniziano a piovere dinosauri ovunque, come gli squali di Sharknado, ma noi non ci scoraggiamo perché siamo dotati di un Exosuit, potente esoscheletro studiato appositamente per contrastare la minaccia, disponibile in vari modelli che rappresentano le classi utilizzabili nel gioco: abbiamo il classico PG per tutti gli usi, che non eccelle nè defice in alcun campo particolare, il tank con una montagna di hit point e la capacità di creare barriere, l’healer che ripristina punti vita, una sorta di ranger cecchino e altri ancora che però al momento non erano disponibili per la prova.
INIZIAMO L’ADDESTRAMENTO
Generalmente i tutorial mi annoiano, sono più portato a sperimentare direttamente in game, salvo poi lamentarmi che nessuno mi aveva spiegato questa o quella funzionalità. Exoprimal affronta questa ingrata sezione con un approccio da “via il dente, via il dolore” spiegandoci in una manciata di minuti peculiarità, punti deboli e attacchi speciali delle varie classi e così in men che non si dica mi sento pronto per la cruenta pugna. Tengo a sottolineare che la mia configurazione hardware, la quale sorvolava a malapena la minima consigliata, ha tentennato in un paio di occasioni solo in questa fase, non riservandomi alcuna brutta sorpresa durante il competitivo online.
OK, MA ADESSO GIOCHIAMO
L’unica modalità presente durante la prova era un PvE ibrido nel quale completare una serie di missioni di sterminio o scorta in un party di cinque giocatori, prima della squadra avversaria. Entrambi i team giocano sulla stessa mappa, quindi virtualmente è possibile effettuare un blitz nella zona del nemico per tentare di rompergli le uova nel paniere. Nella realtà invece, complice sicuramente anche l’inesperienza nel gameplay e la conoscenza sommaria dell’ambiente di gioco, tutti noi cercavamo semplicemente di non finire killati troppe volte per mano dei rettili infami. La morte non comporta l’eliminazione dal match, ma solo un cooldown di 15 secondi prima del respawn, che comunque è tempo prezioso sottratto al supporto della propria squadra. E così, nelle mie partite da una quindicina di minuti l’una, non ho mai avuto il piacere di mandare al Creatore un membro dell’altra fazione. In compenso ho imparato quanto prezioso sia il gioco di squadra, perchè qui non c’è posto per lupi solitari.
MA CHE È, WORLD WAR D?
Nel mio immaginario plasmato dalla cinematografia, un’invasione di dinosauri si configura come un paio di bestioni belli grossi accompagnati da una dozzina al massimo di Velociraptor o lucertoloni simili. Exoprimal invece si allontana dagli standard imposti dalla saga di Jurassic Park e le ondate di attacco sono dei veri e propri tsunami nei quali ci arrivano addosso branchi così numerosi che l’azione mi ha ricordato il celebre film World War Z, nel quale non valeva nemmeno la pena perdere tempo a contare gli zombie. Se da un certo punto di vista questa scelta banalizza un po’ il ruolo dei mostri che vengono relegati a carne da macello eliminabile per la maggior parte delle volte con un sol colpo, la superiorità numerica è soverchiante e non venir sopraffatti è un’impresa decisamente ardua. Un party eterogeneo è fondamentale, e fortunatamente nel corso del match si può cambiare la classe del personaggio, alla continua ricerca di bilanciamento delle forze in gioco.
IL DINOSAURO UCCIDE…NON SOLO CON I DENTI
I pseudo Velociraptor non sono le uniche fiere in campo, popolato anche da pterosauri che attaccano dall’alto, dinosauri che alla morte rilasciano pericolose sostanze chimiche, o dotati di protesi che consentono loro di sparare come cecchini. Tra i più pericolosi figura l’enorme triceratopo, molto resistente ai nostri colpi e in grado di caricare con la violenza di un autotreno impazzito. Trovarsene uno contro soprattutto nelle missioni di scorta è un bel problema in quanto può distruggere l’obiettivo molto velocemente, o metterci fuori combattimento varie volte facendoci perdere secondi preziosi. Non manca ovviamente sua maestà il T-Rex, talmente forte da richiedere una momentanea sinergia tra le due squadre avversarie, seguendo il lemma popolare secondo il quale da soli si finisce nella pancia del tirannosauro, ma insieme, si finisce nella pancia del tirannosauro ugualmente però in compagnia.
OK, MA MI SONO DIVERTITO?
Nonostante negli ultimi anni nel mio cuore ci siano i Battle Royale, ho trovato Exoprimal discretamente divertente e con delle buone potenzialità per catturare un pubblico abbastanza eterogeneo, a patto di ampliare le modalità di gioco e offrire un sistema di ranking per invogliare a fare l’ennesima partita in più. Tecnicamente è ben realizzato, e soprattutto restituisce bene l’idea di far del male ai mostri, specialmente usando il tank che li elimina a pugni. L’esito dei match mi è sembrato dovuto più alla fortuna che all’abilità, a causa del caos perenne che regna nel campo di battaglia e della scarsa padronanza delle meccaniche di gioco. Ma è una situazione comune a tutti i multiplayer competitivi: inizialmente non si capisce bene cosa sia successo e in che momento si sia stati sconfitti, poi all’aumentare del tempo speso in game tutti i tasselli prendono il proprio posto e si riesce a osservare la situazione con occhi diversi. Sicuramente un titolo che gli amanti dei multiplayer fracassoni attenderanno con trepidazione.