In attesa di vedere che ne sarà del lungometraggio griffato Pixar, in uscita al cinema il prossimo 14 settembre, la macchina del marketing di Cars 3 si è già messa in moto da qualche settimana. Per quanto riguarda il nostro sottomondo, ovvero quello dei videogiochi e delle cose “da nerd”, i fari sono puntati da un lato sul clamorosissimo car-toy di Saetta McQueen di cui vi ha parlato Claudio qui, e dall’altro sull’inevitabile tie-in, che in fondo proprio tie-in non è, visto che è ambientato temporalmente dopo i titoli di coda del film. Che poi, essendo questo un gioco di corse con power-up annessi, non è che importi più di tanto, ma tant’è.
MANGIA LA MIA POLVERE
La prima cosa da mettere in chiaro fin da subito è il target cui si rivolgerà Cars 3: In Gara per la Vittoria (questo il nome completo del gioco), ovvero i bambini/ragazzini che andranno al cinema con in testa un cappellino col logo Rust-eze e, magari, gli adulti appassionati del brand, alla ricerca di qualcosa di leggero con cui passare le serate. Guardando a loro, Cars 3 pare possa centrare serenamente l’obiettivo, e lo dico dopo averci messo le mani sopra per una mezz’oretta scarsa, affrontando nella gaudente gioia dello split-screen alcuni colleghi di altre testate.
Cars 3 metterà sul piatto esattamente quanto ci si aspetta da un titolo del genere
LUCE DAI GAS DI SCARICO
Sebbene all’occhio critico di chi fa il mio mestiere la prima impressione concessa dal gioco sia di un prodotto tecnicamente un po’ povero (ma aspetto la versione finale e la fruizione su un televisore decoroso, per spingermi oltre nel giudizio), approcciando Cars 3 con lo sguardo di un videogiocatore nel target di riferimento il “controllo qualità” può dirsi già da ora superato senza troppi problemi di sorta. D’altronde, già la sola selezione di venti autovetture e ben ventuno tracciati potrebbe fare da leva all’acquisto per chi fosse affezionato al brand, anche se l’assenza di Luigi tra le macchine selezionabili (ma c’è Guido!) ha sollevato più di un mormorio tra gli astanti; c’è comunque tutto un contorno – dai menu di gioco alle musiche – che “profuma” di Cars lontano un miglio, e non nego di aver trovato sfiziosi alcuni eventi che invece mi sarebbero apparsi come anonimi qualora collocati in qualsiasi altro setting. Potere del marchio e della sua suggestione, certo, ma anche questo fa parte del gioco delle parti, e alla fine va bene così.
Il target è chiaramente quello degli appassionati del brand
Come ultima considerazione, non posso non segnalarvi come, abbastanza furbescamente, publisher e sviluppatore abbiano spinto l’acceleratore sull’elargizione facile di Obiettivi e Trofei. Vi basti sapere che, durante la presentazione alla stampa, il rappresentante della software house ha utilizzato un profilo PS4 “pulito” che ha sbloccato ben sette Trofei d’Argento (!!!) nel giro di una gara durata cinque minuti: sono certo che qualcuno acquisterà una copia di Cars 3 solo per questo motivo, a prescindere dal fatto che gli possa piacere o meno il brand.