Prince of Persia The Lost Crown anteprima hands-on apertura

Prince of Persia: The Lost Crown

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Prince of Persia: The Lost Crown – Anteprima Hands-On

Il ritorno di Prince of Persia con The Lost Crown strizza l’occhio ai metroidvania moderni, quelli che fanno capo a Ori e a Hollow Knight, ma non mancano dei rimandi ai vecchi capitoli della serie.

Sviluppatore / Publisher: Ubisoft Montpellier Ubisoft Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16+ Disponibile Su: PC (Ubisoft Connect, Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch Data di lancio: 18 gennaio 2024

Un po’ di giorni fa TGM è stata invitata da Ubisoft a provare una discreta porzione del platform in lavorazione presso lo studio di Montpellier, noto principalmente per aver dato i natali alla serie di Rayman. Il publisher francese ha messo a disposizione una versione ancora in divenire del nuovo Prince of Persia da giocare via remoto. Ciò mi ha permesso di toccare con mano le prime tre ore e mezza o poco più dell’opera, consentendomi di completare il prologo e una buona porzione iniziale di un titolo che – secondo gli sviluppatori – dovrebbe avere una longevità superiore alla ventina di ore.




Salvo i problemi dovuti principalmente alla modalità di svolgimento dell’evento (via streaming) e qualche inevitabile imperfezione tecnica qua e là, le prime impressioni sono state assolutamente positive. Ho sempre pensato che The Lost Crown sia stato presentato malissimo da Ubisoft, con un pessimo trailer di annuncio che si rivolge alla “generazione Z” come Steve Bushemi si rivolge ai ragazzini in 30 Rock. Eppure quando finalmente hanno mostrato il gameplay ho intuito subito le potenzialità di questo Prince of Persia.

IL POTERE DEGLI IMMORTALI

La scintilla è definitivamente scattata nel momento esatto in cui ho preso in mano il pad per la prima volta. Quando ho iniziato a prendere il controllo di Sargon, il protagonista del gioco, mi sono sentito subito a casa. I suoi movimenti sono fluidi, la sua agilità gli permette di scalare pareti e volteggiare sulle aste per lanciarsi verso piattaforme distanti, e con le sue doppie spade riesce a farsi largo tra i nemici con relativa facilità, perlomeno durante il breve prologo.

La musica è cambiata già una volta superato il primo boss, dopo il rapimento del principe che dà il via alle vicende di questo Prince of Persia catapultando Sargon e i suoi compagni Immortali in un’antica città in cui lo scorrere del tempo è un concetto relativo. Qui il protagonista deve affrontare creature di ogni sorta per cercare di salvare il principe e riportare l’ordine nel regno.

mi sono sentito subito a casa

La direzione artistica mi è sembrata fin dal principio molto ispirata, tant’è che durante la prova ho avuto modo di esplorare alcuni dei vari biomi che formano la città, ognuno dei quali caratterizzato da ambientazioni diverse che si amalgamano tra di loro grazie a uno stile grafico coerente e uniforme. Qui si combatte tanto e bene, tramite un sistema di combattimento incentrato sulle combo che permette di sbizzarrirsi nel concatenare attacchi a terra e a mezz’aria, colpi caricati e abilità speciali, parate perfette al momento giusto seguite da contrattacchi micidiali, ma anche colpi a distanza con l’arco di Sargon. Ecco, a tal proposito devo ammettere di aver trovato il sistema di mira automatica con l’arma a distanza piuttosto impreciso, pertanto spero che questo problema venga risolto nella versione completa.

PRINCE OF PERSIA IN SALSA HOLLOW KNIGHT

Non mancano sequenze di platforming in cui è richiesta una certa dose di precisione e coordinazione, soprattutto durante le sfide opzionali che garantiscono ricompense aggiuntive, vuoi un potenziamento per la salute, frammenti di un’antica profezia (a voi scoprire a cosa servano), o semplicemente dei cristalli da scambiare con i mercanti per potenziare armi e armature oppure acquistare nuovi talismani.

è richiesta una certa dose di precisione e coordinazione

Questi ultimi sono molto simili agli amuleti di Hollow Knight, nella misura in cui equipaggiandoli sbloccheremo nuove capacità passive. Tuttavia gli slot sono limitati, sebbene espandibili durante l’avventura, pertanto non è possibile usarli tutti contemporaneamente. I riferimenti al metroidvania di Team Cherry si notano anche nella presenza di una ragazzina disposta a venderci le mappe delle varie zone della città, in maniera del tutto identica a quanto succede in Hollow Knight con il personaggio del Cartografo. Le suggestioni però si fermano qui, perlomeno durante la porzione di gioco provata.

Un altro elemento che mi ha colpito positivamente sono gli scontri con i boss. Questi sono impegnativi al punto giusto, e non nascondo di aver dovuto riprovare più di qualche volta soprattutto il combattimento contro una manticora gigante, più o meno a metà della prova, ma solo perché evidentemente sbagliavo qualcosa nell’approcciarmi allo scontro. Dopo aver potenziato le armi e aver modificato l’assetto dei talismani, infatti, l’enorme mostro è caduto con relativa semplicità. Da quanto ho avuto modo di vedere, i boss sono strutturati in modo tale da richiedere uno studio dei pattern di attacco così da agire di conseguenza: attaccare a testa bassa premendo pulsanti a caso non funziona mai.

In linea di massima, questo primo assaggio di Prince of Persia: The Lost Crown mi ha impressionato per la cura con cui sembrano essere stati realizzati i vari sistemi di gioco, per l’attenzione per i dettagli, ma anche per il ritmo sempre molto serrato nonostante una buona dose di backtracking. Inutile dire che l’attesa del 18 gennaio 2024, data di uscita dell’ultima fatica targata Ubisoft Montpellier, si è fatta decisamente spasmodica.

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