Apollo Justice: Ace Attorney Trilogy – Anteprima

Apollo Justice: Ace Attorney Trilogy

Apollo Justice: Ace Attorney Trilogy – Anteprima

La seconda trilogia degli avvocati più matti del videogioco, Apollo Justice: Ace Attorney Trilogy, sta per tornare, in alta definizione, per farsi amare, finalmente, da tutti.

Sviluppatore / Publisher: Capcom / Capcom Prezzo: 49,99‎€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente Disponibile su: PC, PlayStation 5, Xbox Series S/X, PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch Data di lancio: 24 gennaio 2024

Penso che il merito più grande della saga ideata da Shu Takumi sia stato quello di influenzare, trascinare ed elevare, nel corso dei capitoli e degli anni, un po’ tutto lo storytelling made in Japan. Mantenendo estetica e toni caciaroni, coloratissimi e assurdi, tipici di manga e anime, ma riuscendo a dare al racconto una credibilità e uno spessore che non era scontato aspettarsi e trovando, soprattutto, il ritmo narrativo perfetto per far digerire una visual novel anche a chi non era mai stato avvezzo al genere.




Era quindi sinceramente un peccato che queste storie fossero appannaggio dei soli possessori di Nintendo DS prima e 3DS poi, con la trilogia originale arrivata qualche anno fa su tutte le piattaforme e gli spin-off The Great Ace Attorney a seguire; e ora, all’orizzonte, per la precisione il 24 gennaio, l’opera omnia della legal comedy targata Capcom potrà essere completa, con l’arrivo di Apollo Justice: Ace Attorney Trilogy! (insomma, mancherebbero ancora i titoli dedicati all’iconico procuratore Miles Edgeworth, ma chissà, pazientando ancora un po’…).

APOLLO JUSTICE: ACE ATTORNEY

Ma andiamo con ordine, cronologico per la precisione. Il primo titolo della collezione è, appunto Apollo Justice: Ace Attorney, uscito originariamente nel 2007 su Nintendo DS e ultimo della serie in cui Shu Takumi ha rivestito il ruolo di scrittore. Il primo caso è subito tesissimo.

Infatti, il giovane avvocato dalle “corde vocali d’acciaio”, può “percepire” dei tic nei testimoni, quasi in stile “mentalista”

Dopo un alterco in un ristorante russo, adibito a bisca clandestina, un famigerato giocatore di poker viene trovato morto per trauma cranico; a chiamare la polizia è nientemeno che Phoenix Wright, irriconoscibile in tuta, ciabatte e berretto a coprire i suoi famosi capelli da istrice, protagonista della serie caduto in disgrazia dopo aver presentato (a quanto pare) una prova falsa durante un processo dai contorni fumosi, anni dopo i suoi successi giudiziari. Un avvocato leggendario diventato pianista e invincibile giocatore di poker, ora accusato di omicidio. Cominciamo bene!

Apollo e il suo ciuffo ribelle! Il ragazzo ha decisamente stile!

A difenderlo è proprio un Apollo Justice al suo battesimo del fuoco, nervosissimo pupillo del suo amico e collega Kristoph Gavin. La rivisitazione audiovisiva in alta definizione è molto ben riuscita e dai risultati del tutto simili alla Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy del 2019, con belle animazioni, belle musiche riarrangiate e un gameplay investigativo sempre stimolante, dove ogni dichiarazione, dibattito, prova e obiezione diventano elementi di una statica eppur dinamicissima action-novel, dove le urla che riecheggiano nell’aula del tribunale fanno le veci delle mazzate. Come se difesa e accusa fossero due lottatori di Street Fighter impegnati in una rissa verbale. L’esaltazione di aver trovato una contraddizione è impagabile e il potere di Apollo, introdotto in questo capitolo, rende il tutto ancora più profondo. Infatti, il giovane avvocato dalle “corde vocali d’acciaio”, può “percepire” dei tic nei testimoni, quasi in stile “mentalista”, quando questi stanno dichiarando qualcosa che li turba, riuscendo in questo modo a pungolarli e spingerli a parlare, approfondire, togliere le fondamenta al loro castello di menzogne.

Le capacità di Widget sono decisamente innovative, capaci di dare uno spessore nuovo agli interrogatori.

Alle sue abilità poi si aggiungeranno i trucchi di magia della figlia di Phoenix, Trucy e, soprattutto (perché impattano maggiormente sul gameplay) l’abilità dell’investigatrice forense Ema Skye nell’analizzare le scene del crimine. Personaggio simpaticissimo, dipendente da snack al cioccolato e preziosissima nelle indagini. Ovviamente un ruolo fondamentale nella trama (e nell’appeal generale del titolo) lo ricoprirà, come sempre, il procuratore di turno: dopo gli storici Miles Edgeworth, Franziska Von Karma e Godot, qui toccherà a Klavier Gavin (fratello di Kristoph) confrontarsi con Apollo. Frontman dei Gavinners, la sua rock band, esuberante, tamarrissimo e pieno di sé, pronto ad arringhe elettriche che assomigliano più agli assoli di Slash che a discorsi solenni.

DUAL DESTINIES

Il secondo capitolo della trilogia, e primo della serie ad uscire originariamente su Nintendo 3DS, nel 2013, è Dual Destinies. Phoenix torna nel ruolo di protagonista, spalleggiato dall’ormai socio Apollo e dalla nuova assunta Athena Cykes. L’inizio è molto più oscuro dei precedenti: il sistema legislativo sta attraversando un periodo buio, tra false accuse e prove fabbricate ad arte e, non a caso, una bomba esplode nell’aula numero 4 del palazzo di giustizia, provocando estesi danni alla struttura, ferendo svariate persone, tra cui Apollo e uccidendone una, l’agente Candice Arme. Qui cambia anche la struttura dei casi, con l’entità del colpevole subito svelata nell’introduzione (un po’ alla Colombo) e conseguente focus spostato sul movente del gesto più che sulla scoperta di chi l’ha perpetrato.

A fare le veci della “novità” in Dual Destinies è la psicologia analitica di Athena che, grazie all’IA Widget, è capace di analizzare l’inflessione vocale dei testimoni

Un twist interessante che cambia anche l’approccio del giocatore, di conseguenza. Graficamente si nota un enorme passo avanti, col motore 3D, utilizzato per la prima volta in questo capitolo, tirato a lucido e sinceramente fantastico (pur nella sua semplicità poligonale) da vedere su TV, dando l’illusione di stare guardando un anime, nonostante le telecamere principalmente fisse, tutte campo e controcampo come da tradizione.

Uno sguardo ormai riconoscibilissimo.

A fare le veci della “novità” in Dual Destinies è la psicologia analitica di Athena che, grazie all’IA Widget, è capace di analizzare l’inflessione vocale dei testimoni, riuscendo a percepire le 4 emozioni di base che stanno provando in quel momento: felicità, rabbia, sorpresa o tristezza, anche combinate tra loro. Una meccanica assolutamente interessante, capace di dare una dimensione più umana a chi sarà chiamato a testimoniare. Il “chief prosecutor”, star dell’accusa, sarà qui una delle figure più enigmatiche e inquietanti di tutta la saga: Simon Blackquill. Ex-procuratore detenuto nel braccio della morte, a seguito della condanna per omicidio in un misterioso caso, anni prima, a cui viene, nonostante ciò, data la possibilità di esercitare nuovamente la sua professione. Un personaggio funereo, dalla lingua tagliente e dai modi manipolatori: un avversario fantastico!

SPIRIT OF JUSTICE

L’ultimo capitolo, in assoluto e della collezione, è infine Spirit of Justice, uscito nel 2016 su 3DS. Il capitolo più esotico, esoterico e in un certo senso “fantasy”, dove religione e magia si mescolano e trovano il perfetto ambiente dove proliferare nell’immaginario regno asiatico di Khura’in, liberamente ispirato alle tradizioni nepalesi e tibetane. Phoenix è in viaggio di piacere per andare a trovare la sua amica Maya Fey, co-protagonista storica della prima trilogia, in ritiro spirituale nel suo paese Natale.

Rayfa è capace di evocare gli ultimi istanti di vita di una vittima e, quindi, determinare con certezza (più o meno) il colpevole

Una meritata vacanza dopo anni di duelli in tribunale, finalmente! Inutile dire che la vacanza si trasformerà in pochi minuti in lavoro, un lavoro ancora più complesso e pericoloso del solito. Il regno infatti vive nell’ombra di un movimento rivoluzionario, che vorrebbe rovesciare l’attuale teocrazia, dove il culto della Sacra Madre, impersonificata da “sua benevolenza” Rayfa Padma Khura’in, guida spirituale del paese, è la base della vita dei cittadini. Un paese dove, dopo varie vicissitudini legali, si è deciso di abolire la figura dell’avvocato, perseguitando quelli rimasti e imponendo il pesantissimo DC Act, che prevede, in caso di condanna, la stessa pena per il colpevole e per il suo avvocato, trattato alla stregua di un complice.

Il traumatico passato di Athena è macchiato di sangue, ma la ragazza è capace di mascherare bene quello che si porta dentro.

Parecchio distopica e inquietante come trovata narrativa, che affonda le sue radici nella percezione popolare dell’avvocato come una figura ambigue che, appunto, farebbe di tutto per protegge i criminali. D’altronde la serie è sempre stata una velata (ma neanche troppo) denuncia al sistema penale giapponese, argomento ripreso poi da altri titoli, come Judgment di SEGA. I processi quindi, da oltre vent’anni, si svolgono alla presenza di un giudice, un procuratore e l’incarnazione della Sacra Madre stessa (un po’ come i Dalai Lama), in questo caso Rayfa, capace di evocare gli ultimi istanti di vita di una vittima e, quindi, determinare con certezza (più o meno) il colpevole.

L’estetica deliziosamente orientale e l’atmosfera mistica rendono però questo capitolo incredibilmente suggestivo, solenne e nondimeno teso e tematicamente profondo

Questo ovviamente si trasforma nel nuovo elemento di gameplay introdotto in questo capitolo, ovvero l’analisi di questi fatali secondi, direttamente dall’oltretomba, per trovare appigli in processi complicati, sempre sul filo del rasoio; come scalare a mani nude gli impervi pendii del Khura’in. L’estetica deliziosamente orientale e l’atmosfera mistica rendono però questo capitolo incredibilmente suggestivo, solenne e nondimeno teso e tematicamente profondo. Il nostro rivale principale sarà Nahyuta Sahdmadhi, procuratore di fama internazionale, fervente monaco khura’inese il cui passato è legato indissolubilmente a personaggi che non ho intenzione di svelarvi (se state arrivando al gioco per la prima volta). Un intreccio capace di rendere Spirit of Justice un racconto ricco di colpi di scena e segreti, che partono dal passato per influenzare il presente.

Uno sguardo penetrante, quello del giovane avvocato, non c’è che dire.

Tutta la collezione è poi impreziosita dalla possibilità di scegliere liberamente i capitoli da giocare (utile per chi i titoli li ha già “letti” all’epoca e vuole semplicemente rivivere certi casi indimenticabili, andando un po’ in ordine sparso, a sentimento) e soprattutto dalla Story Mode, attivabile con la pressione di un tasto, con il gioco che prenderà il comando e risolverà per i fatti suoi i vari enigmi; perfetto sia per chi vuole vivere il racconto come fosse una serie TV, ma anche una saltuaria comodità per chi si ritrova bloccato e non sa bene come proseguire, sospeso ad un errore dal game over.

Tutta la collezione è poi impreziosita dalla possibilità di scegliere liberamente i capitoli da giocare (utile per chi i titoli li ha già “letti” all’epoca e vuole semplicemente rivivere certi casi indimenticabili, andando un po’ in ordine sparso, a sentimento) e soprattutto dalla Story Mode

Quella che si appresta ad arrivare su PC, PlayStation, Xbox e Switch è quindi una trilogia variegata (più della trilogia originale), capace di affrontare tematiche spinose ma sempre con un piglio folle, nettamente sopra le righe e con un gran senso dell’umorismo. L’appuntamento è fissato per il 24 gennaio, l’udienza è tolta!

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