Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Non saprei, Lavoisier, quando un palazzo di The Finals si “trasforma” in un cumulo di calcinacci, a me pare proprio che si distrugga.
Sviluppatore / Publisher: Embark Studios / Embark Studios Prezzo: ND Localizzazione: ND Multiplayer: online PvP PEGI: 18 Disponibile su: Xbox Series X/S, PlayStation 5, PC (Steam) Data d’uscita: ND
La prima regola di uno show, a differenza del Fight Club, non è “non parlare dello show” bensì “fa che tutti parlino dello show”. Solo così si crea il giusto hype che permette di far contare i giorni che mancano alla release. Con una open beta giocata da oltre sette milioni e mezzo di persone, possiamo dire che il buzz è servito e i concorrenti non aspettano altro che far vedere al mondo intero quanto valgono. Ecco a voi il coloratissimo, veloce, tattico, distruttivo The Finals, che salvo imprevisti last minute dovrebbe essere aperto a tutti proprio mentre state leggendo queste righe. Se così non fosse, tornate a leggerle più tardi, così prima o poi lo troverete aperto proprio mentre starete leggendo queste righe. Se non fate parte dei 7.5M di cui sopra, sappiate che il lavoro di Embark Studios è un free to play online first person shooter competitivo a squadre.
Dopo le succose preview di marzo è arrivato un invito a prender parte alle ultime due orette di massacro prima del lancio ufficiale e, inutile dirlo, ci siamo lanciati a capofitto, pronti non solo a farci valere ma anche a bullizzare gli adetti stampa avversari con emote di scherno, perché ricordate che una kill senza urlare a squarciagola n00b equivale mangiare un famoso snack senza leccarsi le dita. Si gode solo a metà.
THE FINALS, LO SHOW TELEVISIVO CHE CI MERITIAMO
The Finals ruota attorno all’omonimo show televisivo di fantasia, in cui i migliori giocatori del mondo si sfidano in combattimenti virtuali all’ultimo hit point in arene modellate prendendo come riferimento famose città quali Monaco, con la sua miriade di viuzze che formano un labirinto di edifici, o Seoul, che si sviluppa prevalentemente in verticale rendendo necessario padroneggiare rampe, trampolini e zipline per spostarsi agevolmente. Non mancano ambientazioni create ad hoc per esasperare il gameplay, come lo Skyway Stadium la cui conformazione muta continuamente.
Vinca il migliore” non è un modo di dire, The Finals è free to play ma gli acquisti in game offrono solo item estetici che non giovano in battaglia. Evviva!
Tutto è concesso e nulla è scontato, e una vittoria quasi in tasca può trasformarsi in una sonora sconfitta nel giro di un paio di minuti, come non mancano di ricordarci gli speaker che commentano le partite. Ma in cosa consiste questo spettacolare esport? Scopo ultimo e nobile di The Finals è riempire le proprie casseforti di soldi. A seconda della modalità di gioco scelta, questi possono apparire in caveaou situati in luoghi random comunicati a tutti i concorrenti, o venir droppati da avversari uccisi. In ogni caso, devono essere raccolti e depositati nelle proprie cassette di sicurezza. Vince la squadra che per prima accumula una determinata somma, oppure, allo scadere del tempo, la più ricca. Al momento ogni team è composto da tre giocatori, e l’esperienza varia dalle partite lampo “Quick Cash” e “Bank It” a complessi tornei a gironi. Ogni match potrebbe quindi durare una manciata di minuti come una mezz’ora abbondante, anche a seconda dell’equilibrio delle forze in campo. Qui entrerà in gioco il sistema di matchmaking che ovviamente nella nostra prova non è stato possibile testare, poiché eravamo un centinaio di persone e tutti giocavano contro tutti a prescindere dalla skill. E fin qui non ci sarebbe nulla di particolarmente innovativo da segnalare considerando l’eterogeneo panorama FTP, ma Embark ha un asso nella manica.
ZPAKKO TUTTO! (DA PRONUNCIARE CON VOCE ORKESCA)
La peculiarità di The Finals risiede nella possibilità di distruggere ogni elemento che sia composto da più di un poligono. Finora siamo stati abituati a far esplodere casse e barili, abbattendo qualche muro quando previsto dal level design, ma adesso ogni elemento architettonico della mappa può essere danneggiato o raso al suolo. Rampe delle scale che crollano, tetti che cedono, interi condomini che collassano, virtualmente si potrebbe ridurre il livello a un ampio parcheggio.
Questo ha enormi implicazioni per il gameplay, in quanto non esistono più luoghi sicuri, e l’ambiente muta velocemente reagendo in maniera volutamente esagerata alle sollecitazioni, al punto che gli edifici teatro di scontri a fuoco si trasformano in un inferno di macerie nel giro di pochi secondi. Eravamo tutti abbastanza inesperti e imbranati, a parte i membri del team Embark, quindi forse ci siamo un po’ persi nel delirio della devastazione totale zpakkando tutto in maniera ignorante senza valutare se avrebbe apportato un vero beneficio tattico, e solo il tempo e i top player potranno trovare un giusto equilibrio tra il correre alla cassaforte senza curarsi di nulla e la brutale demolizione, ma è innegabile che il divertimentometro sia andato fuori scala durante tutta la sessione di gioco
.L’asso nella manica di The Finals è la possibilità di radere al suolo l’intera mappa di gioco, trasformando ogni struttura in un cumulo di macerie
VINCERE NON COSTA NULLA
Il termine “free to play” troppo spesso si è prestato a strategie di monetizzazione che, per dirla con diplomazia, tendevano a favorire i giocatori più generosi. Fortunatamente The Finals segue la filosofia di Fortnite, con un battle pass facoltativo che sblocca elementi estetici e nulla più, dato che tutte le armi sono sbloccabili unicamente con i punti esperienza accumulati in battaglia. Possiamo dunque tirare un sospiro di sollievo e lanciarci nella battaglia certi che “vinca il migliore” non è solo un modo di dire.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD