Siamo stati invitati da Plaion a mettere le mani su una build preview di Dragon’s Dogma 2. Di cose interessanti ce n’è già da raccontare, quindi mettetevi comodi.
Sviluppatore / Publisher: Capcom / Capcom Prezzo: ND Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam), PS5, Xbox Series X|S Data di lancio: ND
Ne è passata di acqua sotto i ponti dal 2012, anno d’esordio di Dragon’s Dogma. Ora che il tempo ha steso il suo velo sulle nostre fatiche, possiamo dire senza grossi timori di smentita che il GDR del designer giapponese Hideaki Itsuno è nato prematuro, nel senso che necessitava di una capacità di calcolo non disponibile all’epoca e poggiava su meccaniche che i sistemi dell’epoca faticavano a gestire. Le cose sono andate decisamente migliorando con la progressiva pubblicazione di aggiornamenti sulle console arrivata in parallelo agli aggiustamenti su PC: questi sforzi sono stati premiati, perché nel tempo Dragon’s Dogma ha venduto milioni di copie ed è diventato un piccolo (grande) cult per gli appassionati del genere. Inevitabile in un caso del genere mettere in cantiere un sequel… e così ovviamente è stato.
DRAGON’S DOGMA 2: DAL GIAPPONE A MILANO
Presentata qualche settimana fa al Tokyo Games Show, in questi giorni una build preliminare di Dragon’s Dogma 2 è sbarcata anche a Milano, dove abbiamo avuto modo di provarla grazie all’invito arrivato da Plaion. Partiamo dunque subito dall’aspetto tecnico, ricollegandoci a quanto detto in apertura. Sulla base dell’oretta di gioco che abbiamo potuto passare in compagnia di Dragon’s Dogma 2, l’impressione che ne abbiamo ricavato è che questo secondo capitolo riesca a fare abbastanza in scioltezza tutto ciò che il primo avrebbe voluto. Benché le nostre scampagnate siano state limitate dall’estensione delle aree visitabili nella demo, più di una volta ci è capitato di rimanere sorpresi da uno scorcio improvviso, spuntato un po’ dal nulla da dietro una roccia.
LA LINEA DELL’ORIZZONTE SI È ALLONTANATA DI PARECCHIO E SOSTANZIALMENTE TUTTO CIÒ SU CUI L’OCCHIO SI POSA PUÒ ESSERE RAGGIUNTO
COSA HO FATTO IERI SERA?
Non c’è Dragon’s Dogma senza un Arisen e questa volta il prescelto si risveglia in catene nel villaggio dei Borderwatch dopo uno scontro con un drago finito in catastrofe. Nella prima mezz’ora col gioco abbiamo sfruttato un salvataggio in una fase iniziale per vestire i panni di un arciere e muoverci verso ciò che resta del villaggio attaccato. Qui in mezzo a ruderi e macerie fumanti siamo stati assaliti da un flashback che ci ha riportato ai momenti della battaglia col drago. Purtroppo, il limite di tempo della demo non ci ha concesso di far valere le nostre doti di scaglia frecce, ma ci siamo potuti rifare presto. Per il secondo tentativo abbiamo invece vestito i panni del Combattente: le differenze con l’arciere sono facili da intuire e riguardano principalmente l’efficacia sulla lunga e breve distanza.
Questo secondo giro di walzer ci ha concesso comunque di prendere maggiore confidenza con comandi e meccaniche. I primi sono piuttosto diversi da quelli a cui siamo abituati negli RPG: abbiamo però apprezzato particolarmente la possibilità di afferrare oggetti e nemici, da scagliare poi in giro per lo scenario. Ce ne siamo accorti per caso, sollevando in mischia un coccodrillone che ci stava mettendo in difficoltà: a quel punto è venuto naturale dirigersi verso un vicino dirupo e lasciarlo precipitare sulla scogliera sottostante (tra le risate generali di dev e PR che osservavano). A quel punto ci abbiamo preso gusto e nella run successiva, giocata nei panni di un ladro, abbiamo sfruttato la sua agilità per trasformare i goblin che infestavano i paraggi in armi. Ci è sembrata un’ottima idea finché non abbiamo visto con i nostri occhi un gigantesco minotauro colpirne uno al volo con la mazza e lanciarlo oltre le vicine colline, segnando il primo home run nella storia di Dragon’s Dogma.
UNA VITA DA PEDINE
Come abbastanza evidente a questo punto dell’anteprima, Dragon’s Dogma 2 ambisce a essere una versione bigger and badder del primo capitolo, un more of the same che porti a compimento le ambizioni frustrate dalla tecnologia più di dieci anni fa. In questo senso è naturale il ritorno delle Pedine, compagni di party controllati dalla CPU capaci di vestire i panni di avventurieri chiacchieroni, allietando le passeggiate, ma soprattutto aiutandoci in battaglia. A un certo punto del nostro provato ci è sembrato che abbiano notato la nostra tecnica di lancio-del-nemico e abbiano persino iniziato a replicarla.
LE PEDINE SONO IN GRADO DI GESTIRE AZIONI ELABORATE, AGGIUNGENDO UN NUOVO LIVELLO DI PROFONDITà