Il termine “open world” ha smesso di entusiasmare e ora, a volte, fa persino storcere il naso. Ma se il “world” è Pandora il discorso cambia, e aspettiamo tutti con ansia Avatar: Frontiers of Pandora.
Sviluppatore / Publisher: Massive Entertainment / Ubisoft Prezzo: ND Localizzazione: ND Multiplayer: Cooperativo PEGI: ND Disponibile su: PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC, Amazon Luna Data d’uscita: 7 dicembre 2023
Se pensate di avere un lavoro inutile, pensate al redattore che deve spiegare cosa sia Avatar, la pellicola che ha incassato di più nella storia del cinema e che, quindi, è stata vista pure dai sassi. Questa volta vi risparmierò la trama a suon di copia e incolla da siti vari, venendo subito al punto: il magnum opus di James Cameron non è solamente destinato a diventare una pentalogia, ma si appresta conquistare anche il pubblico videogiocante dopo lo scivolone di James Cameron’s Avatar: The Game nel 2009.
Siamo stati invitati a provare in anteprima per un paio di orette Avatar: Frontiers of Pandora, first person open world action adventure sviluppato da Massive Entertainment e distribuito da Ubisoft, in uscita il 7 dicembre. Gamepad alla mano, il tempo è volato più veloce di un ikran e ci ha dato modo di scoprire solo una piccolissima parte del gioco, sufficiente per redigere le nostre prime impressioni. In questa versione erano disponibili le prime main quest e un paio di missioni secondarie, con il nostro personaggio già ben upgradato e dotato di un signor arsenale nell’inventario, per poter sperimentare liberamente mitragliatrici e archi di vario tipo.
AVATAR: FRONTIERS OF PANDORA, LA FRONTIERA DEL WEST
Pur essendo logicamente legato ai film, Avatar: Frontiers of Pandora ha una sceneggiatura inedita che ci porta nella Western Frontier, una regione mai vista prima, cosicché non richiede un’approfondita conoscenza del lore per godere dell’esperienza. Se però non sapete chi siano quegli strani omini blu, una ripassatina sarebbe d’uopo. Impersoniamo un guerriero Na’vi addestrato dall’RDA – Resources Development Administration ma anche Razza di Disgraziati Antropomorfi, come vi pare, sono gli Umani Kattivi – per combattere i propri simili. Risvegliati dopo quindici anni di sonno criogenico, dobbiamo riscoprire le nostre origini, capire chi siamo e quale causa sia giusto abbracciare, mentre l’Uomo ormai ci vede come un errore da eliminare.
Abbiamo comunque una preparazione militare, quindi è tempo di spedire qualche brutto ceffo al Creatore. O perlomeno così pensavo, ma la mia velleità di trasformare il gameplay in un first person shooter ignorante si è infranta al primo ingaggio con il nemico. I soldati non godono di una schiacciante superiorità numerica, ma una buona AI li rende bersagli tutt’altro che facili, in grado di cercare copertura e cooperare al fine di toglierci di mezzo. Incursioni fracassone in stile one man army dunque portano alla disfatta in un battibaleno, rendendo necessario un approccio stealth che privilegi uccisioni silenziose.
Il motore grafico Snowdrop è stato upgradato per l’occasione e ci offre paesaggi di una bellezza impareggiabile. Pandora è un posto stupendo
UNA PANDORA DA CARTOLINA, GRAZIE A SNOWDROP
In Avatar: Frontiers of Pandora il motore proprietario Snowdrop, upgradato per l’occasione, mostra i muscoli regalandoci paesaggi da cartolina in cui la rigogliosa vegetazione è riprodotta alla perfezione e pervade lo schermo, interrotta solo dalle strutture antropiche dell’RDA. La mappa di gioco in questa versione di prova era piuttosto circoscritta, ma il lavoro svolto per rendere ogni angolo degno di una foto ricordo è impressionante. Piante e alberi non svolgono solo un lavoro estetico, bensì sono parte attiva del game design. Liane sulle quali arrampicarsi, alberi caduti da utilizzare come ponti, enormi foglie da utilizzare come trampolini, fiori che apparentemente bloccano il passaggio, ma si potrà sempre trovare il modo di spostarli.
Buona parte della sessione di prova è stata spesa arrampicandosi su una montagna alla ricerca dell’ikran con il quale instaurare il tsaheylu, ovvero lo speciale legame che permette di controllarlo; balzare da una rupe all’altra, aiutati da un piccolo dash, per poi arrampicarsi sempre più in alto, richiede una discreta velocità di esecuzione unita a un’attenta pianificazione dei prossimi passi, un po’ come nei primi Tomb Raider, quando ci si accaniva a tentare quel salto, sfracellandosi in continuazione, per poi rendersi conto che la strada migliore era un’altra.
Gettarsi a capofitto nella mischia vedrà il nostro povero Na’vi soccombere velocemente. Bisogna optare per strategie stealth
TU SEI IL MALE, IO SONO LA CURA
Inutile sottolineare come la presenza umana sia una piaga da eliminare, e questo concetto è esasperato dal brusco cambio paesaggistico quando passiamo dalla natura di Pandora alla desolazione totale degli avamposti dell’RDA, che avvelenano l’ambiente al punto da non far crescere più nemmeno un filo d’erba, proprio come se fosse passato Attila. Una volta debellato il nemico, il suolo ricomincerà a respirare consentendo alla vegetazione di riprendersi quanto le fu sottratto.
Inutile sottolineare come la presenza umana sia una piaga da eliminare