Tutto è una macchina, come racconta The Talos Principle 2. I nostri corpi, il sistema solare, la natura. Ogni cosa concorre al raggiungimento di un unico fine ultimo: la vita. Questo è il modo più semplice di vedere l’esistenza. La complessità del caos è fastidiosa per le menti che tentano di essere razionale. Umane o robotiche che siano.
Sviluppatore / Publisher: Croteam / Devolver Digital Prezzo: 28,99€ Localizzazione: Assente PEGI: N:D Multiplayer: Assente Disponibile su: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X|S, PC Data di lancio: 2 novembre 2023
The Talos Principle 2, di Croteam e pubblicato da Devolver Digital, è… strano. Allora, serve fare una premessa: questa è un’anteprima del primo quarto di gioco che dura circa dalle 4 alle 7 ore. Giudicare un titolo per così poco tempo, per quanto mi riguarda, è difficile.
Cercherò quindi dirvi quello che mi ha colpito, rimanendo il più possibile sul vago e evitando di fare spoiler. Detto questo, il gioco dopo il primo tutorial diventa un RPG e già così potremmo chiudere e salutarci fino alla recensione.
Il RISVEGLIO DI THE TALOS PRINCIPLE 2
Come vi ho detto sopra, anche se so che siete curiosi, non voglio fare spoiler; quindi, vi dirò solo che The Talos Principle 2 si colloca temporalmente centinaia di anni dopo il DLC del primo capitolo: Road to Gehenna. Questa cosa, però, la si scopre solo dopo il tutorial, circa 30 minuti dopo aver acceso il gioco. All’inizio è tutto bello, imponente, con questa grafica bellissima che si vede lontano un miglio essere fatta su Unreal Engine; ma pressocché identico al primo capitolo della saga: voce narrante, puzzle da risolvere, porte da aprire e ambientazioni mezze egizie e mezze greche con un sacco di verde ovunque.
Non siamo più sul metafisico, sulle domante etiche, sulla ricerca spirituale e religiosa, interiore o no; è tutto più concreto, più proiettato verso un futuro
“Farai”, “Preparati”, verbi che suggeriscono qualcosa oltre quella simulazione a metà tra la vita e la morte di The Talos Principle. E in effetti è così, perché al risveglio non siamo soli. Davvero, non voglio dirvi cosa è accaduto perché è una figata scoprirlo, anche se dai trailer potete intuire, ma posso dirvi che ci sarà un altro robot, che parlerete con quest’altro robot e lo farete con dei dialoghi a scelta multipla in primo piano tipici di qualsiasi RPG (soprattutto quelli Bethesda). Da qui partono una sequenza di cose che mai mi sarei aspettato dal seguito di un puzzle game platform: quest primarie da seguire, NPC che ti parlano e ti aprono a quest secondarie opzionali con scelte morali, esplorazione, e tanto altro. Inevitabilmente, il mio cervello è completamente esploso. In sostanza, è come se mi fossi risvegliato da un sogno.
LA PIRAMIDE
Ok, tutto bello, ma parliamo un po’ del gameplay. Anche se con questi elementi RPG, e con RPG intendo quello vero, non i numeri a schermo che sono meccaniche tipiche solo di alcuni RPG, il gioco è comunque un puzzle platform. La particolarità è che queste due anime non vanno a scontrarsi e neanche si affiancano con uno stacco netto, ma anzi convivono. Ad un certo punto il protagonista e altri robot andranno verso una piramide su un’isola e qui grazie alla tipica bussola in alto il giocatore potrà muoversi liberamente alla ricerca dei vari punti d’interesse. Attenzione! Non sto parlando di collezionabili messi a casaccio, ma di strutture o luoghi che per un motivo o per l’altro hanno un interesse di trama o di sottotrama.
Le due anime di The Talos Principle 2 non vanno a scontrarsi e neanche si affiancano con uno stacco netto. Convivono
The Talos Principle 2 almeno per queste prime ore mantiene un occhio vigile al buon game design, proponendo una serie di livelli consecutivi (a seconda dell’area che si sta esplorando) che partono da una stessa base ma che man mano si complicano aggiungendo elementi e facendo imparare al giocatore passo dopo passo. Non è una cosa così scontata, spesso si liquida una meccanica in fretta e furia e si crea una vertiginosa ascesa del livello di difficoltà solo per il gusto di veder soffrire il videogiocatore. Un buon game design, invece, permette all’utente di imparare dai suoi errori e di assimilare tutte le possibili iterazioni di una determinata meccanica prim
a di passare alla successiva.Il gioco e la curiosità sono alla base dell’intelligenza. Più il tempo del gioco si allunga e più la creatura è intelligente
LO SCORCIO
Perché, però, vi ho detto che questi enigmi si legano perfettamente allo spirito RPG del gioco? Perché mentre noi risolviamo i test, gli altri robot esploreranno l’area. Mentre passeggiano allegramente per la Gardaland post apocalittica è possibile interagire con loro facendo delle domande o rispondendo ai loro quesiti. Addirittura, risolvere un enigma sblocca dialoghi che fanno proseguire la storia o lo sviluppo emotivo e caratteriale degli altri personaggi. Grazie, infatti, al social network nato in Road to Gehenna, i robot sono sempre interconnessi e continuano a parlare tra di loro scambiandosi opinioni, scoperte e chi più ne ha più ne metta. In più, ovviamente, risolvere tutti gli enigmi dell’area farà progredire la quest, sbloccando quindi la trama principale.
Questa prima parte, in realtà, termina qua, al netto dei colpi di scena che ho volutamente omesso. Per ora, detto proprio senza filtri, sembra una figata. È scritto bene, è figo da vedere, gli enigmi sono buonissimi e la trama per quanto mi ricordi una certa Aloy sembra solida. Ora, ripeto, sono 4/7 ore di gioco, davvero troppo poco per poter dare un giudizio completo su un titolo che qualsiasi appassionato di puzzle game (e spero anche un po’ di tutti) sta aspettando con trepidazione. Al momento ottimo lavoro, speriamo che il futuro sia più roseo di quello della nostra specie in The Talos Principle 2.