Che annata pazzesca per i picchiaduro. Bastano tre nomi per cominciare a far venire la sudarella ai polpastrelli di tutti gli appassionati lì fuori: Street Fighter, Tekken e Mortal Kombat. Del primo abbiamo avuto da poco il glorioso Street Fighter 6 e di Tekken 8 siamo in trepidante attesa, mentre per Mortal Kombat 1 l’appuntamento è per il 19 settembre.
Sviluppatore / Publisher: NetherRealm Studios / Warner Bros Games Multiplayer: Online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam/Epic), PlayStation 4/5, Xbox Series X/S Data di lancio: 12 settembre 2023
Un accenno di trama lo tentiamo? Perché no, pare abbastanza evidente che la presentazione al pubblico del gioco ha lasciato più di qualche dubbio, da attribuirsi ai videogiocatori più distratti. Venduto come una sorta di reboot, in realtà il tessuto narrativo è in perfetta sintonia con Mortal Kombat 11, in particolare con l’espansione Aftermath e con Liu Kang, divenuto Dio del Fuoco, in possesso della Corona di Kronika, che decide di riscrivere il passato incontrando un giovane e ignaro Kung Lao per iniziarne l’addestramento.
Da quel poco che abbiamo visto dai trailer di presentazione e intuendo qualcosa dagli scontri che ci hanno tenuti impegnati nel weekend di Stress Test, con Mortal Kombat 1 siamo proprio in questa nuova linea temporale, con tutti gli eventi passati e – forse – futuri rimodellati dallo stesso Liu Kang. Lo scopo è di ottenere esiti diversi per il torneo che vede scontrarsi troppi regni per un esito tanto imprevedibile quanto, a volte, nefasto per alcuni campioni della Terra. Dopo gli eventi degli ultimi tre capitoli di Mortal Kombat – con MK11 che proprio sulla narrativa aveva trovato un tasto dolente, stravolta appena ci si scontra con linee temporali impazzite – dalla materia oscura dell’epilogo ne esce un gioco narrativamente interessante, che non si fermerà al semplice reboot, partendo proprio dalla consapevolezza che Liu Kang è un portatore di nuove storie e destini ancora non scritti.
MORTAL KOMBAT 1, NUOVO CAPITOLO, STESSA SOSTANZA
Fatte le dovute “presentazioni” è venuto il momento di parlare di prime impressioni. Queste, per ragioni ulteriormente spiegate a breve, non possono rappresentare una sommaria valutazione di quel che sarà il gioco finale, giacché lo Stress Test ha dato a disposizione solo quattro Kombattenti e tre Kameo.
I personaggi Kameo sono parte attiva del combattimento, un’aggiunta tanto raffinata quanto precisa nello studio di tutte le frame list dei Kombattenti
Il nono e il decimo capitolo di Mortal Kombat erano giochi sempre estremamente tecnici ma anche molto veloci, che richiedevamo un’esecuzione ben precisa e relativa abilità per concatenate o legare combo di ogni Kombattente o districarsi nei lanci, divertirsi nel rimpallare i nemici e legare altre combo o attacchi speciali. Una casa dall’odore già noto per chiunque mastichi MK, ma NetherRealm sembra aver reso in qualche modo questo MK1 molto più accessibile degli altri capitoli, sfruttando il “bonus” reboot e avvicinando più pubblico possibile: la velocità di esecuzione e combattimento non è altissima, ma al tempo stesso si presenta ben ancorata alla necessità di assimilare tutte le tecniche e combo (e la frame list richiamabile dal menù mosse è sempre una mano gradita) per uscire vincitori da ogni scontro.
DA SOLI O IN COMPAGNIA
Ma non si tratta sempre e solo di questione di velocità: Liu Kang è un personaggio che lega facilmente le combo, prediligendo il rimpallo dei nemici per legare ulteriori combo aeree, mentre ho trovato estremamente pericolosi personaggi come Sub-Zero e Kenshi. Il primo ha molti attacchi che riducono lo spazio tra noi e l’avversario, mentre Kenshi sfrutta un clone di energia che raddoppia tutti gli attacchi base. Lo smashing button serve a poco; si possono creare cose fighissime da vedere, ma come ogni picchiaduro che si rispetti, il trucco è “capire” come sfruttare tali mosse. In tal senso, l’introduzione dei personaggi Kameo erano sembrati in prima battuta un semplice assist, già presente in forme diverse anche nei precedenti capitoli, qui invece tramite la barra di energia del personaggio Kameo selezionato, si possono chiamare in battaglia partecipando attivamente al combattimento e anche qui, il tempismo di esecuzione è dannatamente vitale.
Il gioco sembra condividere molto lo stile di gioco di Mortal Kombat 11, ripartendo da quelle basi e ottimizzando il resto dell’esperienza
Già durante i primi scontri si poteva notare una mancanza particolare nel legare determinate combo per eseguire lanci o simili, per poi trovare la chiave di volta: in chiusura di una prima combo, richiamare un personaggio Kameo serve proprio per eseguire un lancio o continuare quest’ultimo, rimpallare il nemico a terra o in aria per poi continuare a picchiare senza sosta. Insomma, l’introduzione dei Kameo è la prima vera novità di Mortal Kombat 1 che sembra tanto intrigante quanto capace di aggiungere notevole varietà nel gioco. Speriamo comunque che almeno nelle torri della versione completa ci sia la possibilità di disabilitare questi assist e affrontare le sfide in solo, nel più classico dei Mortal Kombat.
TO MY GREATEST FAN, JOHNNY CAGE
Mentre attendiamo altre prove per capire combo e abilità dell’unico vero eroe di Mortal Kombat (Johnny Cage ovviamente, che domande), sull’aspetto estetico il titolo pare pulito e brillante. Le animazione sono pazzesche, dalla resa di ogni Kombattente – almeno, quelli visti – agli intriganti Kameo, sempre ricchi di dettagli e animazioni, in special modo quelle facciali, tutte estremamente accurate.
NetherRealm ci ha sempre abituati a standard abbastanza alti e Mortal Kombat 1 conferma questa felice tradizione