Arizona Sunshine 2 – Recensione

PC PS5

Il primo vero zombie slayer apparso sullo scenario VR è di nuovo tra noi. È tornato per essere il migliore o solo per farci dilaniare gibs poligonali in libertà? Fa piacere lo stesso, eh.

Sviluppatore / Publisher: Vertigo Games / Vertigo Games. Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Co-op online PEGI: +18 Disponibile su: PC (Steam VR), PS5 (PS VR2),  Metaquest 2, 3, Pro (versione all-in-one) Data d’uscita: Già disponibile

Ci sarà una specie di Paradiso in cui gli zombie di qualsiasi foggia – dalle lente metafore romeriane dei consumatori agli infetti veloci come saette di Boyle, quelli post 28 Giorni Dopo – possano riposare tranquilli? Un luogo dove abbiano quiete dopo essere stati decapitati, smembrati, bruciati o addirittura disintegrati facendo guadagnare oceani di denaro a settori editoriali di ogni tipo, cinematografia, comics, letteratura e naturalmente videogiochi… in quest’ultimo caso lo spazio ultraterreno degli ultraterreni si moltiplicherebbe all’infinito, tante sono le sequenze ripetute più volte dai giocatori in survival e semplici zombie slayer.




Ecco, la serie Arizona Sunshine appartiene a quest’ultima categoria, puri e sanguinosissimi action adventure, laddove i suoi autori – Vertigo Games – sono tra i primi a essersi approcciati con discreti risultati tecnici non solo alla carne ciondolante VR, ma anche al gaming in realtà virtuale nel suo complesso. Proprio ora, sulla piazza del Natale, i titoli targati VG sono diversi: ce ne sono alcuni portati avanti come publisher –  Hellsweeper, ad esempio, realizzato con altri veterani del settore, Mixed Realms, gli sviluppatori di Sairento – e ben due opere uscite dalle loro abili manine che, a ben vedere, non hanno sempre la stessa fermezza ed efficacia.

Le invenzioni che di volta in volta permettono di uscire dai guai sono quanto di meglio ASII abbia da offrire, accanto al puro zombie slaying

The 7th Guest VR, buon remake del quasi omonimo horror del lontano 1993, e questo Arizona Sunshine 2, sequel che riparte da dove tutto è iniziato per i ragazzi di Vertigo Games, quando (credo addirittura sul DK2 di Oculus) io stesso rimanevo sbalordito in VR anche dal mostro più diffuso e singolarmente anonimo che l’orrore avesse mai conosciuto. Era il 2016, non avevo nemmeno bisogno del – risaputissimo, ma va beh – Paziente Zero a far da motore agli eventi come in  Arizona Sunshine II. Mi bastava star lì sotto il sole a macinare la carne.

ALL-IN-ONE, SBORONERIA E ALTRE STORIE IN ARIZONA SUNSHINE 2

Una cosa va messa in chiaro, visto che tra le produzioni Vertigo è passato per strada anche After the Fall, tutt’ora imperfetto ma divertente con la sua apocalisse ghiacciata e zombie a tema: Arizona Sunshine 2 apre al co-op come il primo capitolo ma è vistosamente scritto per il single player, considerata la grandezza delle aree e il tipo di sfida che propone. Questo non significa che non si possa goderselo con un amico, ma la sua stessa calibrazione  della difficoltà e le soluzioni/invenzioni che propone di volta in volta per uscire dai guai sono quanto di meglio abbia da offrire, sia nel level che nel game design.

Gradita guest star, Buddy il cane lupo. Quante soddisfazioni 🙂

Come grandezza delle aree potremmo darvi il riferimento di Dead Island 2, esattamente come per la densità controllata (o incontrollata, ma solo in passaggi specifici dove la fuga o la chiusura di qualche luogo sono obiettivi primari) dei non morti che vi troverete a sfoltire. Azzoppare i poveracci delle prime linee è fondamentale, oltre a far scoppiare allegramente teste e arti con un discreto sistema di smembramento, ma d’altra parte Arizona Sunshine 2 smette qui di assomigliare ai suoi migliori fratelli, non avendo un impianto di crescita RPG e nemmeno i tratti survival di un Saints & Sinners: un cinturone con due slot per pistole o mitragliette, uno dietro per i fucili, strumenti melee debitamente sanguinolenti – ma che non possono essere messi in inventario e si deteriorano in una manciata di uccisioni – munizioni a gogo, un sistema di ricarica semi-realistico (il feeling è quello, ma è studiato per essere più veloce) e speciali borse rinvenibili nelle ambientazioni ove inserire semplici oggetti di crafting e giocarsi la carta – letteralmente, sono rappresentate così – di mine, granate, molotov e simili ordigni.

Il livello di attenzione verso smembramenti ed effetti simili è al top, questo è un puro zombie slayer.

Strizzando chiaramente l’occhio a Fallout, infine, avrete Buddy, un simpatico pastore tedesco che ama tantissimo azzannare i singoli vaganti da noi indicati, aumentare di fatto gli slot delle armi (ne ha due ai fianchi, nonostante la sua presenza sia anche al servizio di un minimo, ma proprio un minimo, di stealth) e risolvere qualche piccolo enigma ambientale.

Arizona Sunshine 2 apre al co-op come il primo capitolo ma è vistosamente scritto per il single player

Tutte caratteristiche mediamente ben implementate, ma a parte una pulizia tecnica sicuramente migliorabile, soprattutto nelle compenetrazioni poligonali e nell’interazione poco precisa di Buddy con gli oggetti, Arizona Sunshine 2 incespica esattamente nelle stesse ristrettezze grafiche di altri giochi VR di questi anni: il fatto – ad esempio sui modelli Quest – che gli sviluppatori debbano/vogliano tenere presente la ridotta capacità computazionale del processore interno dei sistemi all-in-one, specie nelle zone all’aperto o i determinate condizioni di luce, migliorando poi alcuni tratti migliorabili ma senza rivoluzionare l’impianto. Le versioni da noi provate sono quelle Steam VR e PS VR2, quindi teoricamente libere da sostanziali bottleneck, ma i limiti nel disegno e nella concezione degli scenari si vedono lo stesso. 80 è il giusto voto, AS2 è assai divertente, ma avrebbe potuto aspirare a molto di più e, badate bene, qui lo botta visiva non è un optional.

In Breve: Arizona Sunshine 2 rinnova l’offerta di uno dei primi zombie slayer VR degni del genere, migliorandolo in tutto e affrontando, però, uno dei “peccati originali” del gaming in realtà virtuale di questi anni: quando di mezzo c’è la progettazione parallela per un all-in-one, magari i processori interni dei modelli Quest, tendenza vera per buona parte della produzione più in vista, il risultato si rivela spesso visivamente limitato anche quando, come per la PS VR2 protagonista della prova, contenere troppo la complessità di texture, modelli ed effetti dovrebbe avere molto meno senso. Nel caso di Arizona Sunshine 2, però, da considerare c’è anche un poderoso fiasco mezzo pieno: un action adventure ben serrato, gestione simil-realistica delle armi con forti intarsi arcade, valido sistema di smembramento e alcuni dettagli mutuati dai colleghi – gli infetti che sviluppano sorte di corazze ossee/muscolari più resistenti ai colpi, proprio à la TLoU; tutti ingredienti realizzativamente non immacolati ma nel complesso capacissimi di fare il loro dovere. Al netto, anche, di un sanguinoso pet di servizio e un motore degli eventi allo stesso tempo effici ma già visti, rispettivamente il prezioso cane lupo e l’abusatissimo espediente del Paziente Zero, c’è comunque da rammaricarsi per un risultato con potenzialità vicine all’eccellenza, ormai svanite.

Configurazione di Prova: PlayStation 5, PS VR2
Com’è Come Gira: L’abbiamo provato sia su un più che discreto PC al massimo delle opzioni grafiche (Ryzen 5, 16 GB di RAM, RTX 3070, SSD) che su una PlayStation VR2, non rilevando in entrambi i casi problemi di performance – complice l’esagerata “nebbiolina” in diversi luoghi, maledetta lei. Segnaliamo qualche bug di compenetrazione e Buddy che deve migliorare nell’interazione con gli oggetti. Suvvia, piccolo, nel 2023 ce la puoi fare.

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Pro

  • Sfida dei livelli spesso ben costruita / Le novità portano effettivamente nuove e divertenti soluzioni/ Effetti grafici selettivi ma efficaci

Contro

  • La progettazione visiva di base riecheggia di all-in-one in tutte le versioni / Piccole sbavature ancora da correggere
8

Più che buono

Marietto è così dentro alla sci-fi che non riesce a trovare la strada per uscirne. Per lui i videogiochi sono proprio questo, una porta per accedere a un pezzo di fantascienza che si realizza qui e ora, senza aspettare la fine del mondo.

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