Ventidue minuti per scoprire chi siamo, da dove veniamo, perché e chi c’era prima di noi. Outer Wilds, sviluppato da Mobius Digital e da Annapurna Interactive, sbarca su Nintendo Switch affascinando come suo solito, trasportando il giocatore in un Universo infinito.
Sviluppatore / Publisher: Mobius Digital / Annapurna Interactive Prezzo: 19,99 euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente Disponibile su: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S, Nintendo Switch e PC PEGI: + 16 Data d’uscita: Già disponibile
Se un domani dovesse capitare di essere a un passo dalla fine di tutto, cosa fareste per recuperare anche le cose più belle? Guardereste il cielo, accarezzando le nuvole e cercando la cometa, magari proprio quella di Don’t Look Up, oppure provereste a stare assieme a qualcuno? È da anni che mi pongo questa domanda, ogni volta che mi interfaccio con Outer Wilds, che su TGM abbiamo deciso di recuperare proprio in occasione dell’arrivo su Nintendo Switch, la piattaforma ibrida di Nintendo che sta ai recenti The Game Awards è stata a bocca asciutta.
Tornare indietro nel tempo, tuttavia, è qualcosa che aiuta sempre per capire il presente e, soprattutto, quale percorso si è seguito. Mobius Digital è un team di sviluppo geniale e appassionato, perché ha mostrato cosa significhi realmente unire due anime e fare ben più di quanto qualcuno potrebbe immaginare nel delineare un sistema solare fittizio, analogo al nostro. Allora sì, mi è capitato di alzare gli occhi verso il cielo, chiedendomi quanto fosse profondo quel mare di fango che ha menzionato Cooper in Interstellar, rivolgendosi con curiosità e paura al viaggio interestellare che avrebbe intrapreso per salvare la gente della Terra.
In Outer Wilds, però, il viaggio parla di altro. Se c’è una caratteristica che ha sempre contraddistinto i taporiani, la razza aliena del titolo, è la sete di conoscenza. Oltre a essersi posti domande importanti, oltre alle classiche “Da dove veniamo?” e “Perché siamo qui?”, e la sempre classica “Avrò chiuso il gas o sarà ancora accesso”, si chiedono che genere di civiltà ci fosse prima della loro, prima che quei pianeti, ora minacciati da una supernova, potrebbe in effetti cancellare qualunque cosa alla velocità della luce.
Dopo aver giocato a Outer Wilds, potrebbe venirvi voglia di riguardare Arrival e Interestellar
NON ANDARTENE DOCILE, IN QUELLA BUONA NOTTE…
La narrativa di Outer Wilds, chiara sin dal principio, mette il giocatore nei panni di un esploratore spaziale su un pianeta natio che potrebbe ricordare la Terra, denominato Cuore Legnoso, il centro nevralgico di una specie che viaggia da sempre in giro per il sistema solare alla ricerca di segreti e misteri che tanto spingono gli uomini a non accontentarsi dell’America – anche se forse sarebbe stato meglio non approfondire troppo e cercare di tornare in India. La profonda espressione di Outer Wilds, oltre a derivare da un contesto chiaro e limpido, già visto in tante produzioni come No Man’s Sky, è la scoperta: la trama, in tal senso, segue un viaggio estremamente criptico e piacevole, raccontato in modo che qualunque caratteristica, anche la più miserevole e all’apparenza scontata, appaia come qualcosa di straordinario.
È una passione che riscalda l’anima, poiché il viaggio compiuto dall’esploratore, spinto a trovare risposte anche là dove non penserebbe affatto, lo conduce in un Universo denso e carico di segreti da svelare. Mentre cerca risposte, prova a capire perché Vuoto Fragile ha una frattura nello spaziotempo e una Città Sospesa al di sotto di essa, il viaggiatore scopre che ogni messaggio apre a indizi e a ulteriori riflessioni, ma mai realmente a una soluzione.
La musica è fondamentale, nel lungo viaggio all’interno di questo sistema solare
Una conoscenza intima che si esprime, peraltro, attraverso la lettura e la musica, con quest’ultima fondamentale per i taporiani per captare e tenere ben collegata ogni rete che si crea e avviluppa, dando la sensazione che ogni dettaglio ha una sua ragione. Il racconto di Outer Wilds, infatti, si appella proprio a essa, esplodendo e dettagliando con particolarità e passione una delle storie più toccanti che abbia mai potuto provare. Con l’aggiunta dell’espansione nel pacchetto per Nintendo Switch, Outer Wilds: Echoes of the Eye, tutto ma anche altro viene portato all’estremo.
INFURIA CONTRO IL MORIRE DELLA LUCE
Come accennavo prima, ci sono ventidue minuti prima che tutto quanto scompaia. La domanda sorge spontanea: ventidue minuti bastano per fare tutto, ma proprio tutto tutto? Lo ammetto, ben prima di capire se potessi farcela, ho dovuto imparare a volare con la navicella, a ricordarmi di indossare la tuta spaziale e a usare la strumentazione, uno su tutti lo scout, utilissimo per individuare i pericoli nel videogioco d’avventura di Mobius Digital. Superato un tutorial al villaggio di Cuore Legnoso, in cui ho imparato come si vola anche a gravità zero, scoprire i segreti del sistema solare in ogni sua sfumatura poteva solo essere una formalità.
Indizi, misteri e molto altro: c’è da risolvere il passato, che è una roba davvero difficile
Muoversi in questo vasto, complesso e intricato sistema solare, aiutandosi con il jetpack per raggiungere un luogo sopraelevato, è stato un viaggio difficile ma completo, denso di meraviglie. Una caratteristica che mi ha colpito molto, complice la profondità raggiunta dall’opera, è legata agli enigmi presenti in ogni pianeta. Oltre a offrire una profondità ludica invidiabile, spingono a capire al meglio cosa si cela in ogni angolo di quel cosmo che tanto incuriosisce e spinge i taporiani ad andare oltre le loro antenne.
C’è così tanto amore in questo gioco che potreste commuovervi, sul lungo andare: soprattutto giocando a Echoes of the Eye
OUTER WILDS: DENTRO LA CABINA DI UNO SWITCH
L’esperienza ludica di Mobius Digital, ben proposta anche sulla console della Grande N, riesce piacevolmente a convincere. I fotogrammi al secondo, però, sono inferiori rispetto alle versioni su cui ho giocato originariamente l’esperienza, ovvero PlayStation 4 e Xbox Series X|S. L’impatto visivo, chiaramente d’impatto, riesce comunque a offrire spaccati dell’opera incredibili. Tanti giochi di luce, ombre e molte altre meraviglie, il tutto in un minuscolo spazio vitale, come recita il nostro Pietro Iacullo.
Al netto di qualche piccola sbavatura, dovuta comunque a una piattaforma che dà il meglio di sé in portabilità, vivere il sistema solare di Outer Wilds è un piacere per chiunque cerchi qualcosa ben oltre il suo naso. Lo era nel 2019, lo è stato quando è arrivato Echoes of the Eye e lo è ancora oggi, a distanza di così tanto tempo dalla sua pubblicazione. È un capolavoro.
In Breve: Anche su Nintendo Switch, proprio come sulle altre piattaforme di gioco, Outer Wilds è uno spettacolo visivo e profondo che va ben oltre le aspettative. È un viaggio denso e carico di emozioni, in grado di incollare il giocatore e di mostrare quanto la creatività possa effettivamente donare un’esperienza tutta da scoprire.
Piattaforma di Gioco: Nintendo Switch
Com’è, come gira: A parte qualche calo di frame rate in portabilità e alcune piccole sbavature a causa della macchina da gioco, Outer Wilds è stato ottimizzato al suo meglio.