Last Train Home – Recensione

PC

Ispirata a fatti storici realmente accaduti, la storia di Last Train Home ci porta ad attraversare tutta la Russia, unica speranza per un gruppo di veterani della Grande Guerra che vuole solamente tornare a casa.

Sviluppatore / Publisher: Ashborne Games / THQ Nordic Prezzo: 39,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam, GOG) Data di Lancio: Già disponibile

L’armistizio del dicembre 1917 e il successivo trattato di Brest-Litovsk del marzo 1918, firmato fra la Russia bolscevica e gli Imperi Centrali, segnarono la fine della Grande Guerra sul fronte orientale, ma non la fine delle ostilità. In risposta alla rivoluzione bolscevica sorsero ben presto movimenti controrivoluzionari, poi diventati Armata Bianca e sostenuti da quelle potenze occidentali che guardavano con preoccupazione alla presa di potere dei comunisti.




I conflitti fra i bianchi e i rossi avrebbero scosso la Russia per gli anni a venire; ed è proprio all’interno di questo contesto che vanno a inserirsi le vicende della Legione Cecoslovacca, a cui appartiene il gruppo di soldati protagonista di Last Train Home. Obiettivo di questo gruppo è tornare a casa: ma il conflitto in corso li obbliga a fare il giro lungo. Molto lungo, dato che da Mosca devono andare fino a Vladivostok…

ROTTA VERSO CASA

Può forse sembrare assurdo, quasi un dispositivo narrativo pretestuoso, pensare che dover affrontare un viaggio di centinaia e centinaia di chilometri sia preferibile a cercare di attraversare una zona di conflitto, ma Last Train Home si ispira a fatti veramente accaduti: parte della Legione Cecoslovacca dovette effettivamente affrontare tutto questo viaggio, così come dovettero affrontarlo anche molti italiani delle terre irredente, che avevano combattuto sotto l’Austria-Ungheria ed erano finiti prigionieri dei russi (a tal proposito, permettetemi di consigliare la lettura di “Fra due divise” di Andrea di Michele). Nel contesto del gioco, questo significa che dovremo accompagnare un treno e i suoi passeggeri lungo tutta la rotta della Transiberiana, in una struttura che è divisa in due parti: una gestionale, in cui dobbiamo occuparci del treno, tenere un occhio alla risorse, assegnare i turni ai vari soldati, eccetera; e una seconda basata su missioni in tempo reale.

Last Train Home Recensione

Il pannello di gestione dei soldati. Tenere alto il loro morale è una buona idea.

Partiamo dalla prima. Attraversare l’intera Russia in treno durante una guerra civile e alle soglie dell’inverno non è certo proposito di poco conto. Va tenuto conto delle scorte di cibo e di carburante. Del fatto che le carrozze siano adeguatamente riscaldate. Che ci siano soldati a sufficienza per coprire tutti i turni: un vagone ospedale senza dottori non sarà molto utile nel far riprendere i nostri feriti, così come una motrice non potrà funzionare senza qualcuno che getta carbone nelle sue fauci.

LA PARTE GESTIONALE È MOLTO BEN SVILUPPATA, FRA GESTIONE DEI TURNI ED EVENTI PIÙ O MENO PREVISTI

Questo aspetto del gioco è decisamente molto sviluppato: l’interfaccia sulle prime può un po’ intimorire chi come me è meno abituato a questo genere di giochi, quindi se è anche il vostro caso vi consiglio di prendervi un po’ di tempo per prenderci confidenza. Lungo il tragitto sono anche sparsi vari punti d’interesse opzionali: molti di questi permettono di fare rifornimento di risorse, ed è una buona idea non ignorarli, anche perché le pause offrono una buona scusa per approfittarne per potenziare una delle carrozze. Altri eventi sono molto meno prevedibili: l’ostacolo sulle rotaie è il più comune, ma può anche succedere che i ratti decidano che le nostre scorte sono molto invitanti o che il fuochista decida di esagerare con l’alcol portando il treno a fare manovre poco consuete. E occhio che restando fermi troppo a lungo attirerete l’attenzione dell’Armata Rossa!

Last Train Home Recensione

I vari tratti dei legionari influenzeranno i risultati di alcuni eventi e la raccolta di risorse.

LO STEALTH È SPESSO LA SCELTA PIÙ CONVENIENTE, MA NON POGGIA SU MECCANICHE MOLTO SOLIDE

Meno convincente, anche se sicuramente non da buttar via, la parte in tempo reale, per la quale è prevista la pausa tattica. Come potete immaginare visto l’approccio del gioco, anche le munizioni non sono infinite, né i nostri soldati possono essere gettati senza ritegno nelle fauci del nemico. In queste sezioni, Last Train Home privilegia un approccio stealth, che però non si appoggia a meccaniche molto solide: uno dei metodi più semplici di attirare un nemico in una posizione dove potete eliminarlo comodamente, per esempio, è semplicemente esporre uno dei vostri personaggi, nasconderlo di nuovo dietro un angolo, e via così a intervalli regolari finché il malcapitato si sarà avvicinato a sufficienza per farlo fuori senza problemi. E se per caso uno dei vostri soldati dovesse essere individuato, vi basterà correre via e aspettare qualche minuto perché tutto si resetti tornando alla posizione iniziale. Inoltre, non ci sarà nemmeno bisogno tenere conto di fattori solitamente standard nei giochi stealth come nascondere i cadaveri dei nemici.

Last Train Home Recensione

Le mitragliatrici fisse sono armi formidabili, ma occhio che vale anche per i nemici.

È comunque chiaro che non si potrà sempre fare tutto stealth (anche perché richiede molto più tempo…). Le sparatorie capitano in Last Train Home, e qui potremo definire le meccaniche come “simil Company of Heroes”: c’è un sistema di coperture che è bene sfruttare per tenere quanto più al sicuro possibile i nostri soldati.

LE FASI IN CUI SI SPARA CONVINCONO MEGLIO, MA SONO ANCHE MOLTO PIÙ RISCHIOSE

A livello meccanico la fase “sparacchina” convince di più; vale la pena sottolineare in particolare il feedback sonoro delle varie armi, della cui accuratezza non sono certo ma che di sicuro sono un bel sentire. Anche se comprensibile e in linea con l’indirizzo che il gioco vuole avere, è quasi un peccato che scendere in campo ad armi spianate sia spesso la strada meno consigliabile, diventando anzi un proposito rischiosissimo quando sono coinvolte postazioni di mitragliatrice o gruppi numerosi di soldati.

STORIE DI SOLDATI

Chiudiamo con qualche rapido accenno sulla storia e sull’accompagnamento sonoro. La prima è lineare e più “narrata”, tramite la voce del capitano Langer, rispetto a quanto avviene per esempio in Frostpunk; personalmente credo che sia anche molto ben presentata, ma va detto che ho un debole per gli intermezzi in live action. Musicalmente, poi, va elogiata la capacità del team di catturare la drammaticità del viaggio dei legionari, alternando musiche atmosferiche di accompagnamento durante le sezioni in treno a pezzi più intensi quando ci troviamo negli scontri a fuoco. Nel complesso un buon lavoro, insomma.

In Breve: Se avete consumato Frostpunk e state spasmodicamente attendendo il suo seguito, Last Train Home è qualcosa che dovreste sicuramente tenere d’occhio: un gioco che, pur con le dovute differenze sia nel gameplay che nell’approccio narrativo, va a toccare temi simili. Occhio che oltre a fare i supervisori dovrete anche guidare le vostre truppe sul campo, però.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: RTX 3060, Ryzen 3600, 16 GB RAM, SSD NVMe
Com’è, Come gira: Non ho riscontrato particolari problemi di performance, ma va anche detto che per quanto sia più che rispettabile, dal punto di vista grafico non è certo un gioco fra i più complessi o avanzati. Caricamenti non brevissimi.

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Pro

  • Ottima atmosfera / Fase gestionale ben strutturata / Interessante varietà nel gameplay…

Contro

  • …ma le meccaniche stealth lasciano a desiderare.
8.5

Più che buono

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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