SteamWorld Build – Recensione

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In una vivace e variopinta cornice western che potrebbe far invidia anche ai grandi nomi del genere, SteamWorld Build porta i robot più celebri del mondo dei videogiochi in una frontiera tutta da esplorare in un city builder, impreziosito da un’anima dungeon crawler.

Sviluppatore/Publisher: The Station / Thunderful Publishing Prezzo: 26,99 € Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile su: Xbox Series X|S, Xbox One, PlayStation 4, PlayStation, Nintendo Switch e PC Data d’uscita: Già disponibile

La serie SteamWorld, di sicuro, è una fra le più variegate all’interno del panorama dei videogiochi. Tutto nacque da un’intuizione di Robert Olsén, che nel 2010 creò SteamWorld Tower Defense. Non immaginava, in tal senso, che altre opere si sarebbero aggiunte a seguito del successo del suo primo titolo, che aveva intanto gettato le basi all’interno del medium e offerti differenti punti di vista. La varietà, d’altronde, è importante: essa muove i giocatori, trasportandoli talvolta in scenari e situazioni che, una volta scoperchiati a dovere, mostrano ulteriori sfaccettature e tanto altro.




Con SteamWorld Build, primo city builder in salsa dungeon crawler della serie, si avverte sin da subito questo genere di profondità. Trattato con cura e intuizione di vario genere che è sempre meglio avere, specie quando si parla di strategici, c’è da dire comunque che questo nuovo capitolo del franchise inventato dai geni di Image & Form non inventa la ruota ma offre, tuttavia, un’esperienza coinvolgente e appassionante, in grado di tenere incollati i giocatori per diverse ore sin da quando si decide di affrontare l’avventura principale, che offre diverse mappe e approcci, presentando uno dei tutorial più esaustivi che mi siano mai capitati fra le mani.

UN’AVVENTURA IN UN WEST LONTANO LONTANO

È una frontiera difficile, quella del post-apocalittico. Purtroppo, ne sanno qualcosa i viaggiatori in cerca di fortuna e di un nome nel mondo di SteamWorld Build, costretti a muoversi da un capo all’altro con l’obiettivo di lasciare la Terra senza guardarsi troppo indietro. Un obiettivo all’apparenza semplice, che seguirei pure io se potessi, ma che, a conti fatti, è realisticamente complesso. La narrativa dell’opera, in tal senso, non dà particolari aggiunte alla trama del franchise, né cerca in qualche modo di raccontare una storia nuova tutta da scoprire. Parte da un carretto spinto da un mulo meccanico, con le stelle splendenti nel cielo che guidano il cammino di un papà e una figlioletta in una frontiera che ha solo bisogno di vivere nuovamente un suo nuovo corso.

Dalle fondamenta a grandi, grandissime imprese…

La trama è estremamente classica e già vista, e non è nulla di nuovo all’orizzonte, nonostante riesca a raccontarsi con semplicità e a delineare un racconto in ogni caso preciso. Oltre a dare un senso particolareggiato alla scoperta e alla curiosità che si annida all’interno della mente dei robot, offre una visione ampia sul resto e, soprattutto, su un impatto narrativo che sorregge come una favola un contesto appassionante.

Vedere espandere la propria città potrebbe essere gratificante quanto cogliere le sfumature alla serie principale

I dialoghi, scritti senza preoccuparsi troppo della forma ma condensati e furbamente inseriti, riescono comunque ad arrivare all’obiettivo e a mostrare i difetti e le particolarità dei personaggi, ognuno di essi diverso e con interessi che potrebbero ricordare magnanti, visionari e speranzosi avventurieri in un mondo coinvolgente, trasportando in terre da curare, far crescere e prosperare, e soprattutto da scoprire, andando anche oltre, ben quanto qualcuno potrebbe immaginare, addirittura nel sottosuolo.

STEAMWORLD BUILD: UN IBRIDO BRILLANTE E INTELLIGENTE

Lo ammetto, pensavo che SteamWorld Build si sarebbe limitato a essere un buon city build come se ne vedono spesso nel panorama dei videogiochi. In termini espressamente ludici, però, l’opera di The Frontier è un ibrido che cattura due anime divergenti ma comunque calzanti e sempre ben integrate al suo interno, che ben si sposano con il game design e spingono a un coinvolgimento serafico e spensierato, utile per intrattenere quanto per riflettere accuratamente sul posizionamento di ogni singola struttura all’interno del titolo, che può essere eretta e portata al suo splendore con l’impegno e la progressione.

Le città si espanderanno inaspettatamente.

Tutto avviene su una mappa che è possibile ruotare e osservare dall’alto, con la possibilità di avvicinare la visuale e in alcuni casi rimpicciolirla per vedere cosa sta accadendo fra le vie della cittadina. L’interfaccia di costruzione è assolutamente intuitiva e spinge, ovviamente, a sfruttare possibilità utilissime per spostare le creazioni da una parte all’altra, così da fare spazio a ulteriori aggiunte seguite da ulteriori costruzioni. Come accennavo, si tratta di un modello di gioco tanto classico quanto già visto in passato che ha comunque, tuttavia, un ottimo modo per plasmarsi e mostrarsi in un’architettura di gioco che funziona e si alimenta con nuovi innesti. Dalle semplici costruzioni dei lavoratori si passa ad abitazioni per gli ingegneri e gli aristorobot, con questi ultimi fondamentali per aumentare il prestigio e la possibilità di nuove costruzioni all’interno del vivace mondo di SteamWorld Build.

La vera sorpresa è cosa c’è sotto i propri piedi metallici

La progressione è piacevole e avviene senza troppe difficoltà: nei confronti dell’opera, si potrebbe dire addirittura che è pensata proprio per non essere troppo complessa – nonostante si possa cambiare la difficoltà quando lo si desidera. Oltre, comunque, ai tratti particolareggiati dei city builder più celebri del panorama videoludico, c’è anche un’altra parte, quella dungeon crawler, che si apre totalmente una volta sbloccate le miniere, in cui la gestione di ogni risorsa – soprattutto in superficie – diventa fondamentale per scoprire segreti e sì, anche nemici letali che si nascondono in agguato, pronti a fare la loro comparsa. L’opera si espande, arrivando a una sua originalità e a una sua profondità, dando la sensazione che ogni scoperta potrebbe nascondere qualcosa di letale e oscuro al suo interno. È un’architettura ludica impreziosita da approcci e derivazioni inaspettati, che dà modo di affrontare l’opera in modo diverso.

Occhio a non risvegliare il terrore nell’oscurità…

Sorretta una direzione artistica di primo livello, con un design ricco e appagante, vivace e piacevole alla vista, l’intera produzione offre scorci memorabili e significativi, con un impatto grafico e scenico impreziosito da un design delle abitazioni che non avevo affatto compreso pienamente durante la demo proposta un anno fa in occasione dello Steam Next Fest.

La produzione è una piccola scoperta che amplia, in sostanza, un mondo enorme e tenuto in piedi da altrettante opere che non sono mai andate così in profondità all’interno della frontiera

La produzione è una piccola scoperta che amplia, in sostanza, un mondo enorme e tenuto in piedi da altrettante opere che non sono mai andate così in profondità all’interno della frontiera. Una frontiera fatta di perigli, segreti, ombre nell’oscurità e tanto altro. Occhio a scavare troppo in fondo e con troppa caparbietà, ché poi si risveglia un Balrog.

In Breve: SteamWorld Build è un’avventura ludica piacevole e appassionante, serena e capace di tenere il giocatore incollato allo schermo, trasportandolo in un mondo affascinante all’interno di un ibrido sapientemente ben proposto. Anche se dal punto di vista della trama si poteva fare di più, il game design, cuore pulsante dell’opera, impreziosisce delle sfumature e degli approcci notevoli.

Piattaforma di Prova: Steam Deck
Com’è, come gira: Ottimamente sulla piattaforma di Valve. Tutto ben integrato e con tasti intuitivi. Giocare SteamWorld Build in portabilità ne vale assolutamente la pena.

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Pro

  • Un'offerta ludica piacevole e ben implementata / Scoprire le miniere potrebbe tenervi incollati per moltissime ore / Game design impreziosito da scelte tanto semplici quanto efficaci

Contro

  • Storia non particolarmente entusiasmante / Qualche dubbio sui dialoghi
8.3

Più che buono

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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