Astral Ascent – Recensione

PC PS4 PS5 Switch

Capricorno: una sfavillante campagna Kickstarter finanzierà il tuo roguelite action platformer. L’oroscopo è favorevole a Astral Ascent, in tutti i sensi.

Sviluppatore / Publisher: Hibernian Workshop / MP2 Games Prezzo: 24.50 Localizzazione: assente Multiplayer: Locale cooperativo e online cooperativo PEGI: 7 Disponibile su: PS4, PS5, Switch, PC (Steam e GOG) Data d’uscita: Già disponibile

Kickstarter avrebbe molte storie da raccontare. Quella di Dark Devotion, ad esempio, souls-like 2D a scorrimento orizzontale in pixel art uscito nel 2019 che magari non verrà ricordato come una pietra miliare del genere, ma ha consentito ai francesi Hibernian Workshop, autodidatti, di farsi le ossa e tornare con una nuova campagna di crowfunding che questa volta ha letteralmente polverizzato l’obiettivo. Arriva così sui nostri monitor Astral Ascent, action platformer roguelite pronto a lasciare il segno in un mercato già ricco di capolavori. Come spesso accade nei videogame, un essere malvagio, il Maestro, ha conquistato l’intero universo, risparmiando però la vita proprio a chi un giorno sarà forte abbastanza per sconfiggerlo. Sempre che ne siamo in grado noi giocatori, poiché l’impresa è tutt’altro che facile.




I quattro superstiti, non tutti controllabili da subito, si chiamano Ayla, Kiran, Calie e Octave, e sono imprigionati in un giardino popolato da vendor e personaggi vari in grado di fornir loro incantesimi, skill e perk. Nostro compito è fuggire, sbaragliando lungo il cammino i dodici Carcerieri dello Zodiaco e infine il Maestro in persona. Vi sembra una trama priva di senso? Apparentemente lo è, ma run dopo run ci vengono forniti dettagli sulla storia, sugli NPC e sul carattere dei nostri eroi, dando un senso sempre maggiore alle centinaia di nemici da uccidere a pugni, a fil di spada, a pistolate, con il fuoco, con i fulmini, con il veleno, e in qualsiasi modo ci venga in mente, tanta è la varietà proposta.

ASTRAL ASCENT E GLI INCANTESIMI IN LOOP

Nonostante ogni PG disponga di un proprio set di attacchi fisici completamente diverso dagli altri, assicurando così stili di gameplay molto variegati, Astral Ascent basa la strategia di combattimento sugli incantesimi. Apparentemente sono solo attacchi speciali che costano una certa quantità di mana, ma hanno una gestione decisamente più complessa. All’inizio partiamo con quattro semplici magie tutte uguali, ma presto tra le ricompense ottenute per completare i livelli ne arriveranno di nuove. Non ci è concesso aggiungerle alle esistenti, quindi siamo da subito chiamati a scelte tattiche, poiché equipaggiare un nuovo incantesimo significa dropparne uno di quelli in uso. Piano piano, con un po’ di perseveranza e un pizzico di fortuna data la natura randomica dei loot, arriveremo a disporre di un quartetto di incantesimi di una certa efficacia. Questo non è il fine ma solo l’inizio del complesso sistema di spellcasting, che non ci permette di utilizzare le magie a piacere ma solo seguendo una sequenza da noi impostata.

Le pose e le proporzioni mi ricordano Ken il Guerriero.

Possiamo cambiare l’ordine in qualsiasi momento, ma una volta lanciato un incantesimo, prima che torni nuovamente disponibile dovremo aver fatto uso anche di tutti gli altri. Tutti noi, in moltissimi videogame, abbiamo dovuto fare i conti con ciò che io chiamo “attacco inutile”, ovvero una magia o un’abilità dalla quale proprio non riusciamo a trarre beneficio alcuno, finendo per dimenticarla in qualche angolino dello schermo, sempre pronta all’uso ma sempre inutilizzata. Astral Ascent invece ci obbliga a sfruttare in egual misura ogni elemento del nostro armamentario, dunque è meglio non aver pesi morti negli slot. Ciascun incantesimo poi può essere upgradato o potenziato con forze elementali, rendendo indispensabile creare la giusta sequenza. Come? Magari prima lanciando un coltello fatato che infligge vulnerabilità al fuoco, seguito da una fireball che spezza anche l’armatura, per poi passare a un bel danno fisico. Interessante anche il parco perk, che spazia dal triplo salto alla pioggia di meteore passando per evocazioni di mostriciattoli nostri alleati.

BISOGNA APPLICARSI PIÙ DEL SOLITO

La generosa quantità di combinazioni disponibili rende la curva di apprendimento di Astral Ascent piuttosto ripida, e per la prima ora o due non è facile avere il controllo della situazione, complice anche una crescita del personaggio molto lenta, in quanto in seguito alle frequenti morti perdiamo tutto ciò che è in nostro possesso, eccezion fatta per dei cristalli da utilizzare come valuta dai vendor. Una volta rotto il ghiaccio, il divertimento decolla grazie a livelli relativamente brevi e pieni di insidie, in cui ogni passo è una battaglia per la vita o la morte. Peccato per il design molto lineare, si sarebbe potuto osare molto di più nonostante la generazione procedurale.

Questo colosso ci fornirà un bel perk.

Se i mostri comuni si assomigliano un po’ in tutti i biomi, i dodici boss – i Carcerieri dello Zodiaco – sono estremamente carismatici, e oltre a droppare chincaglieria interessante diventeranno anche nostri alleati qualora li stupissimo portando a termine le prove di abilità che ci propongono. L’enorme importanza del sistema di incantesimi genera però a un problemino di gameplay: la build del personaggio è determinante, e poco spazio è lasciato alla nostra abilità, soprattutto nelle boss fight, nelle quali siamo bersaglio di attacchi che coinvolgono l’intera schermata di gioco, finendo per venir colpiti quasi sempre a prescindere da quanto conosciamo i pattern di movimento.

MAI, MAI SCORDERAI…

Dunque, spesso si tratta di resistere il tempo necessario a inanellare la giusta quantità di combo e abilità per prosciugare i punti vita nemici prima di lasciarci la pelle. C’è qualcosa in Astral Ascent che mi ricorda Ken il Guerriero. Sicuramente la presentazione dei Carcerieri, pieni di muscoli, con il lento incedere proprio di chi si ritiene imbattibile. Anche i nostri quattro protagonisti non sfigurerebbero accanto ai personaggi di Tetsuo Hara, e la ciliegina sulla torta sarebbe stata qualche secchiata di sangue qua e là e soprattutto un maggior feedback ai nostri colpi.

Non è facile evitare gli attacchi dei boss.

Ma anche a quelli dei nemici, che invece si limitano a interrompere le animazioni dei mostri senza restituire una sana impressione di far del male. Dettagli di poco conto, oltretutto facilmente patchabili, che non inficiano l’esperienza di questo signor roguelite, o volete perdervi di diciassette finali possibili?

In Breve: Astral Ascent propone il solito gameplay da roguelite in cui bisogna morire una tonnellata di volte prima di avere una build decente per progredire, con un sistema di incantesimi e potenziamenti all’inizio un po’ nebuloso. Dopo il primo paio di ore senza particolari emozioni però, il gioco esplode mostrando tutta la sua potenzialità, soprattutto una volta sbloccati tutti i quattro eroi. A quel punto diventa uno dei migliori videogame di questo genere, nonostante non sia stata data grande attenzione alla componente platformer. Se amate i personaggi da crescere con migliaia di combinazioni, siete nel posto giusto.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Sempre fluido e reattivo, con un’utile possibilità di dotare gli sprite di un bordino scuro per renderli più visibli. Configurazione dei tasti di default un po’ caotica, soprattutto per navigare nei menù degli incantesimi durante le run.

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Pro

  • Migliaia di build da provare / Quattro personaggi con caratteristiche uniche / Boss estremamente carismatici

Contro

  • Sezione platformer trascurata / Boss fight nelle quali contano molto più i potenziamenti che l'abilità tecnica.
8.7

Più che buono

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