For The King II – Recensione

PC

L’adorata regina Rosomon è impazzita, si è trasformata in una tiranna con un debole per le entità malvagie e una passione per la schiavitù. Siete pronti a salvare di nuovo il Fahrul in For The King II?

Sviluppatore / Publisher: IronOak Games / Curve Games Prezzo: € 24,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Cooperativo online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: Già disponibile

Nel seguito di For The King, un peculiare GDR del 2018 che fondeva meccaniche roguelite e dinamiche da gioco da tavolo, IronOak Games ci riporta nel suo regno incantato per liberarne gli abitanti dall’oppressione della Guardia Reale e dagli oscuri piani della folle sovrana.




L’incipit del sequel annunciato nel 2022 comincia una ventina d’anni dopo l’epilogo del predecessore. Lo stesso vale grossomodo per il gameplay giacché, al netto di alcune novità, sostanzialmente lo studio appartenente a Curve Games ha optato per la via sicura del “semi more of the same”. Scelta saggia o errore? Scopriamolo.

SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA POCO

Anziché tre avventurieri stavolta siamo alla guida di un party composto da quattro prodi individui appartenenti alla Resistenza. Il modus operandi è lo stesso, invece: si muove un personaggio quando è il suo turno, le mappe sono divise in esagoni, si hanno determinati punti movimento da spendere e c’è la Fog of War da diradare un tassello alla volta. L’obiettivo di ogni run è superare i cinque atti che compongono la Campagna, un’impresa che può richiedere un discreto quantitativo di ore (una media di trenta, ma la buona sorte gioca un ruolo fondamentale).

L’obiettivo di ogni run è superare i cinque atti della Campagna, un’impresa che può richiedere un discreto quantitativo di ore

Per riuscirci è necessario completare le missioni principali di ciascun atto, ma non lasciatevi ingannare da una semplificazione che non tiene conto della varietà di situazioni in cui ci si ritrova a sguazzare tra compiti secondari, sorprese, eventi speciali, incontri di vario genere e risvolti tattici assortiti (meglio riposare in città o proseguire? Dividere il gruppo per esplorare più rapidamente l’area o restare uniti per evitare scontri in inferiorità numerica?).

Occhio ad affrontare le Gelatine in quella missione secondaria, sono tostissime.

La mappa è generata casualmente a ogni partita. Se si esauriscono i cuori (le rianimazioni) o i round a disposizione è game over, ma lo è anche se il Caos ha il sopravvento quindi lo scorrere della Linea Temporale va sempre monitorato se non si vuole ritrovarsi a ricominciare tutto da capo. Inizialmente il pool di classi, equipaggiamento e Tratti tra cui pescare durante la creazione del proprio party è limitato, si tratta di una precisa scelta di game design perché For The King II richiede pazienza per essere apprezzato davvero. A forza di giocare, esplorare (anche a bordo delle navi stavolta), combattere e perdere, infatti, si ottiene Folklore, la valuta da spendere nel Negozio del Folklore per sbloccare ulteriori classi (sono dodici in totale), abilità, Tratti, Mercenari (personaggi da reclutare in città alla bisogna) e item con cui aumentare le opzioni di personalizzazione iniziali, quelle meramente estetiche e ovviamente le nostre possibilità di sopravvivenza.

FOR THE KING II E LA PAURA DI OSARE

Chi ha consumato For The King probabilmente si starà domandando dove sono le vere novità lato gameplay. Fortunatamente qualcosa di fresco c’è, mi riferisco alla possibilità di spostare i personaggi su una griglia 4×2 per sfruttare i bonus/malus legati al posizionamento. La prima linea è l’unica da cui si può colpire in mischia, la seconda invece è ottima per le unità che colpiscono dalla distanza grazie al +5 Elusione che conferisce, però ci sono altre opportunità da sfruttare come i tank che possono difendere chi è nelle retrovie. Sembrano dettagli di poco conto ma non è affatto così: tra importanza dei turni, effetti ad area, vantaggi vari e caselle capaci di cambiare le sorti di uno scontro, ci vuole poco per accorgersi che la feature aggiunge un intelligente strato strategico alle battaglie.

Al di là della novità del posizionamento, il combat system funziona come da tradizione quindi ci si deve aspettare una buona varietà di status, oggetti e skill

Mettere a segno un colpo o un’abilità dipende dal classico tiro di dadi il quale, a sua volta, è influenzato dalle caratteristiche del pg e della classe (parliamo di Fabbri e Stallieri, gente comune insomma: ci sta che qualche mazzata vada a vuoto), tuttavia si può aiutare la dea bendata a venirci in soccorso utilizzando il Focus. Decidere quando farlo è solo uno delle tante responsabilità del giocatore, il quale vive ogni singola scelta con la costante paura che possa essere l’ultima. Purtroppo può capitare che una run venga compromessa a causa di un tiro di dadi sfortunato, di un critico nemico entrato nel momento meno opportuno o di un errore di valutazione, la frustrazione è dietro l’angolo ma fa parte del gioco e, in fondo, è proprio questo ad aggiungere un pizzico di sale all’avventura.

For The King II

La gestione del Focus (i due simboli esagonali a forma di occhio al centro) è imprescindibile se si vuole battere anche la sfiga.

For The King II risulta più difficile e soddisfacente del primo capitolo in single player e divertente in coop, questa è l’impressione che ne ho ricavato. A complicare le cose, oltre alla sfortuna e a un’IA più sgamata, mi pare ci si metta ancora una volta un’interfaccia utente tutto fuorché ricca di informazioni a portata di mano e intuitiva, un problema che purtroppo caratterizzava anche il primo capitolo. Per quanto riguarda i difetti già visti forse si poteva compiere uno sforzo maggiore per diversificare le classi e, probabilmente, anche la generazione procedurale delle mappe avrebbe potuto essere più incisiva.

For The King II è un buon secondo capitolo, ma non è il salto di qualità che i fan speravano

In sostanza For The King II è un buon sequel e un ottimo punto di partenza per chi non conosce la serie perché, pur senza impreziosirla con idee incredibilmente originali, riesce a perfezionare una struttura di gioco che funziona più egregiamente che mai. Non riuscendo a eliminarne i difetti storici e, anzi, ripresentandone qualcuno, perde però l’occasione di far compiere al franchise il salto di qualità che i fan auspicavano. Che sia solo rimandato?

In Breve: For The King II perfeziona la formula vincente del primo capitolo aggiungendo le navi, una grafica più raffinata, qualche altra piacevole novità e soprattutto un nuovo layer strategico con i bonus/malus legati al posizionamento. Tutto ciò unito al gameplay collaudato lo rendono un buon sequel e un ottimo punto di partenza per chi non ha mai giocato al franchise di IronOak. I fan con le aspettative alle stelle devono sapere che questo non è uno di quei seguiti che puntano a stupire csfoderando novità a gogo, innovazioni brillanti o idee originali, tutt’altro: è talmente ancorato al suo bel passato da trascinarsi dietro anche alcuni difetti del predecessore.  

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 [email protected], Nvidia 3070 Laptop 8 GB, 32 GB di Ram e SSD
Com’è, Come Gira: Molti hanno gridato allo scandalo al day one, segnalando bug, crash e disastri vari, ma per fortuna durante le mie sessioni non ho riscontrato grossi problemi tecnici. Graficamente For the King II migliora l’aspetto cartoon del primo con ombre e sfumature che conferiscono maggior “realismo” a modelli poligonali e scenari, senza però deviare dalla direzione artistica leggera cui siamo abituati. Comparto audio ok, niente di eccezionale ma di buona compagnia.

 

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Pro

  • Gameplay ancora più tattico e soddisfacente / Si notano passi avanti nell'IA e nel comparto grafico / Decisamente un buon sequel

Contro

  • Persistono alcuni difetti storici / Novità di peso poche e non particolarmente originali
8

Più che buono

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