Dark Envoy – Recensione

PC

Alzi la mano chi è in crisi d’astinenza di CRPG. Ora la alzi chi se la sente di provarne uno indie, tecnicamente grezzo ma con qualche bella idea. Oh, siamo rimasti in pochi. Bene, ora possiamo parlare con tutta calma di Dark Envoy.

Sviluppatore / Publisher: Event Horizon / Event Horizon Prezzo: € 28,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Cooperativo online PEGI: 12 Disponibile su: PC (Steam, GOG) Data di uscita: Già disponibile

Dice niente Tower of Time, l’RPG dungeon crawler di debutto di Event Horizon? Non era malaccio, anzi potremmo serenamente affermare che un esordio così è da considerare positivo, persino promettente.




Ecco perché, fin dall’annuncio nell’estate 2019, la seconda opera dello studio polacco ha subito suscitato in molti appassionati di giochi di ruolo una certa curiosità.

I FARDELLI DI DARK ENVOY

Prima di approfondire la questione Dark Envoy è bene spiegare che Event Horizon è una piccola realtà indipendente nata nel 2016 composta da una trentina di persone. Ciò significa che budget e risorse sono limitati, ma anche che le ambizioni vanno tarate al punto giusto altrimenti si rischia di compiere il classico passo più lungo della gamba. È questo il caso? Ni.

Event Horizon è una piccola realtà indipendente nata nel 2016 composta da trenta persone, budget e risorse sono limitati

In Dark Envoy, un CRPG adventure con visuale isometrica pubblicato un mesetto fa, impersoniamo Malakai e Kaela, fratello e sorella alle prese con la loro attività preferita, la caccia alle reliquie, e i problemi socio-politici di Jäan, un mondo steampunk dove da un lato è schierato l’Impero umano e la tecnologia, dall’altro la Lega dei non umani e la magia. Sebbene il setting sia affascinante e alcune scelte conducano a sviluppi narrativi e soprattutto finali differenti favorendo la rigiocabilità, il canovaccio risulta abbastanza prevedibile e cliché oriented. Malakai l’impulsivo e Kaela la riflessiva sono le due scontate facce di una medaglia che, purtroppo, è appuntata al petto di una sceneggiatura né particolarmente raffinata né brillante nei dialoghi, un fardello mica da poco per un RPG.

Punti abilità, equipaggiamento che influenza le skill e molto altro: ci piace!

Dove Dark Envoy convince maggiormente è nella struttura GDR. Inizialmente ci si può affidare soltanto ai due protagonisti, in verità i due personaggi più approfonditi, e solo dopo un po’ il party può allargarsi a quattro elementi, di cui due da scegliere tra i sei compagni che incontreremo o meno a seconda delle nostre decisioni. Con quattro classi standard (Guerriero, Mago, Ingegnere e Ranger) e una dozzina di specializzazioni dotate di skill attive/passive uniche (NB: i compagni hanno classi preimpostate), la progressione, la gestione delle abilità – divise tra difensive, offensive e passive con respec sempre disponibile e la personalizzazione attraverso l’equipaggiamento si attestano su livelli più che buoni, tant’è vero che sperimentare in base alle circostanze è la parte più gustosa dell’esperienza.

UNO SCONTRO TIRA L’ALTRO?

Veniamo ora alla vera peculiarità del gioco: il combat system. Gli sviluppatori hanno optato per riproporci il loro piatto forte, il combattimento in tempo reale sui generis. Quando si entra nel campo visivo dei nemici il tempo automaticamente rallenta, dandoci modo di organizzare l’attacco e la tattica da seguire.

Purtroppo l’IA non è delle migliori e, pur potendo selezionare il tipo di approccio da farle adottare, spesso finisce per remarci contro

Durante ogni scontro è possibile rallentare oppure fermare completamente l’azione quando si desidera, mossa utile per evitare colpi ad area telefonati e per facilitarsi la vita, ma ci vuole comunque un periodo di rodaggio prima di comprendere come sfruttare i punti di forza e le debolezze dei proprio party. Purtroppo l’IA non è delle migliori e, pur potendo selezionare l’approccio da farle adottare, spesso finisce per remarci contro.

Dark Envoy

Tra pro e contro, il combat system non sembra libero di esprimere tutto il suo potenziale.

Nel trionfo di abilità (belle quelle “castabili a mano libera”) ed effetti visivi si può anche hackerare una torretta, sfruttare le coperture o gli oggetti interattivi come i barili esplosivi. La presenza del “bullet time” è fondamentale ai fini del gameplay perché, nel bel mezzo della baraonda, permette di ritagliarsi tanti piccoli momenti di respiro utili ad adattare dinamicamente la propria strategia agli eventi. Purtroppo non ogni ingranaggio si muove alla perfezione durante gli scontri: a causa delle tendenze suicide dell’IA, della scarsa varietà di situazioni, del feedback dei colpi lacunoso, di un bilanciamento dei pg non ottimale e dell’impostazione a ondate, una volta scemato l’entusiasmo iniziale qualcosa può incrinarsi e permettere alla ripetitività di farsi sentire. Tale sensazione può palesarsi anche perché Dark Envoy è un CRPG screziato di dungeon crawler, al di fuori delle aree colme di nemici l’esplorazione è ridotta all’osso così come le interazioni nella Città delle Ossa, l’hub in cui è possibile dedicarsi alle altre attività come il crafting, la ricerca e l’incantamento.

Non fate troppo affidamento sull’IA, datemi retta.

Per quanto riguarda l’esplorazione non c’è una mappa open world in cui siamo liberi di muoverci, ci sono invece scenari delimitati (divisi in quattro Atti per un totale di venti/trenta ore di gioco), svariati dungeon casuali dallo stile architettonico differente e i viaggi rapidi da un punto all’altro anche all’interno della stessa area. Fra una missione principale e l’altra, è possibile teletrasportarsi all’interno di un solo dungeon tra quelli evidenziati sulla mappa alla ricerca di reliqui, tesori ed exp extra.

dal giorno della pubblicazione a oggi sono stati fatti diversi passi avanti, segno che gli sviluppatori sono attenti alle segnalazioni della comunità

Da un punto di vista tecnico Dark Envoy inganna: da lontano può apparire dotato di carisma e ambientazioni mozzafiato, ma da vicino mostra una serie di elementi grezzi e incertezze tecniche che ricordano la sua natura indipendente. Per dovere di cronaca va riconosciuto che, dal giorno della pubblicazione a oggi, sono stati fatti diversi passi avanti, segno che gli sviluppatori sono attenti alle segnalazioni della comunità. Peccato per i problemi di ottimizzazione, per un mondo di gioco che non dà mai l’impressione di essere vivo e per quei difetti che, quando è ora di tirare le somme, finiscono per pesare sulla fruizione del gioco.

In Breve: Dark Envoy possiede alcune feature intriganti, svariati difetti non sempre facilmente trascurabili e un’ambizione che sembra frenata dalle ristrettezze imposte dalla sua natura indipendente. Merita una chance perché ha un’anima RPG degna di questo nome, perché propone un combat system dal potenziale non pienamente espresso ma comunque particolare e anche perché è venduto a un prezzo tutto sommato onesto per ciò che offre. Se siete allergici ai giochi con una tendenza alla ripetitività o, specie se si parla di GDR, non siete disposti a scendere a compromessi di nessun genere – tecnici, narrativi, strutturali – allora fareste bene a pensarci su. Girate al largo invece se pensavate di aver già trovato l’erede di Baldur’s Gate 3.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 [email protected], Nvidia 3070 Laptop 8 GB, 32 GB di Ram e SSD
Com’è, Come Gira: 1440p o 1080p poco cambia, i cali di FPS ci sono e non sono nemmeno così sporadici come sarebbe più che lecito attendersi da un comparto grafico non esattamente entusiasmante. Ricordo che la co-op è presente, ma purtroppo non ho avuto modo di provarla.

 

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Pro

  • Ambientazione intrigante / Personalizzazione e lato GDR convincenti

Contro

  • Tecnicamente grezzo / Narrativamente poco ispirato / Varie problematiche gli impediscono di esprimere il suo potenziale
7

Buono

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