Wizard with a Gun – Recensione

PC PS4 PS5 Switch Xbox One Xbox Series X

Maghi, armi da fuoco, fine del mondo e risorse da raccogliere, un parto ibrido di Devolver Digital che non sempre lascia il segno.

Sviluppatore / Publisher: Galvanic Games / Devolver Digital Prezzo: 24,50 Localizzazione: Assente Multiplayer: Cooperativo online PEGI: 10 Disponibile su: PC (Steam), PlayStation 4/5, Xbox Series X/S  Data di lancio: Già disponibile

I titoli Devolver vivono sempre una grande attenzione attorno, principalmente per la loro briosità e inventiva, ma anche per un certo grado di follia che li porta sempre fuori dagli schemi, con manovra sempre interessanti e convincenti.




Ecco, Wizard with a Gun invece rientra in uno stile estremamente più classico, anche meno riuscito in termini ludici, ma non per questo meritevole dell’oblio collettivo.

WIZARD WITH A GUN, MAGHI E ARMI

La trama di Wizard with a Gun è estremamente semplice quanto funzionale per giustificare la cornice da roguelite: nei panni di un piccolo mago armato – letteralmente – con improbabili armi da fuoco, siamo chiamati a indagare sulla distruzione del mondo che ci ospita. Partendo dal nostro hub centrale infatti, tramite una particolarissima macchina del tempo, abbiamo la possibilità di tornare indietro di soli 5 minuti prima della distruzione totale.

Nemici estremamente violenti che ci stanno per lanciare robe esplosive.

In questi 5 minuti ci troviamo ad affrontare mappe generate proceduralmente, generose nelle dimensioni come nelle varie iterazioni che potremo effettuare, da personaggi secondari, a oggetti da raccogliere a nemici da sconfiggere o anche la semplicistica tacita missione di riempire un glossario del mondo tramite un libro della conoscenza in nostro possesso, ma cosa più importante, recuperare risorse che possano permetterci di riavvolgere nuovamente il tempo per vivere di nuovo gli ultimi 5 minuti del mondo.

Wizard with a Gun è un gioco esteticamente interessante, per resa dei personaggi come del mondo di gioco

Scaduto questo tempo, una moltitudine di nemici facenti parte del “caos” che ha annientato il mondo, cominceranno a spawnare ininterrottamente, aumentano la difficoltà del gioco, tramutandosi in un caldo invito a tornare nel portale e viaggiare verso il no hub centrale. Se moriremo durante l’apocalisse o sconfitti da qualche nemico, perderemo tutte le valute e materiali ottenuti.

SPARA COME MANGI

La struttura base di Wizard with a Gun l’abbiamo definita e complessivamente è anche un bel vedere e bel giocare, il problema è la gestione di questi ritmo di gioco assieme a tutte le meccaniche che sono attorno a questa spina dorsale. Partiamo dal gunplay, estremamente semplice e intuitivo, figlio di un’esperienza twin stick shooter non certo inedita, ma purtroppo estremamente imprecisa e considerando che le stesse armi che maneggeremo saranno nostre dirette creazioni (spendendo utili risorse) il dispendio di proiettili che mancheranno il bersaglio sarà numeroso.

Le mappe sono complessivamente interessanti nella costruzione.

La stessa natura da survival del gioco si sposa malissimo con tutto il resto dell’esperienza: 5 minuti è un tempo troppo breve per poter anche solo esplorare almeno meno della metà della mappa. Certo, sconfiggendo piccole rappresentazioni di caos possiamo guadagnare qualche decina di secondi in più, ma rimane un bonus estremamente piccolo a rapporto con tutto quello che la mappa ci offre. Nemici, risorse, oggetti e valute importantissime per procedere con l’avventura, edifici diroccati con personaggi che ci assegnano quest secondarie, strutture, banchi da lavoro o perfezionamento da costruire, mondo di gioco da catalogare. Insomma, avrete ben capito che in ogni partita siamo chiamati a fare delle scelte, giacché al reset del mondo, al prossimo riavvolgimento del tempo, la mappa verrà rigenerata e tutto quello che stavamo facendo prima, si resetterà.

Purtroppo, la natura roguelite mal si sposa con tutte le meccaniche – molto complesse e corpose – dell’aspetto survival

Per quanto giustificato, questa è una soluzione estremamente infelice, portando a una costante frustrazione da parte del giocatore, perché durante le prime partite si beneficia del classico dubbio di dover entrare in sintonia con la grammatica di gioco, ma all’ennesimo timer vicino allo 0 e con pochissime risorse raccolte, il dubbio che tutto ciò sia una meccanica voluta per aumentare la longevità del gioco viene subito e non è una cosa buona.

TROPPE COSE DA FARE

Dovessi incorniciare quello che reputo il problema principale di questa produzione, potrei andare a colpo sicuro indicando la struttura survival. Nel nostro hub centrale possiamo costruire banchi da lavoro o altre postazioni per potenziare le abilità e altri feticci affini alla nostra avventura. Peccato che tutte queste costruzioni richiedano un quantitativo eccessivo di materiali da raccogliere. Vi capiterà spesso di fare un paio di mondi di gioco (sempre 5 minuti eh, da quelli non si scappa), giocato esclusivamente per raccogliere risorse e poter costruire quell’edificio che mi richiede l’obiettivo.

Il nostro hub centrale, praticamente quel che resta del mondo di gioco dopo l’apocalisse.

La progressione della trama, per quanto non ricca di dettagli, è dettata proprio da questi obiettivi, alcuni più “veloci” altri invece che vi terranno incollati al gioco con classiche tecniche predatorie: vuoi proseguire al prossimo capitolo? Bene, costruisci tre edifici, potenzia l’arma tre volte e poi torna nell’hub con 300 pezzi di metallo.

Dovremo scoprire e avventurarci negli ultimi 5 minuti del mondo conosciuto prima del sopraggiungere dell’apocalisse

Ecco, in un gioco roguelite dove si dovrebbe premiare il fattore “pronti, via” una struttura fatta ad obiettivi plasmata attorno un ritmo survival mal implementato dimostrano diversi problemi di concezione attorno al gioco, sicuramente non tutto da buttare via e con una direzione artistica interessante, ma estremamente frustrante per tutto il resto dell’esperienza.

In Breve:  Wizard with a Gun è un ibridio strano, difficile da afferrare, che mescola elementi roguelite ad altri survival che purtroppo non riescono ad amalgamarsi bene. Il resto del pacchetto ludico si costruisce di una simpatica direzione artistica e di meccaniche di gioco non proprio eccellenti o ben impostate. Divertente e fruibile sulla corta distanza, ma la longevità è un ricatto formato videogioco.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel Core i7, 16GB RAM, GeForce GTX1650 Ti, HDD
Com’è, Come Gira: Nulla da segnalare sulla configurazione di prova, giocato tutto su Ultra.

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Pro

  • Esteticamente interessante / Meccaniche survival comunque interessanti...

Contro

  • ...ma si sposano male con la natura roguelite del titolo / È un gioco a tempo, se non è il vostro pane, lasciate stare. / Ritmo estremamente lento / Progressione per obiettivi a tratti proibitiva
6.8

Sufficiente

Tra un tunnel carpale e l'altro, amo Dwayne "The Rock" Johnson, Independence Day, Destiny e il DC Extended Universe, tutti buoni motivi per farmi odiare.

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