Il Dragone di Dojima è tornato! Lo davano per morto e forse lui avrebbe che tutti continuassero a pensarla così, ma quando sei stato immerso troppo tempo nell’acqua putrida togliersi quell’odore di dosso è impossibile. I tempi però sono cambiati e Kazuma Kyriu dovrà fare i conti con nuovi problemi, nuove famiglie e nuovi avversari!
Sviluppatore / Publisher: Ryu Ga Gotoku Studio / SEGA Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo (mini giochi) PEGI: +18 Disponibile su: PC (Steam, Windows Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data d’uscita: 8 novembre 2023
Like a Dragon Gaiden funge da ponte tra i precedenti Yakuza e il prossimo Infinite Wealth. Come tutti voi ormai saprete inizialmente avrebbe dovuto essere un DLC del suddetto e il suo sviluppo è durato davvero poco per gli standard attuali. Ciò non significa che avrete a che fare con un prodotto rimaneggiato o scadente, ma che ciò che vi troverete di fronte ad un capitolo più compatto ma assai valido dal punto di vista narrativo e tradizionale nel gameplay. La trama segue nuovamente Kazuma Kyriu, leggendario capo Yakuza che per proteggere le persone amate decide di inscenare la propria morte. Purtroppo per lui cancellare tutte le sue tracce è cosa quasi impossibile e ben presto proprio coloro che avevano promesso di mantenere segreta la sua finta morte lo trascinano nuovamente in un conflitto, ovviamente ricattandolo e minacciandolo.
Di chi potrà fidarsi ora che tutti i suoi vecchi “amici” sono fuori gioco e le nuove famiglie sembrano farsi ancora meno scrupoli? Riuscirà a trovare una nuova e definitiva via d’uscita? Speriamo abbiate apprezzato il nostro tentativo di introdurre un personaggio così iconico cercando di evitare qualsiasi spoiler sul suo passato e di conseguenza sui numerosi giochi della serie Yakuza.
È doveroso però avvertirvi che giocare Like a Dragon Gaiden senza aver seguito la storia fino a questo punto vi impedirà di godere della profonda e stratificata narrativa che negli anni ha contribuito a creare il mito della saga
PASSATO, PRESENTE E FUTURO DI LIKE A DRAGON
Nel corso del gioco i riferimenti ai giochi precedenti si sprecano e le ramificazioni delle varie famiglie vanno a comporre una vera e propria foresta genealogica difficile da ricostruire se non si sono seguite le tracce precedenti. Per ora vi basti sapere che il mondo di Yakuza che conoscevate non esiste più. Nuovi poteri sono sorti e nuovi cicli iniziati e questo rende la vita di Kazuma ancora più difficile. Tutti vogliono qualcosa di lui e al tempo stesso a molti la sua morte (vera) farebbe comodo. Questo significa che ogni passo è per lui un motivo di confronto con il suo passato e al tempo stesso con il presente… ecco perché in Like a Dragon Gaiden i combattimenti sono decisamente più frequenti rispetto ai titoli precedenti.
Per l’occasione Kazuma sfoggia non tre, non quattro ma ben… due stili di combattimento. Anche da questo punto di vista Like a Dragon Gaiden è una versione più compatta dei giochi che lo hanno preceduto. Kiryu-san può utilizzare un inedito stile Agente, che si basa sulle arti marziali ma anche sull’utilizzo di inediti e sfiziosi gadget che movimentano un po’ la “solita routine” rullacartoni, e un più canonico Yakuza-style, che racchiude buona parte delle tecniche che già conosciamo. Si passa dall’uno all’altro con il semplice tocco di un tasto ed ognuno ha delle mosse peculiari che tornano più o meno utili a seconda della situazione.
Giocare Like a Dragon Gaiden senza aver seguito la storia fino a questo punto vi impedirà di godere della stratificata narrativa che ha contribuito a creare il mito della saga
STANCHI DI MENARE LE MANI?
Al di fuori dell’eccellente trama, che ancora una volta conferma l’abilità degli sceneggiatori nel raccontare una storia senza incappare in incongruenze con quanto narrato finora, e del gameplay principale che include anche una “rete” di missioni secondarie, Like a Dragon Gaiden nasconde la solita pletora di passatempi. Nelle sale arcade troverete vecchi cabinati SEGA come Fighting Vipers 2 e Daytona USA 2 mentre nei vicoli o in qualche locale lontano da sguardi indiscreti vi aspettano sfidanti di Mahjong, biliardo, freccette e altro ancora. Potrete anche curare il look del Drago di Dojima in una delle tante boutique, sfamarne gli appetiti in ristoranti, fast-food e Combini… e se poi avete voglia di compagnia c’è sempre qualche Club aperto fino a tarda notte. A proposito di questi ultimi, i fan della serie è bene che si preparino ad una piccola sorpresa.
Anche dal punto di vista della quantità del side-entertainment siamo su un livello leggermente più ristretto rispetto ai canoni ma la varietà non manca, anche se come al solito alcuni dei mini giochi sono diretti espressamente al pubblico giapponese e risultano quasi incomprensibili per noi occidentali. Per chi se lo stesse chiedendo, il gioco è localizzato in italiano ma solo per i sottotitoli… e meno male perché la prospettiva di ascoltare Kazuma e soci in una lingua che non sia il giapponese non ci allettava affatto. Purtroppo ci siamo imbattuti in quantità massicce di refusi o addirittura intere frasi non tradotte ma siamo certi che si tratta di difetti che verranno corretti con future patch, due delle quali sono già disponibili.
Like a Dragon Gaiden è uno ‘Yakuza’ più compatto (più o meno come Mirage lo è stato per Assassin’s Creed) ma fedele alla tradizione e decisamente soddisfacente
In Breve: Uno “Yakuza” di raccordo che prende il vecchio Kazuma Kyriu e lo proietta verso una nuova vita… quanto lunga e felice non ci è ancora permesso saperlo. Dal punto di vista del gameplay Like a Dragon Gaiden si affida a meccaniche ormai ben note consolidate che funzionano ancora decisamente bene, aggiungendo qualche novità che sembra strizzare l’occhio a quanto vedremo in Infinite Wealth.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, come gira: L’engine di Like a Dragon ormai è uno strumento estremamente affidabile che ancora una volta dimostra il suo valore regalandoci un’esperienza senza particolari tentennamenti, nonostante nel corso del gioco non manchino fasi decisamente movimentate. A questo contribuiscono sicuramente le location mai troppo aperte e una saggia gestione degli “oggetti” in movimento.