Star Ocean: The Second Story R – Recensione

PC PS4 PS5 Switch

Il secondo Star Ocean è il capitolo più amato della serie; Square Enix torna al passato con l’aiuto di Gemdrops per riportare il genere JRPG alle sue origini.

Sviluppatore / Publisher: Gemdrops / Square Enix Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile su: Nintendo Switch, PC (Steam), PlayStation 4, PlayStation 5 Data d’uscita: 2 novembre 2023

Quella di tri-Ace è una storia di ribellione; se avete posseduto in gioventù un Megadrive, siete già inconsciamente esperti riguardo le sue origini, visto che probabilmente nomi come El Viento, Sol-Feace o Granada vi suoneranno familiari. Bella roba fatta da Wolf Team, che tentò il grande passo realizzando il primissimo Tales of Phantasia per conto di Namco, un traguardo eccessivamente “corporate” che non piacque ad alcuni membri, successivamente emigrati per fondare la nostra tri-Ace.




Ironia della sorte, Star Ocean è una serie che ha parecchi punti in comune con l’epopea di Cress Albane e compagni, a partire dal sistema di combattimento in tempo reale e a una decisa ricercatezza estetica, incarnata nel capostipite da un’impressionante introduzione doppiata da Robert Belgrade (la voce di Alucard in Symphony of the Night). Mica male, considerando che parliamo ancora di cartucce per Super Famicom.

IL LIFTING DI STAR OCEAN: THE SECOND STORY R

Non stupisce che Square Enix abbia optato per un remake del secondo capitolo: è stato il primo tradotto ufficialmente in inglese ed è retto da una narrazione semplice ma appassionante, agli antipodi di quel terzo (Till the end of time) disastro su PS2 che ha rischiato di “rompere” la serie con un espediente narrativo che i fan hanno eufemisticamente odiato. Perché tri-Ace ha sempre amato donare una continuità di fondo ai suoi giochi, e guai a infrangerla; non per nulla il protagonista Claude Kenny è il figlio dell’eroe del primo Star Ocean, diventato nel frattempo ammiraglio della flotta stellare.

Combattere è ora infinitamente più divertente rispetto al passato

Giunto suo malgrado su un mondo tecnologicamente arretrato dove la scienza cede il passo alla magia, Claude dovrà allearsi con la misteriosa guaritrice Rena per risolvere il mistero che ruota attorno a un misterioso globo stregato che potrebbe rappresentare la sua occasione per tornare a casa. Il netto contrasto tra le origini dei due eroi (uno viaggia su astronavi avveniristiche, l’altra proviene dal più classico dei mondi fantasy) è un topos narrativo abbondantemente esplorato dalla serie, ma qui trova la sua esatta collocazione grazie anche a un buon numero di riusciti compagni di viaggio, nella maggior parte dei casi opzionali e reclutabili solo prendendo le scelte giuste nel corso dell’avventura, un elemento che permetterà inoltre di raggiungere diversi finali alternativi.

Un paesaggio decisamente moderno dopo tanto fantasy. Claude, nel frattempo, si esibisce in una nuova idle animation.

Graficamente il risultato degli sforzi di Gemdrops è rimarchevole, con un buon uso dell’illuminazione al servizio dei nuovi fondali poligonali che prendono il posto di quelli originali prerenderizzati. Il contrasto che si crea affiancandoli agli sprite presi di peso dalla versione PSX è molto particolare, con un un risultato non dissimile dal cosiddetto HD-2D apprezzato in Octopath Traveler e compagni. Sicuramente, però, l’aspetto che ha ricevuto il maggiore bilanciamento è il sistema di combattimento, adesso infinitamente più dinamico. I colpi dei personaggi votati al corpo a corpo possono essere concatenati con maggiore fluidità e collegati facilmente con gli attacchi speciali, arrivando senza troppi sforzi a danneggiare più nemici contemporaneamente.

Graficamente il risultato degli sforzi di Gemdrops è rimarchevole

Anche i maghi sono più efficaci, con gli incantesimi che perdono un po’ l’effetto “smart bomb” originale a favore di una maggiore velocità di esecuzione e versatilità; in altre parole, combattere è ora infinitamente più divertente rispetto al passato. Merito di una serie di innovazioni, dal pulsante adibito alla schivata all’indicatore Bonus, vero regista del campo di battaglia. Colpire i nemici genera infatti piccole sfere che da sole servono a poco, ma abbinate alle formazioni d’attacco concedono vantaggi importanti da scegliere a seconda della situazione, come ad esempio iniezioni di punti esperienza extra o la rigenerazione di risorse dopo ogni scontro.

La nuova veste grafica è incantevole, specie all’aria aperta.

Sulle prime è facile farsi prendere la mano, complici i deboli gruppi di nemici (ben visibili sulla mappa, tranquilli, niente più incontri casuali!) iniziali che faranno propendere il combattimento verso il mero button mashing, ma la bella vita è destinata a mutare in occasione dei brutali picchi di difficoltà che da sempre rappresentano una costante del catalogo tri-Ace. Fortunatamente è ora possibile riprovare immediatamente un combattimento in caso di sconfitta, addirittura prendendo tempo per prepararsi prima di tentare nuovamente.

TRA VECCHIO E NUOVO

Del resto, Star Ocean The Second Story R non è mai stato un gioco perfettamente bilanciato, e alcune modifiche introdotte nel remake rischiano di incrinare ulteriormente un equilibrio in partenza precario. Prendiamo le abilità, inizialmente acquistabili presso la gilda e ora immediatamente disponibili: queste consentono di ottenere oggetti utilissimi e vantaggi (un coniglione da trasporto che funge da Chocobo tra tutti!) attraverso sessioni di creazione in solitaria e di gruppo, e vengono apprese e perfezionate spendendo particolari punti esperienza.

Il mega coniglio è un po’ il chocobo dorato di Star Ocean.

Combattimenti generalmente più semplici equivalgono a più punti da investire, ma non è l’unico fattore da considerare, giacché è stato introdotto un ricco elenco di traguardi da tagliare – ad esempio modificando un certo numero di armi – che mettono in premio equipaggiamento pregiato, materiali per la creazione e tanto di quel denaro da rompere l’economia del gioco.

Come rovescio della medaglia il fascino vecchio stile del gioco garantisce un’esperienza JRPG di stampo classico

Come rovescio della medaglia il fascino vecchio stile del gioco garantisce un’esperienza JRPG di stampo classico, particolarmente benvenuta in un’epoca popolata da ibridi divisivi come l’ultimo Final Fantasy, mentre la presenza di una nuova colonna sonora firmata dal veterano Motoi Sakuraba assieme a un doppiaggio inedito realizzato dal cast originale potrebbero rappresentare un valido motivo per tornare a viaggiare tra le stelle.

In Breve: Star Ocean The Second Story R è un remake sopraffino che migliora a tutto tondo il gioco originale, rendendo nuovamente attuale il capitolo più amato della celebre serie tri-Ace. Alcune migliorie tendono a incrinare ulteriormente i meccanismi di un gioco in partenza non particolarmente bilanciato, ma complessivamente si tratta di un’esperienza JRPG vecchio stile che non mancherà di appassionare i fan del genere.

Piattaforma di Prova: Nintendo Switch
Com’è, Come Gira: Davvero bello da vedere sullo schermo OLED, dove l’idea di combinare i nuovi fondali in alta risoluzione con sprite provenienti dal 1998 riesce ad esprimersi al meglio. 30Fps come da copione su Switch, ma oramai ci abbiamo fatto l’abitudine in cambio della portabilità. O no?

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Pro

  • Riuscita opera di restauro a tutto tondo / Mai più incontri causali! / Il ritorno di un JRPG classico e amato

Contro

  • Alcune migliorie rendono certi aspetti del gioco quasi triviali / la trama ci mette parecchio a decollare davvero / qualche sequenza animata per sottolineare i momenti più drammatici sarebbe stata gradita
8.5

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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