Dopo l’anteprima di un mesetto fa, abbiamo sviscerato per bene Ghostrunner 2, adrenalico action cyberpunk di One More Level, che con il primo capitolo tre anni fa ci aveva sorpreso per la sua freschezza e innovazione.
Sviluppatore / Publisher: One More Level / 505 Games Prezzo: € 39.99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC, PS5, Xbox Series X|S Data d’uscita: 26 ottobre 2023
Vi sarete resi conto anche voi che ormai da un po’ di anni è piuttosto raro vedere delle nuove IP ottenere grande successo. I costi di sviluppo aumentano e, senza una forte spinta di marketing, molti giochi cadono prestissimo nell’oblio con la conseguente morte prematura del loro mai nati franchise.
Mi vengono in mente Redfall o, ancora più recentemente, The Lamplighters League che entrambi, ma per motivi diversissimi, hanno creato serie conseguenze agli studi di sviluppo rinomati come Arkane e Harebrained Schemes. In questo contesto, sono contento di vedere qualche eccezione: Ghostrunner 2.
IL CYBERPUNK DI GHOSTRUNNER 2
Siccome non stiamo parlando di uno dei giochi più noti del 2020, facciamo un minimo di riassunto degli episodi precedenti: siamo in un futuro distopico in cui, dopo un evento apocalittico ormai perso nei meandri della storia, ciò che resta dell’umanità vive in una gigantesca torre chiamate Dharma, alta centinaia, se non migliaia di piani, ognuno dei quali così ampio che potrebbe ospitare una città intera. Noi vestiamo i cibernetici panni di un ghostrunner: un essere più macchina che uomo, dotato di abilità tali che lo rendono in sostanza il ninja cyberpunk per eccellenza, con tanto di katana letale che può eliminare qualsiasi nemico con un solo colpo (eccetto i boss, ma non soffermiamoci sui dettagli). Durante gli eventi del primo capitolo, abbiamo eliminato l’Architetto, potente politico che si sarebbe voluto instaurare come despota assoluto, e nel percorso ci siamo anche fatti qualche amico, che ritroviamo adesso nelle nostre nuove avventure.
La storia amplia e diversifica il lore dell’universo narrativo di Ghostrunner, rendendolo più ricco e interessante
Non altrettanto impeccabile, però, il modo in cui la narrazione si dipana: nella maggior parte dei casi, veniamo a conoscenza di nuovi eventi tramite dialoghi che avvengono nel bel mezzo dell’azione di gioco, e cioè, per essere precisi, durante le fasi di platforming in cui saltiamo, corriamo sui muri, cerchiamo agganci per il nostro rampino, attiviamo interruttori a tempo. Spesso tutte queste cose insieme. Immaginerete che non è proprio la situazione migliore per mettersi a leggere i sottotitoli in italiano. E se devo essere sincero, facevo anche fatica a seguire l’audio in inglese (che conosco molto bene, parlandolo quotidianamente e avendo vissuto dieci anni in Regno Unito), perché, come si sa, il multitasking non è un punto di forza di chi possiede il cromosoma Y.
VECCHIE ABITUDINI E NUOVI TRUCCHI
L’azione di Ghostrunner 2 rimane fedele al concetto originale: da una parte troviamo il platforming in stile parkour hardcore di cui ho già accennato, molto riuscito e con alcuni nuovi elementi che riescono a mantenerlo fresco dall’inizio alla fine, e dall’altra abbiamo il combattimento. Anche questo mantiene inalterati i concetti chiave, come il fatto che sia noi che i nostri avversari abbiamo un unico punto vita, quindi il limite tra vita e morte è davvero questione di decimi di secondo. Ogni arena è fatta da nemici di tipi e quantità diverse distribuiti su piattaforme anche molto lontane tra di loro, per cui parte del divertimento è la progettazione dello scontro, cui poi bisogna far seguire una fulminea esecuzione senza alcuna sbavatura, pena la ripartenza dal check point più vicino (sempre collocato al punto giusto).
In realtà un leggero cambio di direzione c’è stato, infatti fin dall’inizio è possibile parare una quantità limitata di proiettili dei nemici, mentre nel primo Ghostrunner era possibile defletterli solo con parry perfetti. Lo skill tree, poi, in teoria è interessante perché permette di specializzarci su alcuni stili di gioco precisi, magari puntando tutto sull’agilità o su alcuni dei nostri poteri speciali, ma d’altra parte finisce per cascare nel classico paradosso: all’inizio del gioco non abbiamo abilità e quindi l’unica possibilità di andare avanti è migliorare la nostra bravura nella sua padronanza, invece alla fine abbiamo una serie di aiuti che ci rendono la vita facile. Capisco che questo sistema funzioni bene per altri generi, primi tra tutti i GdR, ma non l’ho trovato appropriato per Ghostrunner.
Il cybervuoto non si sposa bene con gli elementi più esaltanti di Ghostrunner: non c’è frenesia, non c’è senso di urgenza, non ci sono proiettili che ci piovono addosso
Fantastici da vedere, dunque, ma da giocare sono la parte che mi è piaciuta di meno, perché sono tempestati di elementi puzzle da risolvere nel contesto platform. Per esempio, a un certo punto ci troviamo in arene sempre più complesse, con l’aggiunta di piattaforme in movimento, in cui l’obiettivo è distruggere a colpi di katana dei piccoli monoliti nell’ordine corretto. Attenzione, non dico che queste sezioni siano fatte male. Però non si sposano bene con gli elementi di Ghostrunner che mi esaltano: non c’è frenesia, non c’è senso di urgenza, non ci sono proiettili che ci piovono addosso.
C’è anche un boss fight nel cybervuoto, il che è un’dea fantastica, ma l’ho trovata più lenta e prevedibile nell’esecuzione di quelle del mondo fisico
In Breve: Vorrei vedere un Ghostrunner 3? Sì, assolutamente. Temo un po’ la deriva incentrata sui puzzle di Ghostrunner 2? Purtroppo sì. Ci sono però tanti aspetti che continuo ad apprezzare di questo franchise, sia tradizioni come i combattimenti nel mondo fisico veloci e brutali, sia innovazioni come i livelli sulla moto e l’esplorazione del mondo all’esterno della torre. Anche la storia mi è piaciuta, e mi pare uno di quegli universi dal potenziale narrativo pazzesco. Altro motivo per cui vorrei vedere un seguito, che però si focalizzi sui sistemi che rendono Ghostrunner davvero unico nel panorama attuale.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7-10750H, RTX 2070, SSD, 16GB RAM
Com’è, Come Gira: Tutto molto fluido a 1920×1080 con praticamente tutto al massimo. Va benissimo anche su Steam Deck. La quantità di opzioni grafiche permette aggiustamenti di fino che dovrebbero andare incontro a buona parte delle configurazioni hardware sul mercato.