The 7th Guest VR – Recensione

PC PS5 VR

“Siete disturbati da strani rumori nel pieno della notte?” Non chiamate i Ghostbusters, ma concedetevi una gita nella ristrutturata Villa Stauf in The 7th Guest VR.

Sviluppatore / Publisher: Vertigo Games / Vertigo Games Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PlayStation 5 e Steam Data d’uscita: Già disponibile

Il futuro profetizzato qualche mese prima da Il Tagliaerbe aveva reso il 1993 un anno bizzarro, quello in cui i videogiochi avrebbero abbracciato finalmente le argentee promesse del CD-ROM per condurci in un nuovo, fantastico mondo. In realtà, NEC e Cyan Worlds (The Manhole, Cosmic Osmo) avevano varcato abbondantemente la nuova frontiera anni prima, ma non c’è dubbio che il 1993 sia stato l’anno di svolta, quello in cui prodotti come The 7th Guest hanno gettarono le basi per una miriade di prodotti simili, destinati ad avvicendati sui nostri monitor nell’immediato futuro creando uno schema ben preciso da seguire.




Un debutto glorioso da contestualizzare per bene, giacché nel 2023 è fin troppo semplice rimuovere la patina di stupore iniziale e ricondurre l’esperienza a una versione glorificata della Settimana Enigmistica, esacerbata dalla presenza di una recitazione già allora considerata al livello di un saggio delle medie. Tuttavia, l’opera dei Trilobyte Studios – fondati da Rob Landeros e Graeme Devine – mantiene quell’aurea pionieristica che la rende de facto una vera e propria leggenda dell’informatica. Anche grazie al numero di talenti riunito, dal mitico George “The Fat Man” Sanger (ci sono buone possibilità che le colonne sonore dei vostri giochi preferiti per PC dell’epoca siano opera sua) allo scrittore Matthew Costello, vera icona horror qui responsabile della trama.

LA RIVOLUZIONE VIRTUALE DI THE 7TH GUEST VR

Se siete giunti fin qui dagli anni Novanta ignorando i retroscena del gioco non sarò certo io a svelarveli, proprio ora che potete sperimentare la fama che circonda un titolo tanto importante nell’immersione della realtà virtuale. Che fortunati che siete: The 7th Guest VR è il regalo ideale che potete farvi per Halloween, un racconto dell’orrore per ragazzi che dispensa brividi senza il rischio di fare a pezzi i vostri nervi.

Qualcuno lì a Vertigo Games deve essere un grande fan delle Haunted House dei parchi Disney, ne sono sicuro

Qualcuno lì a Vertigo Games deve essere un grande fan delle Haunted House dei parchi Disney, ne sono sicuro, perché l’atmosfera che si respira è la medesima. Spaventosa quanto basta, e perfettamente bilanciata da lasciare comunque spazio al cervello, libero di elucubrare liberamente perché, oggi come ieri, The 7th Guest è una raccolta di enigmi che si rifà concettualmente al grande classico per Macintosh The Fool’s Errand, a loro volta fortunatamente diversi da quelli visti nel gioco originale, nonostante qualche rimando sia comunque presente.

La lanterna può rivelare preziosi indizi.

La realtà virtuale è però la vera star, perché riscrive completamente l’esperienza: laddove nel 1993 gli spostamenti avvenivano con transizioni in FMV, adesso ci si muove in tempo reale. Il nostro alter ego (un’entità spettrale priva di memoria) è “armata” di una lanterna che squarcia le tenebre della fatiscente magione appartenente al giocattolaio maledetto Henry Stauf restituendo l’antico splendore a stanze e corridoi, contribuendo attivamente a numerosi enigmi. Ma anche alla tensione: dipinti apparentemente normali rivelano una natura grottesca e sinistra quando illuminati, e generalmente l’esplorazione, complice anche una gustosa gestione delle ombre e degli effetti volumetrici, guadagna tantissimo da questa nuova rilettura di un classico così importante. Tanto che anche Nintendo pensò all’epoca di accaparrarsene i diritti, pur di sottrarlo a SEGA!

TI RACCONTO UNA STORIA

Sei ospiti sono stati invitati nella casa di Henry Stauf, un derelitto che ha trovato nella creazione di balocchi la fortuna durante la Grande Depressione, salvo poi sparire lasciandosi dietro una scia di morti legata in qualche inspiegabile modo ai suoi giocattoli. Ai visitatori questo importa poco: appartengono alle più disparate classi sociali ma hanno in comune una serie di scheletri nell’armadio, e la fortuna perduta di Stauf potrebbe rappresentare il provvidenziale riscatto. Fanno parte di un gioco, ma solo il padrone di casa conosce le regole; il nostro spettro deve ripercorrerne i passi risolvendo le prove disseminate inizialmente per loro, assistendo strada facendo al dipanarsi della storia e alle relazioni che si intrecceranno su questo lugubre palcoscenico, specie quando verrà rivelata la natura del settimo ospite.

The 7th Guest VR è una vera e propria esperienza paranormale da vivere una volta indossato il visore

Anche qui la nuova, immersiva natura di The 7th Guest VR fa faville, con le emanazioni spettrali degli eccentrici ospiti mai tanto efficaci, evanescenti e voluminose ma, allo stesso tempo, pronte a svanire qualora ci avvicinassimo troppo. Una vera e propria esperienza paranormale da vivere una volta indossato il visore, specie perché questi disgraziati sono ora finalmente credibili, animati da una scrittura più efficace e da una recitazione degna di tale nome. Tornando sugli enigmi, una precisazione importante: nel gioco originale, la libreria celava un tomo prodigo di indizi da usare senza remore, arrivando a risolvere buona parte degli indovinelli per conto del giocatore se consultato ripetutamente.

Attenzione a quello che illuminate.

Stavolta il suo ruolo è affidato a una tavoletta ouija che funge da interfaccia tuttofare, ma invocare i suoi servigi costa delle monete, da scovare all’interno della villa. I primi, sibillini consigli sono gratuiti, ma per risolvere completamente la sfida di turno sarà necessario mettere mano al borsellino spettrale, col rischio di restare a secco andando avanti. Ovviamente è molto più divertente e remunerativo sforzare un po’ la materia grigia, specie perché il gioco può essere facilmente completato in meno di dieci ore.

Vista la natura riflessiva del gioco, il comfort è assicurato anche durante sessioni piuttosto lunghe

Vista la natura riflessiva del gioco, il comfort è assicurato anche durante sessioni piuttosto lunghe, ma è comunque previsto un sistema di controllo flessibile che abbina al classico movimento fluido in prima persona gli ormai famosi teletrasporti.

In Breve: Così si fa un remake! La realtà virtuale e una decisa consapevolezza del passato e delle nuove tecnologie ha risvegliato Henry Stauf da un sonno che dura dal 1993, donando una nuova, attualissima giovinezza a un classico indimenticabile come The 7th Guest. Il compagno ideale per il vostro Halloween.

Piattaforma di Prova: PS5; PS VR2
Com’è, Come Gira: Il ritmo riflessivo del gioco e le numerose opzioni garantiscono un comfort eccellente e adatto anche agli stomaci delicati. Tecnicamente è splendido: le texture sono ottime e, assieme alla riuscita gestione delle luci e a una buonissima regia, contribuiscono a creare un’esperienza VR decisamente gradevole e spaventosa.

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Pro

  • Un remake filologicamente perfetto / La VR al servizio dell'atmosfera / Ancora una storia appassionante, stavolta con attori degni di tale nome.

Contro

  • Non adatto ai maniaci dell'azione dal grilletto facile / Una volta risolti gli enigmi il fascino sparisce / dura meno di dieci ore.
8.3

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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