Può un gioco di carte e dadi non lasciar nulla al caso? Astrea: Six-Sided Oracles ci prova, e anche se un aiutino della Dea Bendata non fa mai male, tutto sommato ci riesce.
Sviluppatore / Publisher: Little Leo Games / Akupara Games Prezzo: 24.50 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Steam, GoG, Epic Games Store) Data di lancio: Già disponibile
I game designer sono maestri nell’inventare sciagure per dare spessore alla lore delle loro creazioni, e nella mia carriera ne ho viste di tutti i colori, e Il Cataclisma dell’Alba Cremisi proprio mi mancava. Dovete sapere che un tempo esisteva una Stella Mistica che governava l’intero universo, e che nel Creato vi era posto solo per la Purezza. E i custodi di tale virtù, chiamati Oracoli dalle Sei Facce, la sigillarono all’interno di reliquie mistiche.
Ecco arrivare il Cataclisma, pronto a impregnare l’universo di Corruzione. Eoni dopo, sei discendenti degli Oracoli provano a ripristinare la Purezza perduta. Questa è la storia di Astrea: Six-Sided Oracles, roguelite dice deck builder sviluppato da Little Leo Games e distribuito da Akupara Games. L’idea poggia sulla creazione di mazzi di dadi, con un sistema di controllo a drag and drop che si presta a eventuali incursioni nel mercato mobile. Funzionerà?
ASTREA: SIX SIDED-ORACLES, IL FATO AL QUADRATO
Nei primi minuti di gioco si potrebbe definire Astrea: Six-Sided Oracles uno Slay the Spire con i dadi, idea già accarezzata da Dicey Dungeon e che pare verrà ripresa da SpellRogue, tutt’ora in sviluppo. Ciò che distingue quest’opera dalle altre, perlomeno da quelle già pubblicate, è la componente totalmente aleatoria che va piegata a nostro piacimento. Parliamo di dadi estratti a caso come fossero carte da un mazzo, e poi lanciati: il fato al quadrato
750 dadi, 6 Oracoli, 175 perk e 20 sentinelle sono un numero impressionante di contenuti da sbloccare
Dimenticate la filosofia cinese di Yin e Yang, forze opposte ma interconnesse, con il seme dell’una all’interno dell’altra. Qui ciascuna forza non ammette poteri antitetici, e si lotta affinché tutto sia o completamente celeste come la Purezza o cremisi come la Corruzione, tonalità che permeano l’intero comparto artistico, donando però un aspetto un po’ piatto a causa del basso contrasto. L’obiettivo è purificare i nemici, che a loro volta cercano di corrompere il nostro eroe.
LA VITTORIA ESIGE SACRIFICI
All’inizio di ogni turno sia noi che i mostri, oltre a eventuali unità di supporto chiamate Sentinelle, lanciamo un certo numero di dadi determinando le azioni possibili da compiere, che si traducono nell’infliggere o ricevere Purezza e Corruzione. Ciò che è vitale per noi è letale agli avversari, e vice versa; bisogna quindi valutare di volta in volta se sia meglio utilizzare Purezza per curare noi o nuocere loro, o Corruzione per curare loro o nuocere noi. E perché mai dovremmo autoinfliggerci dei danni, o medicare chi vorrebbe ucciderci? Autolesionismo? Empatia per il nemico?
No, principalmente per due motivi: innanzitutto non possiamo terminare un turno prima che siano stati giocati tutti i dadi corrotti. In secondo luogo, la famosa barra “rage” presente in molti giochi, che sblocca abilità o attacchi speciali, è legata proprio alla nostra Corruzione, quindi vi sono situazioni in cui vale la pena perdere un po’ di Purezza per accedere a una determinata skill. L’insieme di tutti questi concetti dona a Astrea: Six-Sided Oracles una profondità davvero fuori dal comune, in cui ogni azione richiede un’attenta analisi delle forze in campo.
LO CHIAMEREMO “EFFETTO RUNETERRA”
I 750 dadi a nostra disposizione, che quindi ci mettono a disposizione 4500 facce, tutte upgradabili, sono divisi in tre categorie: sicuri, bilanciati, e rischiosi. Un dado sicuro ha le sei facce tutte o quasi a noi favorevoli, ma non molto efficaci. Troveremo una manciata di punti Purezza o qualche buff minore, ma nulla di veramente in grado di determinare l’esito di una battaglia. Al contrario, i dadi rischiosi sono composti da facce prevalentemente a noi negative, che possono causarci danni anche seri o favorire notevolmente i nemici, ma contengono anche una o due facce dai poteri esorbitanti, indispensabili per travolgere le forze avversarie. I bilanciati infine rappresentano una cauta via di mezzo tra comfort zone e azzardo sfrenato.
Tra le abilità disponibili, oltre alle semplici purificazioni o corruzioni dirette, casuali, o AoE, troviamo anche molteplici possibilità di eseguire combo, magari prima giocando il dado che ci garantisce una violenta riposta nel caso ricevessimo della Corruzione, e poi autocorrompendoci, magari dopo aver giocato una skill che raddoppia la Purezza ricevuta dai nemici qualora una nostra Sentinella fosse andata distrutta, e distruggendola noi stessi. Tutto ciò giocando il dado giusto al momento giusto. È richiesta ovviamente una buona esperienza per ottenere risultati come quello illustrato, oltre a una serie di lanci favorevoli, ma ci sono anche dadi per rollare nuovamente altri dadi, pure quelli dei nemici qualora fossero troppo pericolosi
La Purezza giova a noi e nuoce al nemico, la Corruzione giova al nemico e nuoce a noi. La scelta pare ovvia ma non lo è per nulla
In Breve: Chi si è entusiasmato con Slay the Spire dovrebbe gettarsi senza indugio anche su Astrea: Six-Sided Oracles. Tutti gli altri troveranno un completissimo deck builder in cui al posto della carte ci sono dei dadi, con i quali costruire catene di combo giocando sul dualismo Purificazione e Corruzione. L’enorme quantità di Oracoli, dadi e Blessing da sbloccare, Sentinelle da upgradare e nemici da sconfiggere garantisce un’ottima rigiocabilità anche se le troppe combinazioni disponibili favoriscono un po’ troppo la fortuna a discapito della strategia. La grafica è ispirata anche se i colori scelti, celeste e cremisi, non godono di un buon contrasto.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Senza tentennamento alcuno con le impostazioni al massimo, proposte di default. Si gioca tranquillamente con una mano.