Con Assassin’s Creed Mirage l’eterno conflitto tra Occulti e Antichi si sposta a Baghdad, in quello che è il capitolo più compatto e centrato della serie targata Ubisoft.
Sviluppatore / Publisher: Ubisoft Bordeaux / Ubisoft Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 18+ Disponibile Su: PC (Ubisoft Connect, Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, iOS Data di Lancio: 5 ottobre 2023
Ubisoft Bordeaux aveva già dimostrato di saperci fare, un paio di anni fa, quando diede i natali a L’Ira dei Druidi, il contenuto aggiuntivo più riuscito di Assassin’s Creed Valhalla. Non stupisce, dunque, che il publisher francese abbia deciso di affidare proprio allo studio girondino i lavori su Mirage. Forte dell’esperienza acquisita lavorando al DLC di Valhalla, il team di Bordeaux si è lanciato a capofitto nella sua prima esperienza come studio capofila di un progetto che punta a rendere omaggio alle radici della saga, mantenendo al contempo lo sguardo fisso verso il futuro del franchise.
Per fare ciò, Assassin’s Creed Mirage non solo ha accantonato le meccaniche RPG innestate nelle ultime tre iterazioni della saga, ma ha anche dovuto dire addio a un open world sconfinato in cui perdersi per decine, se non centinaia di ore. Il risultato è un’esperienza decisamente più compatta che si porta a termine in relativamente poco tempo e che offre appena una manciata di contenuti accessori, basti pensare che ho impiegato esattamente venti ore per raggiungere i titoli di coda, svolgendo anche la maggior parte delle attività secondarie. L’obiettivo dichiarato degli sviluppatori è quello di provare a incanalare l’attenzione del giocatore sulla figura del protagonista, Basim Ibn Is’haq, e sulle vicende che lo hanno portato a diventare il maestro assassino che abbiamo già avuto modo di conoscere in Valhalla, quest’ultimo ambientato circa undici anni dopo gli eventi di Mirage.
DA LADRUNCOLO A OCCULTO
Vi svelo subito che l’operazione – per quanto mi riguarda – è perfettamente riuscita, perlomeno sul versante della trama. La longevità molto più ridotta dell’avventura fa sì che la narrazione non risulti mai dispersiva. La storia di Basim è sempre al centro di Assassin’s Creed Mirage, com’è giusto che sia, e ciò permette al ritmo del racconto di non perdere mai un colpo. È quindi un piacere scoprire il passato di quello che di fatto è diventato il nuovo personaggio principale della serie, tant’è che sebbene il suo fato sia già noto a chiunque abbia portato a termine Valhalla, questo prequel svolge un lavoro più che egregio nel delineare la personalità di Basim, mettendo in risalto i tratti distintivi del suo carattere.
Il protagonista di Mirage è un personaggio sfaccettato
Roshan svolge un ruolo fondamentale nella vita di Basim, tant’è che la sua è una presenza costante in Assassin’s Creed Mirage. Il rapporto tra i due, caratterizzato da un affetto quasi materno da parte di Roshan, è uno dei punti di forza dell’intreccio narrativo, e fa sì che la successione degli eventi non risulti mai fuori fuoco. Cosa non facile dal momento che l’avventura si svolge in maniera non lineare. Basim e Roshan, assieme agli altri compagni Occulti, sono stati incaricati di portare alla luce una cospirazione ordita dall’Ordine degli Antichi. Per sventare il complotto, Basim deve indagare su una serie di persone sospette che si presume facciano parte dell’Ordine.
LA LIBERTÀ NON È UN MIRAGGIO
Una volta superato il prologo ed essere entrato a far parte degli Occulti con il rango di iniziato, Basim può procedere con l’indagine come meglio crede. Il giocatore non è quindi obbligato a seguire una successione prestabilita, ma può affrontare le diverse missioni nell’ordine che preferisce. Ciò significa che la città di Baghdad è liberamente esplorabile sin dall’inizio, sebbene alcune aree possano risultare in apparenza inaccessibili.
I nascondigli degli assassini forniscono supporto alle operazioni di Basim
Si tratta di fatto di una valuta parallela molto più preziosa delle monete, che però si riesce ad accumulare in quantità senza particolare sforzo, di fatto vanificandone in parte l’utilità. Se sono facilmente ottenibili, che senso ha bloccare determinate interazioni dietro l’utilizzo di questi token? È una domanda che mi sono posto spesso mentre giocavo ad Assassin’s Creed Mirage. Mi è dunque sembrata un’aggiunta piuttosto inutile, non tanto per le interazioni in senso stretto, quanto per l’introduzione di una valuta parallela fondamentalmente superflua.
ASSASSIN’S CREED MIRAGE, MA ALTAÏR DOV’È?
Il ritorno a una formula di gioco molto più compatta ha però senz’altro giovato anche alla struttura delle missioni, ora molto più incentrate sull’approccio furtivo rispetto al recente passato della serie. La svolta RPG degli ultimi tre capitoli ha di fatto permesso ai giocatori di creare dei personaggi molto più votati al combattimento, snaturando in parte quello che è il ruolo di un assassino che agisce nell’ombra per servire la luce.
Mirage fa un passo indietro in questo senso. La rimozione degli innesti RPG ha concesso agli sviluppatori l’occasione giusta per tornare alle origini della serie. Via (quasi tutti) i numerini, via gli skill tree elaborati, via la grande quantità di loot, via le abilità di combattimento che trasformano i protagonisti in macchine da guerra. Basim è un assassino in erba e ciò è dimostrato dalla sua fragilità: può certamente vincere uno scontro all’arma bianca, ma se circondato dai nemici gli conviene scappare, giacché bastano davvero pochi colpi per buttarlo a terra.
Il gioco spinge molto sull’approccio furtivo
Peccano di scarsa varietà anche le situazioni che si verificano durante l’esplorazione: ogni singolo enigma ambientale è legato alla ricerca di un modo per aprire una porta sbarrata dal lato opposto. A quanto pare nella Baghdad del Nono Secolo l’unico modo per non far entrare qualcuno in casa era rappresentato dallo sbarrare una porta con un pezzo di legno, casualmente visibile da una finestra sul lato opposto e distruttibile con un coltello da lancio. Ecco perché il tasso di criminalità a quei tempi era così elevato!
LA LAMA CELATA MEDIORIENTALE
Di buon livello, invece, quasi tutte le missioni “black box”, come vengono chiamate dagli sviluppatori. Cioè le classiche missioni in cui bisogna assassinare un bersaglio ben protetto, per intenderci. Qui è stato svolto un lavoro più che discreto per garantire l’esistenza di vari metodi di approccio. Di solito i livelli all’aperto sono molto ampi e permettono di avvicinarsi all’obiettivo in più modi, sia seguendo i suggerimenti molto poco velati predisposti dagli sviluppatori, sia agendo di testa propria.
I livelli all’aperto sono molto ampi
Ciò non toglie che il videogioco sviluppato da Ubisoft Bordeaux rappresenti un buon modo per omaggiare il passato della serie. In chiusura, menzione d’onore alla città di Baghdad, che con le sue viuzze strette, le grandi cupole, i minareti, i campi verdeggianti lungo il fiume Tigri e le affascinanti dune desertiche si è rivelata un’ambientazione davvero affascinante. Deludente, di contro, la fortezza di Alamut: qui si svolgono solo un paio di sequenze di gioco, tutte all’aperto, senza mai mettere piede nell’antico bastione degli assassini, all’epoca dei fatti ancora parzialmente in costruzione.
In Breve: Assassin’s Creed Mirage non è un remake del primo capitolo della serie sotto mentite spoglie, come qualcuno potrebbe pensare, tuttavia l’intenzione dichiarata di rendere omaggio alle origini della serie è stata pienamente rispettata. Con tutto ciò che ne consegue, nel bene e nel male. L’esperienza più compatta e per nulla dispersiva giova non soltanto al ritmo di gioco, ma anche a quello della narrazione, che riesce a essere sempre concentrata sulla figura di Basim. Purtroppo permangono molti dei difetti storici della serie, in primis la scarsa intelligenza artificiale dei nemici, mentre la struttura delle missioni principali è tutto sommato di buon livello, con qualche piccola eccezione. Un’operazione comunque riuscita, quella portata a termine da Ubisoft Bordeaux.
Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Sono presenti le ormai classiche modalità performance, con frame rate a 60 fotogrammi al secondo a discapito della risoluzione, e qualità, che sacrifica il frame rate (bloccato a 30 FPS) in favore di una maggiore fedeltà grafica. Il gioco gira senza particolari problemi in entrambe le modalità.