Limerick: Cadence Mansion – Recensione

PC

Immagina di essere alle prese con una serie di puzzle game. Metti la pallina di qua, sposta il blocco di là, cose così. Plot twist: se sbagli, in Limerick: Cadence Mansion, muori male.

Sviluppatore / Publisher: Jenito Studios / Jenito Studios Prezzo: €28.99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC Data di lancio: Già disponibile

Mai una volta che una persona decida di narcotizzarmi e rapirmi per poi farmi riprendere i sensi nella Ultra Imperial Figldiputt Suite del miglior hotel di Dubai, pagata a tempo indeterminato, con una carta di credito illimitata sul tavolo e un misterioso messaggio scritto con il rossetto sullo specchio: “divertiti”. Invece, in Limerick: Cadence Mansion, ovviamente mi sveglio in un fetido sotterraneo che puzza di miseria e desolazione, spogliato di tutti i miei averi, in compagnia solo di inquietanti appunti lasciati da chi è stato qui prima di me.




Ciliegina sulla torta, una marionetta posseduta che vuole giocare con me, preferibilmente non facendomi arrivare vivo all’alba. La storia alla base di questo first person 3D survival horror non è tra le più originali, ma la formula funziona sempre. Se poi il gioco, sviluppato e distribuito da Jenito Studios, promette azione spaccamouse e puzzle da friggere le meningi, dovremmo essere a cavallo.

LIMERICK: CADENCE MANSION, LO FAMO DIFFICILE

Mi piace sempre affrontare la prima run al livello di difficoltà normale, perché solitamente offre il grado di sfida previsto dai game designer. Con Limerick: Cadence Mansion non ho fatto eccezione, o forse sì, poiché se è vero che ho lanciato il gioco secondo quanto consigliatomi dallo sviluppatore,  tale suggerimento mi invitava però a buttarmi a capofitto nella modalità più ardua, così, senza perizia alcuna nel gameplay, poichè a suo dire l’esperienza dovrebbe essere punitiva. E chi sono io per tirarmi indietro? Anticipo che non è stata una passeggiata, ma nemmeno il bagno di sangue che veniva paventato. Apro così la porta della cella nella quale mi sono svegliato, e comincio ad avventurarmi in un ambiente decisamente cupo e claustrofobico. Da qui in poi, è bene che sappiate che Limerick: Cadence Mansion è opera di un solo sviluppatore, Daniel Hall, completamente autodidatta. Nonostante i quindici anni di carriera sulle spalle, non vi sono produzioni degne di nota prima di questa, la cui idea è stata concepita in una notte insonne del 2018. Si tratta senza dubbio di un lavoro titanico, ma non scevro da scelte artistiche e di game design abbastanza naif.

Io lo chiamo “l’enigma delle caldaie”.

Appunti e indizi sono reperibili in generose quantità, evidenziati da un effetto highlight visibile a milioni di pixel di distanza. Il gioco non richiede di scandagliare con attenzione l’area in cui ci troviamo, e difficilmente un hot spot passerà inosservato. È bene però leggere con attenzione i log, poiché contengono informazioni indispensabili alla progressione, oltre a illustrare la trama. Una sorta di incrocio tra un monitor volante e un drone diviene il nostro Virgilio in questo viaggio infernale. È chiaro l’intento di regalare al giocatore le stesse sensazioni che si provano nella serie Amnesia: l’ambiente ostile, la nictofobia, il pericolo sempre dietro l’angolo, la sensazione di essere prede, vittime annunciate senza possibilità di ribaltare la situazione. Siamo però diversi scalini più in basso rispetto alle produzioni Frictional Games, nonostante Daniel si sia prodigato per inserire quanti più elementi possibile, attingendo un po’ a tutta la cultura horror videoludica degli ultimi tempi. Troviamo generatori da mettere in funzione per accendere computer che ci permettono di salvare la partita, un po’ come le macchine da scrivere di Resident Evil, armi da fuoco e psichiche da potenziare presso i banchi di lavoro – a patto di disporre della giusta quantità di materiali – zone completamente avvolte dalle tenebre da illuminare con la nostra preziosa torcia, qui rappresentata da una sorta di luce interiore, più la presenza di panic room per trovare momentaneo rifugio, vero elemento originale del gioco.

NIENTE PANICO, USA LA PANIC ROOM

Nata nel mondo reale per dotare le abitazioni un nascondiglio sicuro in caso di effrazione, calamità naturali, apocalisse zombie o invasione degli alieni, in Limerick: Cadence Mansion la panic room serve a salvarci la vita qualora mostri troppo coriacei o Limerick stessa, la marionetta eponima, siano sulle nostre tracce. Ma non pensiate che basti entrare e chiudersi dentro: sono alimentate da una batteria, che una volta esaurita aprirà la porta consegnandoci al pericolo. È nostro compito assicurarci che sia carica a sufficienza, eventualmente trasportandola presso appositi generatori, sadicamente posti da tutt’altra parte della mappa, per poi ricollocarla al suo posto e sperare che parta al primo colpo, perché potrebbero essere necessari anche più click, mentre sul collo avvertiamo zaffate del mefitico fiato dei mostri. Fughe precipitose lungo angusti cunicoli, accompagnati dal cambio di passo della musica quando siamo in pericolo, sono la parte più emozionante della produzione, in grado di generare qualche brivido, fintanto che le imperfezioni del gioco non ci riportano alla realtà.

La casa abbonda di questi rovi che ricordano gli horror sudcoreani.

E qui dobbiamo tornare purtroppo a parlare del team, ovvero il one-man studio Daniel Hall. Nonostante abbia qui accanto a me un secchio pieno di kudos tutti per lui, era veramente difficile aspettarsi che una sola persona potesse allo stesso tempo concepire puzzle di qualità, combattimenti avvincenti, ambientazioni da brivido, e cucirci attorno uno storytelling ad hoc. Nonostante Limerick: Cadence Mansion funzioni come si deve, molti sono gli aspetti che tradiscono una mancanza di esperienza: dal menù dei settaggi video tutt’altro che user friendly a texture e modelli di qualità altalenante, passando per enigmi già visti e stravisti, non necessariamente in situazioni horror. I mostri, che dovrebbero essere raccapriccianti, spaventano più per la nostra consapevolezza di inferiorità fisica piuttosto che per il loro aspetto, e persino la UI sarebbe da rivedere. Un gioco sicuramente da provare, di cui fortunatamente è disponibile il demo cosicchè ognuno possa farsi la propria idea, che però non è all’altezza di altri survival horror che hanno inquietato queste pagine.

In Breve: Non c’è nulla di sbagliato in Limerick: Cadence Mansion. Nessun bug da segnalare, nessun evidente problema di gameplay, nessun calo di frame rate, niente. L’intera produzione però pecca di esperienza, dal complicato menù di configurazione grafica che mi ha fatto desistere dal giocare con le impostazioni, alla banalità di molti enigmi, più appropriati alla serie del Professor Layton che a un survival horror. Texture, modelli 3D e illuminazione sono al limite dell’amatoriale, il che non deve essere necessariamente visto come un aspetto negativo, ma sfortunatamente in questo genere di giochi l’atmosfera è tutto, dunque avrebbe meritato maggior attenzione.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Fluido e reattivo con i settaggi proposti, uno scalino sotto il massimo, a 1440p. Sfortunatamente mettere mano alle impostazioni grafiche richiede un’esagerata serie di click che tolgono la voglia di sperimentare.

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Pro

  • Il genere horror affascina sempre / Alcuni passaggi di indubbia atmosfera

Contro

  • Comparto artistico quasi amatoriale / Puzzle banali / La solita storia del risveglio senza memoria
6.7

Sufficiente

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