Lies of P – Recensione

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Finora, le produzioni degli studi coreani per me sono state sinonimo di grindosissimi MMORPG. Lies of P cerca di spezzare questa tradizione mischiando un’ispirazione “bloodbornesca” alla storia di Pinocchio, e va detto che ci riesce davvero niente male.

Sviluppatore / Publisher: Round 8 Studio / Neowiz Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di Lancio: 19 settembre

Questi mesi sono davvero ottimi per chi è fan dei soulslike: a luglio abbiamo avuto Remnant 2, a ottobre ci sarà Lords of the Fallen, e in mezzo a tutto questo ben di dio trova spazio, nel mese di settembre, il coreano Lies of P. Ispirato dagli scritti di Carlo Collodi, a cui gli sviluppatori hanno voluto fare esplicito tributo prima che prenda il via la nostra avventura, Lies of P è ambientato in una città dell’Ottocento fittizia, in cui Geppetto e l’abile imprenditore Lorenzini Venigni sono riusciti a creare automi, pardon, burattini senzienti sfruttando un misterioso minerale noto come Ergo.




Come potete immaginare, visto che il gioco è un soulslike, a un certo punto qualcosa è andato davvero parecchio storto, e infatti un bel giorno i pupazzi si sono svegliati e hanno deciso di ammazzare tutti gli umani su cui riuscivano a mettere le mani. Capire da dov’è partita questa follia collettiva però significa svelare solo una parte dell’intrigo…

LIES OF P NON FA PROMESSE DA MARINAIO

A Lies of P avevamo potuto mettere mano già qualche tempo fa, grazie alla demo messa a disposizione dagli sviluppatori; e non può che fare piacere riscontrare come le principali osservazioni che allora avevamo mosso (e con noi anche tanti altri giocatori) siano state corrette. Il risultato è un gioco in cui il movimento, pur restando nei canoni del soulslike e dunque richiedendo spesso una certa pianificazione, risponde molto più rapidamente ai nostri comandi. Ma forse è il caso di fare un passo indietro e spiegare rapidamente a chi non fosse aggiornato cos’è il gioco di cui stiamo parlando: Lies of P è un soulslike che non fa mistero dell’ispirarsi ai giochi sviluppati da From Software. Il richiamo a Bloodborne è evidente, l’animazione che Pinocchio fa per teletrasportarsi ai bonfire – pardon, agli Stargazer – è volutamente identica a quella che troviamo nei Souls, e ogni apertura di portoni chiusi avviene con quella drammaticità che ormai è diventata il marchio di fabbrica di Miyazaki e compagni.

Lies of P Recensione

Primo obiettivo: raggiungere l’Hotel Krat. Più facile rispetto alla demo.

Protagonista di Lies of P è Pinocchio, ragazzo dal cuore meccanico che si risveglia al suono di una incorporea voce, che lo esorta a raggiungere l’Hotel Krat, dove alcuni dei pochi esseri umani ancora in vita si sono rifugiati, e a cercare Geppetto. Naturalmente, il Pinocchio di Round 8 Studio è molto più capace di difendersi rispetto alla sua controparte collodiana, e nel corso dell’avventura potrà imbracciare armi che vanno dallo stocco più minuto a enormi martelloni capaci di scuotere il terreno ad ogni colpo.

I RIMANDI ALLA TRADIZIONE DI FROM SOFTWARE SONO EVIDENTI

Il sistema di gioco è quello che qualunque giocatore di titoli From Software riconoscerà immediatamente, con la barra dell’energia che limita le azioni che possiamo fare, gli oggetti curativi che si ricaricano ai checkpoint a patto di far rinascere gran parte dei nemici, perdita dell’Ergo accumulato alla morte e necessità di recuperarlo, eccetera eccetera. A rendere intrigante la formula ci pensano alcune decisioni. Primo, sebbene la schivata sia presente e abbia i suoi invulnerability frame, cioè attimi in cui non prederemo danni, questi sono davvero pochi e il tempismo richiesto è molto meno generoso di quello di altri soulslike (inclusi quelli From). Secondo, il gioco incentiva piuttosto l’uso della guardia e delle parata con il giusto tempismo che, tra l’altro, se eseguita un numero sufficiente di volte potrà anche spezzare l’arma dei nostri nemici, diminuendo i loro danni e la portata dei loro attacchi.

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Terzo, e questa è davvero un’idea intrigante, le armi comuni (quindi non quelle ottenute dalle “anime” dei boss) sono composte da due parti: la testa dell’arma, e l’impugnatura. La prima è quella che potrà essere potenziata utilizzando i materiali trovati in giro per il mondo di gioco, ed è quella che detta il tipo di danno, e il danno base che infligge l’arma; la seconda invece ne determina il moveset, e quanto il danno dell’arma aumenta in base ai nostri valori di Forza, Tecnica e Sviluppo.

LA POSSIBILITÀ DI CAMBIARE TESTE E IMPUGNATURE DELLE ARMI RENDE IL TUTTO MOLTO PIÙ INTERESSANTE

Questo significa che è perfettamente possibile prendere la lama dello spadone che stiamo utilizzando e attaccarla all’impugnatura di un pugnale, così da renderne più veloce il moveset al prezzo di un danno inferiore; o ancora, attaccare lo stesso spadone all’impugnatura di una enorme chiave inglese così da aumentarne notevolmente la portata e colpire i nemici da una distanza di sicurezza. Questi sono ovviamente solo due esempi, ma le possibilità di sperimentazione sono davvero vaste, anche perché ciascuna delle due parti è dotata di una sua abilità specifica attivabile utilizzando una specifica risorsa, gli slot Favola, che si carica colpendo i nemici. Terminiamo la panoramica sugli strumenti di smantellamento di Pinocchio con il braccio meccanico, che offre varie opzioni (sì, lo so a che gioco di From Software state pensando); per la verità, però, quella che ho trovato più utile è il lanciafiamme, mentre tutte le altre non mi hanno colpito per la loro praticità d’uso.

Lies of P Recensione

Cos’è, uno scherzo? Una battuta? Dovrei ridere?

Il tutto poi si svolge in ambienti caratterizzati da una forte personalità; certo, magari alcuni un po’ meno di altri – sì, tranquilli che ci sono anche le paludi velenose – ma per ogni zona che è solo “ok” poi ti ritrovi a vagare per le stanze di una cattedrale infestata da morti viventi o a combattere nelle ampie sale di un sontuoso teatro in rovina.

ANCHE SE IL GIOCO HA UNA STRUTTURA LINEARE, LE SCORCIATOIE DA APRIRE SONO ALL’ORDINE DEL GIORNO

Certo, anche se le scorciatoie sono all’ordine del giorno la struttura del mondo di gioco è piuttosto lineare, ogni area lavora per conto suo, ma questo non è un gran male (anche perché poi questa cosa nei giochi di questo genere la faceva davvero bene solo Dark Souls 1, quindi). A livello di atmosfera c’è poco da dire a Lies of P, che pur rifacendosi a Bloodborne riesce davvero a creare qualcosa di distintivo e ben definito, aiutato anche da una colonna sonora di buona qualità; anche se qui in realtà un po’ spiace che la stupenda Feel, la prima delle canzoni che potremo ascoltare dal grammofono dell’Hotel Krat e che aiuteranno Pinocchio a ricollegarsi con il suo lato umano, e che era presente anche nella demo, sia in realtà il picco della produzione musicale piuttosto che una testimonianza della qualità da aspettarsi dal resto, ma siamo comunque su un livello decisamente buono. Però sul serio, andate a googlarvi Feel.

SHOW ME WHAT YOU HAVE, PUPPET OF GEPPETTO

Di che altro parlare? Ah sì, dei boss. Come tutti i soulslike, anche in Lies of P il punto che metterà davvero alla prova le nostre abilità sono gli scontri con i boss. E qui non lo dico così per modo di dire, per fare la classica frase fatta, eh: i boss sono davvero tostarelli rispetto al resto dei nemici, che comunque già per conto loro non è che scherzino. Rispetto alla già citata demo è evidente come la fase iniziale sia stata resa meno ostica, ma non preoccupatevi: il gioco recupera ben presto con boss che non ve la faranno passare liscia, e che spesso e volentieri avranno anche due fasi (sempre bello quando ti ritrovi a pensare “phew questo boss era tosto ma non mi ci sono voluti troppi tentativi alla fin- oh no è partito un video. Oh no”). Scontri con i boss che, devo dire, sono davvero niente male: hanno una bella varietà e, per quanto siano tosti e non sempre facilissimi da gestire – le finestre per colpirli non sono mai lunghe, ma le loro barre della vita sì – li ho trovati (quasi) tutti divertenti da affrontare. Ho anche apprezzato che gli sviluppatori abbiano tenuto un occhio di riguardo anche per chi vuole una sfida meno ostica: al di fuori della stanza di ogni boss principale troviamo infatti un altarino dove è possibile spendere un Frammento di stella, oggetto molto comune, per evocare uno spettro che ci aiuterà durante lo scontro.

Lies of P Recensione

Miciomiciomicio! Ci vorrà un po’ perché Spring il gatto si fidi di noi.

La storia non è solitamente il motivo principale per cui uno decide di avviare un soulslike, e anche qui non è che sia l’attrattiva principale, ma questo non significa che manchino momenti interessanti e toccanti, come ad esempio la storia di Antonia, la proprietaria dell’hotel Krat, o quella della misteriosa ragazza vestita d’azzurro a cui appartiene la voce che ha risvegliato Pinocchio.

FA PIACERE VEDERE COME IL RICHIAMO A CARLO COLLODI NON SIA SOLO BUTTATO LÌ

In linea più generale, fa piacere scoprire come il richiamo a Carlo Collodi non sia buttato lì: fra un combattimento e l’altro diventa evidente come chi ha scritto la storia non si sia limitato a prendere qualche nome sparso ma ha anche cercato di andare a toccare temi simili a quelli del libro, e di come il viaggio di Pinocchio per ritrovare le sue memorie e diventare finalmente un ragazzino in carne ed ossa si inserisca bene all’interno della cornice di Lies of P. Prima di passare alla considerazioni finali, parliamo anche un po’ della veste grafica, decisamente convincente, e dell’ottimizzazione, di cui non mi posso lamentare: anche con tutto al massimo il gioco ha tenuto senza problemi i 60 FPS, e se così non fosse stato avrei comunque potuto fare ricorso a DLSS e AMD FSR per cercare di snellire un po’ le prestazioni senza troppi sacrifici. Considerazioni finali, dicevamo, che non possono che essere più che positive: Lies of P è un ottimo soulslike che, al di là dell’evidente citazionismo, riesce a inventarsi meccaniche interessanti e a tenere sempre alta la soglia dell’attenzione durante le sue circa trenta ore di durata (ma qua dipende da quanto spesso morite dai boss, se siete più bravi di me, ed è tutt’altro che impossibile, ci sta che vi duri meno). Bene così, Round 8 e Neowiz.

In Breve: Questo è decisamente un periodo fortunato per gli amanti dei soulslike, e Lies of P non fa eccezione. Bello da vedere e ben pensato a livello di gameplay, le critiche da muovere alla creazione di Round 8 Studio sono davvero poche, e tutte di poco impatto. Riesce anche ad essere una rivisitazione interessante dell’opera di Pinocchio, pensa te.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: RTX 3060, Ryzen 3600, 16 GB RAM, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: Se qualche ambiente può essere meno interessante di altri, nel complesso la cornice di Krat funziona alla grande. E, al netto di un dettaglio visivo mica male, il tutto è anche ben ottimizzato.

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Pro

  • Sistema di lame e impugnature davvero interessante / Boss ben realizzati / Ambientazioni molto d'impatto / Musicalmente piacevole...

Contro

  • ...ma mettere Feel all’inizio e poi non raggiungere più quel livello è criminale / Braccia meccaniche un po’ così così.
9

Ottimo

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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