Legend Bowl – Recensione

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Palla ovale ben salda tra le mani, proviamo ad avanzare tra sprite che cercano di placcarci in Legend Bowl. Non è facile, ma solo una manciata di pixel ci separa dall’area di meta…

Sviluppatore / Publisher: Super Pixel Games / Super Pixel Games Prezzo: € 29,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Competitivo e cooperativo offline PEGI: +3 Disponibile su: PC (Steam), PS5, Xbox Series X|S Data d’uscita: Già disponibile

Amici telespettatori, vanno ora in onda i tre atti della recensione di Legend Bowl, a cura della redazione sportiva di The Games Machine. Un viaggio nel mondo del football americano che sembra ancorato alla tradizione degli anni ’80, ma che presenta in realtà un’inattesa anima moderna. Un continuo rimbalzare tra passato e presente che convince in alcuni elementi, destando perplessità in altri.

ATTO PRIMO: LA NOSTALGIA IN LEGEND BOWL

Atto primo: la nostalgia, ovvero quel momento in cui l’enorme televisore ultrapiatto piazzato davanti a te si trasforma come per magia in un vecchio modello a tubo catodico con uno schermo bombato, su cui si muovono ammassi di pixel che si incrociano, si toccano, si spingono e si sovrappongono. Tu lo osservi, sbatti le palpebre, stropicci gli occhi e poi lo osservi di nuovo, questa volta con più attenzione. Guardi i sopracitati ammassi di pixel e ne distingui perfettamente i contorni. Ci sono i caschi, da cui fuoriescono chiome più o meno folte.




Ci sono le braccia, pronte a eseguire passaggi e placcaggi. Ci sono le gambe, che vengono mulinate a velocità supersoniche per sfuggire agli avversari, o per cercare di bloccarli. Ci sono movimenti fluidi, con animazioni semplici ma che funzionano senza ombra di dubbio. E poi c’è il campo, una gigantesca distesa verde in cui le distanze sono scandite da una serie di linee bianche e di numeri. Guardi tutto questo e ti sembra di essere di nuovo negli anni ’90 all’epoca delle console 16 bit, per non dire nella seconda metà degli anni ’80, con il tuo fidato Nes. Ma non è così. È una PS5 quella che hai davanti. È un Dual Sense quello che hai tra le mani. È Legend Bowl quello che stai giocando.

ATTO SECONDO: LA SORPRESA

Atto secondo: la sorpresa, ovvero quel momento in cui ti accorgi che quello che pensavi essere un semplice titolo dall’anima spiccatamente arcade è in realtà qualcosa di diverso. Credevi che a un look marcatamente retrò si affiancasse una struttura di gioco che fosse basata su pochi ed elementari comandi, ma azione dopo azione ti sei scontrato con alcune meccaniche che richiedono un certo periodo di apprendistato per essere comprese e digerite al meglio. Ti sei accorto che i giochi di corsa non si limitano al semplice sgambettare a tutta velocità premendo ripetutamente il tasto per sprintare, ma che per essere portati a termine con profitto richiedono l’esecuzione di giravolte, finte laterali, salti, tuffi e bracci tesi per tenere a distanza gli avversari.

Guardi Legend Bowl e ti sembra di essere di nuovo negli anni ’90 all’epoca delle console 16 bit

Una volta passato ai lanci, non hai potuto che constatare che la semplicità di questa tipologia di giocate, con un differente tasto del pad assegnato a ogni possibile ricevitore, è solamente teorica, vista la necessità di regolare la traiettoria (da morbida e lenta palombella a veloce fucilata a tutto braccio) con la durata della pressione dei suddetti tasti. Hai infine notato che i calci, siano essi quelli di inizio tempo, i punt, i field goal o le trasformazioni dopo un touchdown, sono una delle cose peggio congegnate della storia dei videogiochi, con un puntatore che si muove a notevole velocità e lascia un margine di errore davvero troppo esiguo.

Legend Bowl è caratterizzato da un look retrò davvero gradevole, con una discreta caratterizzazione dei giocatori.

Abbandonato l’attacco le tue attenzioni si sono concentrate sulla difesa, dove hai trovato una situazione ben più agevole e lineare. La quantità di opzioni a disposizione non è elevata come per la fase offensiva, e muovendoti tra i vari schemi hai impiegato poco tempo a entrare in sintonia con gli uomini di linea e le secondarie, passando rapidamente da un middle linebacker a una safety, da un cornerback a un tackle.

Momenti divertenti si alternano a situazioni che causano una certa frustrazione

Ti sei esibito in qualche placcaggio che ha fatto volare il casco al malaugurato avversario che lo ha subito, hai tentato qualche blitz con sorti alterne, hai provato a seguire le tracce dei wide receiver, anticipandone le intenzioni per intercettare la palla. Insomma, hai fatto tutto quello che un buon difensore dovrebbe provare a fare per portare a casa il risultato, e in diverse partite ci sei anche riuscito. A questo punto se è vero che, come era solito dire il leggendario Bear Bryant, “offence sells tickets, but defense wins championships”, ritieni che almeno la tua squadra virtuale abbiamo qualche possibilità di vincere il Super Bowl…

ATTO TERZO: I DUBBI

Atto terzo: i dubbi, ovvero quel momento in cui ti accorgi che sì, ci sono delle situazioni in cui ti sei sinceramente divertito, ma che allo stesso tempo ci sono stati altrettanti frangenti che ti hanno causato una certa frustrazione. Noti come la voglia di scendere in campo, quel sacro fuoco che arde nel tuo corpo di fronte a un titolo sportivo top, non è particolarmente intensa, e che durante le partite che ti concedi di tanto in tanto non mancano le imprecazioni per un sistema di controllo non sempre precisissimo e per una certa confusione che viene a crearsi soprattutto quando si eseguono schemi di corsa. Ti rendi conto che manca un po’ di equilibrio e che alcune dinamiche potevano essere meglio calibrate.

La quantità di schemi a disposizione è più che sufficiente, e consente di variare abbastanza tra lanci e corse.

Nel frattempo, ti sei anche dedicato a un intensivo tour dei menù, concentrando le tue attenzioni sulla modalità Franchise, che consente di controllare un’intera franchigia nel corso di una stagione. Un’esperienza tutto sommato piacevole, che ovviamente non ha la profondità gestionale e la ricchezza di variabili che caratterizzano i più complessi esponenti del genere, ma che ha comunque tutte le carte in regola per essere considerata la punta di diamante del comparto opzioni.

Un’esperienza tutto sommato piacevole, che ovviamente non ha la profondità gestionale e la ricchezza di variabili che caratterizzano i più complessi esponenti del genere

Anche perché, considerando la mancanza di qualunque variante online (il multigiocatore è solo in locale), giungi rapidamente alla conclusione che non è che resti poi molto altro da fare…

In Breve: Legend Bowl è un titolo con alcune pregi e altrettanti difetti. Il suo look retrò è squisito, ma in partita si notano alcune incertezze nella struttura di gioco che possono causare un certo senso di fastidio e di frustrazione. Discreto il comparto opzioni, che poggia buona parte del suo peso sulla modalità Franchise, e che non presenta alcuna variante online.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Ho provato Legend Bowl su PlayStation 5 affrontando un buon quantitativo di incontri senza riscontrare particolari problemi di natura tecnica.

 

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Pro

  • Grafica retrò decisamente azzeccata / Modalità Franchise abbastanza ricca

Contro

  • Alcune dinamiche di gioco dovrebbero essere meglio calibrate / Una semplice modalità online sarebbe stata gradita
6.8

Sufficiente

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